DOPO IL CAPITALISMO
E' opinione diffusa che il capitalismo contemporaneo, nella sua forma globalizzata e finanziarizzata, sia strutturalmente incapace di rispondere alla crisi ambientale in corso, perché il suo funzionamento dipende da due pilastri insostenibili: l’espansione costante dei mercati e lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali.
Vi è però molta incertezza nel prevedere quale nuovo sistema economico verrebbe a sostituirlo.
L'economista Khoei Saito ha ipotizzato quattro scenari futuri, ciascuno con le sue specifice caratteristiche sociali, economiche e politiche.
= Il Fascismo climatico, in cui una ristretta élite economica e politica si protegge dagli effetti più devastanti del collasso ambientale attraverso misure autoritarie e repressive creando enclavi fortificate di privilegio, mentre la maggior parte della popolazione viene abbandonata al suo destino.
= Lo Stato selvaggio, con un collasso completo delle istituzioni e un ritorno alla legge del più forte, dove la competizione per risorse sempre più scarse porta a una guerra generalizzata di tutti contro tutti.
= Il Maoismo climatico, ovvero un regime autoritario che impone drastiche misure ecologiche, attraverso un controllo centralizzato dell’economia e della società, sacrificando le libertà individuali in nome della sopravvivenza collettiva.
= Una Società democratica e partecipativa, basata sulla giustizia sociale, l'equa redistribuzione delle risorse ed il rispetto dei limiti ecologici, dove la decrescita non viene imposta dall’alto, ma emerge da un processo collettivo di riorganizzazione sociale ed economica.
A parte l'ultima ipotesi, chiaramente impossibile per la sua infantile ingenuità, ritengo che le altre opzioni siano più o meno probabili, nelle varie regioni del mondo, a seconda delle tradizioni culturali.
Vedo pertanto la prima opzione più probabile in Occidente, la seconda nel Terzo mondo e la terza nell'Oriente asiatico.
Ma, in ogni caso, ci sarà ben poco da divertirsi.
LUMEN
VERITA' E RIVOLUZIONE
Una delle frasi più famose attribuite a Lenin afferma che “La verità è rivoluzionaria”.
Premesso che quella affermata dal marxismo non è comunque “la verità”, come ha facilmente dimostrato la storia (ma bastava conoscere un po' di antropologia per evitare certi errori), l’affermazione di Lenin può avere una sua validità.
Nel senso che, siccome ogni società si fonda necessariamente su un inganno ideologico, scoprire la verità (cioè che, come nella famosa fiaba-metafora, il Re è nudo) la può destabilizzare.
Ma anche se la crisi sfociasse in una rivoluzione, questa non porterebbe comunque alla verità, perchè l’inganno sociale finirebbe solo, inevitabilmente, per spostarsi da una ideologia all’altra.
LUMEN
CINA COMUNISTA ?
La Cina è diventata, ormai da anni, un gigante mondiale, sia sotto il profilo economico che politico e per coloro che non amano il capitalismo occidentale è diventato un punto di riferimento a cui guardare.
Sicuramente, la Cina moderna è nata comunista, essendosi formata sotto la (tragica) guida di Mao-Tse-Tung, ma ormai sono trascorsi molti decenni ed i tempi sono cambiati, per cui è lecito porsi la domanda: “Ma in Cina vige ancora il Comunismo ?”.
L'intellettuale di sinistra Salvatore Bravo, richiamandosi direttamente ai testi di Karl Marx, risponde di no.
<< Comunismo – dice Bravo - è partecipazione radicale dei lavoratori alla progettualità politica ed economica. La statalizzazione di banche e grandi industrie non qualifica uno stato come comunista, ciò che lo definisce è la partecipazione e l’abbattimento di ogni oligarchia.
In Cina [invece] il potere è saldamente nelle mani di una nomenclatura di uomini e di donne che usano il capitalismo per fini sociali e per aumentare la ricchezza nazionale e per soddisfare i bisogni primari e ora anche il superfluo.
Tutto ciò è grandioso, tanto più che ciò è avvenuto in pochi decenni, ma non è comunismo, in quanto i lavoratori restano sudditi sorvegliati della nomenclatura. >>
D'altra parte, la risposta non poteva essere diversa: quando mai il Comunismo è stato capace di successi economici ?
LUMEN
SPIRITUALITA' E TRASCENDENZA
Molti pensatori ed intellettuali, anche non segnatamente religiosi, attribuiscono molta importanza ai concetti di spiritualità e di trascendenza.
Secondo i dizionari, la Spiritualità è “la ricerca interiore di un significato più profondo dell’esistenza, al di là del materiale e del tangibile”, mentre la Trascendenza sarebbe “una realtà concepita come ulteriore, 'al di là' rispetto a questo mondo, al quale si contrappone”.
In realtà la spiritualità e la trascendenza degli intellettuali non sono nient'altro che la versione 'nobile' del pensiero magico della gente comune.
Ovvero il rifiuto di accettare i limiti e la finitezza del mondo fisico ed il desiderio di credere che le leggi della natura, così fredde e scostanti, non sono assolute, ma, a volte, possano essere vinte e superate a nostro vantaggio.
Quindi, spiritualità e trascendenza non sono nient'altro che un modo elegante di illudersi.
LUMEN
Dopo il capitalismo
RispondiEliminaCaro Lumen,
scrivi a proposito del quarto scenario:
"A parte l'ultima ipotesi, chiaramente impossibile per la sua infantile ingenuità ..."
Ma se è l'unica ipotesi accettabile e auspicabile!
Caro Sergio, certamente la 4° ipotesi è la migliore di tutte e piacerebbe anche a me.
EliminaMa ce la vedi la gente, già incattivita dal peggioramento del suo tenore di vita, mettersi a collaborare in modo così illuminato e fraterno ?
Io no.
Verità e rivoluzione
RispondiEliminaAlla domanda di Pilato - che cosa fosse la verità - Gesù non rispose. In altro contesto disse: la verità vi renderà liberi. Certo guardare in faccia la realtà e abbandonare le illusioni ha sicuramente un effetto liberatorio (più che rivoluzionario). Ma che cos'è la verità? Ci sono tante piccole verità che ci fanno progredire. Ma credo che sia Lenin che Gesù intendessero la Verità (Pravda in russo). E se la grande Verità fosse la grande menzogna? Adelante, Pedro, con juicio.
Io credo che la 'Verità ' esista davvero (ed e proprio quella che vado cercando io), ma pare impossibile mettere utti d'accordo .
EliminaSe l'integerrimo Lenin avesse rivelato ai suoi futuri tovarish come in realtà egli fu reclutato in Svizzera dagli inglesi e dai sionisti per sfasciare l'impero zarista, avrebbe in sostanza ottemperato, messo in pratica la "sua" massima, dimodoche' il popolo avrebbe conosciuto come in realtà viene gestito il mondo, ovvero coacervo di bassi intrighi, menzogne, false promesse eccetera eccetera. Altro che verità...
EliminaCaro Mauro,
Eliminasì, la storia è fatta di queste cose, ma credo che dietro al comportamento dei grandi leader rivoluzionari, capaci di trascinare le folle, ci sia sempre un misto di menzogna e di sincerità.
Sicuramente Marx credeva nelle sue teorie, perchè le aveva elaborate lui. Ma forse ci credeva, un poco, anche Lenin.
Spiritualità e trascendenza
RispondiEliminaParole che non fanno parte del mio vocabolario perché non sono bene che cosa significhino. So che però non pochi si riempiono la bocca di questi paroloni, purtroppo anche Marcello Veneziani che altrimenti sembra avere i piedi per terra. Veneziani cerca anche lui Dio o il Senso Ultimo - o forse ha solo nostalgia dell'infanzia quando tutto aveva un senso ed era bello (Natale, la Befana, le luminarie del paese ecc.).
A me sembra che il Problema sia la Morte che a nessuno piace (salve in circostanze drammatiche). "Di là" non è mai tornato nessuno, nemmeno Gesù (anche Ercole "patisce, muore e risuscita il terzo giorno"). Dicono che Gesù risorgendo ha vinto la morte e chi ci crede si sente un po' meglio, crede che risorgerà anche lui. Che bella cosa la fede! Ma chi non ce l'ha che deve fare? Caro Veneziani, sii un po' più concreto. Anche tu non accetti la morte, come Severino. Ti capisco, ma questa ricerca di Dio e di verticalità, contrapposta alla piattezza della nostra vita, mi lasciano perplesso.
Chissà che differenza c'era, nella mentalità degli antichi, tra il non morire mai oppure il morire e risorgere ?
EliminaForse il primo era per gli Dei, il secondo per i semi-dei, ma non ne sono sicuro.
In verità in verità vi dico che almeno io sono stufo di dovermi sorbire le svariate opinioni che alcuni "intellettuali" hanno circa la divinità tout court, ultimo tale Cazzullo, che ha colmato la misura dimodoche ' se Geova nostro rappresentante locale e celeste, avesse avuto una benché minima intenzione di manifestarsi, adesso tale opportunità viene riposposta sine die.... Stesso discorso per la grande consolatrice, la morte, che ci troverà, ritengo, spaesati ed atterriti alla soglia, oppressi, chi più chi meno, da un groviglio di rimorsi, posto non esistono uomini dalla coscienza cristallina ma solo uomini dalla memoria corta.
EliminaAvvilente la prospettiva di un paradiso con 4 fiorellini in croce , mortificante il ridursi solo ad un teschio e due tibie incrociate.....
Mi sembra che Aldo Cazzullo, con il suo recente libro dedicato alla Bibbia , adeguatamente modernizzata, ci abbia fatto i soldi. Quindi, bravo lui.
EliminaDopo il Capitalismo
RispondiEliminaQuestione fondamentale e complessa...
Diciamo che il Capitalismo ha mostrato nei secoli una notevole capacità di resilienza e di flessibilità di fronte ai mutamenti geo-politico-sociali locali e globali, per cui NON mi stupirebbe se anche di fronte all'odierna crisi ecologica e ai rinascenti nazionalismi anti-liberisti esso sapesse ancora una volta mutare una parte delle proprie caratteristiche conservando gran parte della propria impostazione di fondo. Da qs punto di vista la tanto malfamata "green economy" o il modello di economia circolare o "steady-state" (vedasi ad es la teoria dell'economista "eretico" Gheorgescu-Roegen) potrebbero rappresentare un accettabile compromesso tra istanze ecologiche ed istanze economiche. Appare peraltro più probabile il progressivo disaccoppiamento tra (Neo)Capitalismo e moderna Democrazia liberale, come profetizzato da Saito. Ad ogni modo, la strada da percorrere e le modalità con cui sarà percorsa risulteranno lunghe a e (in qualche misura) dolorose, al di là delle ovvie differenze economico-politiche e socio-culturali locali. Saluti
Hai ragione, Claude.
EliminaIl capitalismo ha dimostrato, nel tempo, di avere una grande capacità di resilienza e di adattamento.
Forse perchè (ipotesi mia) si adatta perfettamente agli istinti genetici dell'uomo.
Quindi potrebbe ancora sorprenderci e sopravvivere alla crisi ambientale.
Certo, dovrebbe rinunciare alla 'crescita', che diventerebbe impossibile, ma potrebbe inventarsi qualcosa d'altro.
Quanto alla nostra cara e preziosa democrazia liberale, spero che possa sopravvivere anch'essa, ma su questo punto sono più pessimista.
Anche a mio umile avviso il Cap. trova un fertile terreno di coltura in una qlch predisposizione genetica media umana: anche x qs motivo gli accorati appelli anti-capitalistici spesso moralistici provenienti da ambienti di Dx (di taglio tradizionalista e "romantico") e da ambienti di Sx (di taglio egualitario e irenista) sono generalmente caduti nel vuoto e tanto il Corporativismo autarchico destrorso quanto il Comunismo cino-russo sinistrorso presto o tardi hanno dovuto scendere in qlch modo a patti con almeno alcune delle molte facce del Cap.
EliminaHai detto bene.
EliminaCome diceva qualcuno (mi pare Andreotti) sui pregi dell'uomo non si può fare molto affidamento, ma sui difetti si può andare tranquilli.