SOCIOLOGIA
La sociologia, pur essendo tecnicamente una scienza, ed avendo una storia ormai secolare, è ancora poco strutturata, con tanti diversi autori in ordine sparso. In particolare:
= La sociologia non ha un paradigma unico come la fisica o la biologia. Esistono paradigmi concorrenti: funzionalismo, conflittualismo, interazionismo simbolico, teoria critica, ecc., ma ognuno vale per sé.
= Ogni autore tende a privilegiare un livello diverso di analisi: macro (società), meso (gruppi), micro (individui), senza integrarli tra loro.
Questo è un limite molto serio, per una scienza, ma io credo che, a ben vedere, un 'testo base' di riferimento lo si potrebbe anche trovare.
La sociologia, infatti, studia il funzionamento della società, ma studia anche, necessariamente, il comportamento degli uomini che la compongono.
Ora alla base del comportamento umano ci sono, innanzi tutto, le spinte e i condizionamenti genetici, descritti splendidamente Richard Dawkins nel suo fondamentale IL GENE EGOISTA. Quindi, perché non partire da lì anche per la sociologia ?
In effetti qualcuno ci ha già provato a unire biologia e sociologia: è stato Edward O. Wilson, con la sua Sociobiologia, nella quale ha cercato di spiegare il comportamento sociale in chiave evolutiva. Ma è stato criticato, tra le altre cose, per il rischio di giustificare le disuguaglianze come “naturali” e quindi non ha avuto il successo che meritava.
Ecco quindi trovato il muro invalicabile che blocca la sociologia come scienza: è troppo facilmente criticabile per motivi politici e ideologici che non hanno nulla a che fare con la ricerca della verità.
La Sociologia parla di noi stessi, dei nostri difetti, dei nostri limiti, e siccome ci spaventiamo di quello che vediamo, cerchiamo di guardare altrove. Un vero peccato.
LUMEN
GENETICA E CULTURA
Tutti sono più o meno concordi nel sostenere che il comportamento umano sia un misto di genetica e di cultura, magari con l'aggiunta di un po' di casualità.
Le discussioni incominciano, però, quando si tratta di stabilire la percentuale reciproca dei due elementi, perchè alcuni affermano la prevalenza della cultura, mentre altri sostengono la prevalenza della genetica.
Io, si parva licet, sono un seguace della seconda categoria, cioè del primato della genetica, e la mia posizione può essere ben rappresentato dal famoso detto secondo il quale "tutte le strade portano a Roma", in cui, parafrasando, le strade sono la cultura, mentre Roma è la genetica.
Le strade sono tante, perchè tante e diverse sono le culture umane, ma tutte vanno a Roma, perchè l'obiettivo finale, cioè la spinta genetica, è uguale per tutti.
LUMEN
CANDID CAMERA
Ho notato che nei film più recenti la camera di ripresa si muove moltissimo. Anche nelle scene 'statiche', dove gli attori sono sostanzialmente fermi, la camera non è ferma e fissa (perché montata su un supporto), ma leggermente in movimento come se fosse portata a mano o a spalla.
La cosa, purtroppo, è voluta ed uno dei motivi principali, oltre ad una discutibilissima scelta stilistica, sarebbe quella del realismo percettivo: il movimento leggermente instabile della camera, cioè, simulerebbe la percezione umana, rendendo la scena più “vera” e coinvolgente.
Ora, questo non è assolutamente vero, perchè il nostro sistema sensoriale (occhi, nervi e cervello) è capace di stabilizzare con molta efficienza anche le scene in movimento.
Il cervello, infatti, riesce a compensare i micro-movimenti della testa e degli occhi grazie a meccanismi come la stabilizzazione vestibolare e la percezione selettiva; e questo ci permette di avere una visione fluida anche mentre camminiamo o ci muoviamo.
Quindi, dire che la camera a mano “riproduce la visione umana” è più una giustificazione stilistica che una verità biologica.
In realtà, quello che molti percepiscono di fronte alle riprese in movimento (quorum ego) è semplicemente un fastidio cognitivo, cioè un elemento di disturbo che può distrarre o addirittura provocare nausea.
Per fortuna, a quanto ho letto, molti registi contemporanei stanno rivalutando l’uso della camera statica per motivi artistici e narrativi. Speriamo bene.
LUMEN
IL MONDO DI MONTALBANO
Perchè il commissario Montalbano, il personaggio creato da Andrea Camilleri, ha avuto così tanto successo, non solo a livello televisivo, ma anche letterario ?
Perchè il suo mondo è una sorta di commedia dell’arte all’italiana, con i personaggi fissi e ripetitivi che fungono da maschere eterne e che il lettore riconosce subito.
L'agente Catarella è un personaggio assurdo (è impossibile che un pubblico ufficiale, anche se di modesto livello, sia sgrammaticato in quella maniera), ma piace perchè fa sentire lo spettatore superiore, e questo meccanismo funziona sempre.
La fidanzata lontana è un personaggio altamente improbabile, ma serve per le litigate.
Il vice Augello, eterno dongiovanni, serve per le scenette piccanti con le donne giovani e piacenti.
Le quali donne in Montalbano sono solo di due categorie: o ninfomani assatanate (da letto) o domestiche scrupolose (per cucinare e pulire la casa). Evidentemente Camilleri aveva una opinione molto limitata dell’altro sesso, perchè mancano totalmente le sfumature.
Alla fine però devo ammettere che la lettura risulta piacevole, perchè i dialoghi sono eccezionali, il ritmo eccellente e i colpi di scena non mancano (anche se le trame gialle sono modeste).
L'agente Catarella è un personaggio assurdo (è impossibile che un pubblico ufficiale, anche se di modesto livello, sia sgrammaticato in quella maniera), ma piace perchè fa sentire lo spettatore superiore, e questo meccanismo funziona sempre.
La fidanzata lontana è un personaggio altamente improbabile, ma serve per le litigate.
Il vice Augello, eterno dongiovanni, serve per le scenette piccanti con le donne giovani e piacenti.
Le quali donne in Montalbano sono solo di due categorie: o ninfomani assatanate (da letto) o domestiche scrupolose (per cucinare e pulire la casa). Evidentemente Camilleri aveva una opinione molto limitata dell’altro sesso, perchè mancano totalmente le sfumature.
Alla fine però devo ammettere che la lettura risulta piacevole, perchè i dialoghi sono eccezionali, il ritmo eccellente e i colpi di scena non mancano (anche se le trame gialle sono modeste).
LUMEN
Gli ultimi due pensierini sono un capolavoro del cinefilo Lumen e li sottoscrivo in pieno. Trovo le trame più lassative che modeste ma questo è un parere personale..........
RispondiElimina......
Grazie Mauro.
EliminaQuando si tratta di arte (e il cinema lo è sicuramente) i gusti personali possono essere molto diversi tra loro, per cui fa piacere ritrovarsi in sintonia con qualcun altro.
Sociologia
RispondiEliminaNon a caso A.Comte (il padre del moderno Positivismo) considerava la S. (da lui chiamata "Fisica sociale") la più importante è insieme la più difficile delle Scienze "positive".
Ed aveva ragione, perchè l'analisi della società coinvolge anche (inevitabilmente) tutte le persone che la compongono; le quali, di fronte a certe conclusioni, possono rivelarsi molto suscettibili.
EliminaDa wiki:
<< Comte coniò il termine "fisica sociale" per indicare un nuovo campo di studi.
Questa definizione era però utilizzata anche da alcuni altri intellettuali suoi rivali e così, per differenziare la propria disciplina, inventò la parola sociologia.
Comte considerava questo campo disciplinare come un possibile terreno di produzione di conoscenza sociale basata su prove scientifiche.
Volendo sbarazzarsi della metafisica, esalta quasi religiosamente la conoscenza scientifica che mira a osservare per conoscere senza apriorismi. >>
S'il vous plait il medesimo problema alneno in parte si pone anche per le altre Scienze umane o storico-sociali (Economia, Antropologia, Psicologia, Storiografia, ecc.), il cui statuto scientifico e la cui metodologia restano tuttora privi di contorni ben delineati e sufficientemente rigorosi contrariamente a quel che ormai da secoli avviene per le Scienze matematico-fisico-naturali. Saluti
EliminaProprio così.
EliminaLa sociologia, però, per qualche motivo, sembra essere messa peggio della sue 'sorelle'.
Forse c'entra la gestione del potere.
Io non me ne intendo, non so nemmeno cosa sia lo sociologia (adesso guardo su Wikipedia). Sì, sono un ignorante, pazienza. Però ricordo benissimo il disprezzo di Leonardo Sciascia per la sociologia, una scienza poco seria, da ridere. Siccome apprezzavo Sciascia (ho letto tutte le sue opere) questo suo giudizio mi è rimasto. Mi sembra che il tuttologo Alberoni fosse un sociologo e mi pare pure che dalla facoltà di sociologia di Trento siano usciti i pazzi e assassini come Renato Curcio. Ortega y Gasset era una persona seria, un filosofo (e non un filosofastro), eppure era forse un "sociologo" a suo modo, molto attento ai comportamenti della gente, per lui rivelatori. Comunque siamo sommersi dalle chiacchiere, tutti scrivono libri, tutti parlano e straparlano. "Solo un Dio ci può salvare" - ha detto o sembra aver detto Heidegger che non era certamente un credente. Come non lo era Croce che però disse che anche lui credeva in Dio a modo suo (non era cattolico ma ... chissà che cosa?!).
EliminaLA VERITA' VI PREGO SU DIO.
Non c'è una trasmissione che si chiama "Chi l'ha visto"? Forse bisognerebbe chiedere a loro chi ha visto Dio. Molti o non pochi dicono di averlo conosciuto, di avergli parlato (a cominciare da Mosè che per studiosi ebrei è un personaggio mitologico, mai esistito).
Ma perché c'è questo bisogno di credere, caro Marcello Veneziani (anche tu non sei chiaro fino in fondo)? D'accordo, il potere deve far credere di possedere la verità, anzi di essere lui la verità e guai a chi dubita.
Caro Sergio, sulla sociologia la pensavo anche io come te.
EliminaPoi ho scoperto Alessandro Orsini, ho letto alcuni dei suoi libri e il mio giudizio è cambiato completamente.
Il fatto che ci siano dei sociologi incapaci (o peggio) non è colpa della sociologia.
Coloro che dicono di aver aver avuto una esperienza di Dio, in genere l'hanno solo percepito a livello interiore (cioè non l'hanno veramente ascoltato); oppure lo hanno visto, ma solo come una gran luce.
EliminaDomanda retorica: perchè non si fa vedere da tutti una buona volta, di persona, in modo da fugare ogni dubbio ? Magari Padre e Figlio insieme (lo spirito, si sà, è invisibile).
Per decenza credo la trinità andrebbe intesa come madre, figlio, spirito santo, sarebbe più reale, più facile spacciare la novellina. Altrimenti abbiamo un padre celeste vedovo. Oppure separato? Il cervello non ce la fa.....
RispondiEliminaMolti si inventano di aver avuto contatti ravvicinati con la divinità per cavarne , in qualche modo, denaro.
Probabile, visto che il giochino puo essere molto lucroso.
EliminaMolti però sono in buona fede. L'autosuggestione può fare miracoli (è proprio il caso di dirlo).