giovedì 14 agosto 2025

La settima Arte - (7)

Nuovo post dedicato al cinema, con la recensione di tre film di Carlo Verdone (scelti tra i miei preferiti). I commenti sono tratti dal sito specializzato 'My Movies'.
LUMEN


BOROTALCO (1982)

<< Con 'Borotalco' Verdone dimostra di poter reggere un film da solo liberandosi dei suoi riuscitissimi personaggi e ricercando qualcosa di più maturo anche sul piano della regia, senza più l'aiuto del suo 'padrino' Sergio Leone. (…)
Nella vaporosità del borotalco, riecheggia l'ingenuità sognatrice di una intera generazione nella quale i protagonisti si rivedono a pieno (ma anche inteso come borotalco/droga che il protagonista rifiuta quasi con orgoglio).
Giudicato da molti superficiale il film al contrario ha dialoghi divertenti, ritmo spedito(a parte qualche momento di impasse) e cast di attori azzeccati, da Mario Brega manesco a Christian De Sica napoletano e cafone, da Angelo Infanti simpatico truffatore e insuperabile cialtrone (originalmente la parte era stata scritta per Gassman) a Eleonora Giorgi, che pur non essendo una grande attrice è sorprendente come sognatrice e credulona. (,,,).
E anche Verdone ingarra uno dei migliori personaggi della sua carriera, irresistibile quando si inventa storie sugli attori famosi e quando si trova al cospetto del temutissimo suocero; se nei primi due film si mostrava in più personaggi con panni diversi con questo ne mostra uno solo ma con due personalità differenti. >>

<< Un film da vedere: forse il miglior Verdone di sempre. Bravissima Eleonora Giorgi e tutto il cast: indimenticabile. Quell'Italia dei primi anni ottanta è così lontana da quella di oggi, tuttavia questo film attraversa il tempo.
Leggero come il borotalco il film racconta quella gioventù di fine anni 70 e primi anni 80; sogni ingenui che fanno da ponte per la fuga da una realtà opprimente (simboleggiata dai palazzoni enormi che spesso vengono inquadrati).
Si sa che la comicità di Verdone è sempre venata di malinconia: la crisi sociale avanza di pari passo a quella economica. Tra precariato e omologazione il culto dell'immagine, dell'apparire, prende il sopravvento. 
I ruoli, che ancora negli anni 60 erano ben chiari, sono smarriti e la solitudine è l'unica vera dimensione in cui si trovano tutti. (...)
Il finale, da cineteca assoluta, è sospeso. Sospesi i protagonisti, a metà di quel palazzone, sospeso il giudizio che Verdone rimette a noi, spettatori.
Ma non si può che simpatizzare e provare indulgenza per tutti i personaggi del film che rispecchiano così bene pregi e difetti degli italiani. >>


ACQUA E SAPONE (1983)

<< Dopo il buon successo di Borotalco, Carlo Verdone propone una nuova pellicola giocando sugli equivoci e sullo scambio di identità.
Se in Borotalco il suo personaggio timido ed indeciso si appropria dei panni di un uomo di mondo casanova, in questo caso si veste di quelli di un prete per poter guadagnare un bel pò di soldi dando lezioni di inglese ad una ragazzina americana modella. Ma anche in questo caso non mancheranno problemi ed ostacoli. (...)
Continuando sulla falsariga dell'immancabile confronto col film precedente, Verdone corregge il tiro e ci mette più verve tra gli ingredienti. Grazie anche all'aggiunta di un pò di pepe portata dalla sora Lela e da Fabrizio Bracconieri. romanacci doc, con le loro caratterizzazioni e battute.
Il film segna anche l'esordio di Natasha Hovey, la quale però, dopo una decina di anni, deciderà anzitempo di mollare la carriera cinematografica. >>

<< Film analogo al precedente in cui Verdone interpreta un personaggio dalla doppia personalita'.
Anche in questa interpretazione, il protagonista della storia, un bidello laureato chiamato Rolando, si finge di essere un prete per poter migliorare la sua posizione lavorativa intraprendendo un impiego che potrebbe fruttargli molto.
Attenzione perchè è riduttivo considerare questa pellicola quasi una sorta di sequel di Borotalco in quanto la trama ha delle caratteristiche proprie molto originali, ricca di situazioni e di varie battute (all'apparenza magari non evidenti) nella quale primeggia l'inconfondibile bravura umoristica del mitico Verdone che puntualmente ci fa sorridere e ci emoziona sempre. >>


MALEDETTO IL GIORNO CHE T'HO INCONTRATO (1992)

<< Bernardo (Carlo Verdone) è un giornalista musicale romano che vive a Roma, psico-farmaci dipendente. La sua già fragile condizione umorale peggiora quando la sua compagna decide di mollarlo per un collega francese.
Decide di andare in psicoanalisi e qui conosce un'altra paziente, Camilla (per gli amici Billa, interpretata da Margherita Buy), iniziando a condividere con lei sventure reciproche. Il tutto, mentre Bernardo deve concludere un importante film biografico su Jimi Hendrix.
Primo film di Carlo Verdone con Margherita Buy, che ben interpreta i personaggi insicuri e nevrotici tipici dei film di Verdone. Il regista-attore e l'attrice ben duettano, dando vita a scenette divertenti e siparietti basati su imprevisti. (…)
La pellicola resta senza dubbio tra le migliori della filmografia verdoniana, non perdendo mai di tono, di verve e restando credibile fino alla fine. >>

<< Divertente film che mette alla berlina la psicanalisi senza scadere nel cattivo gusto, questo "Maledetto il giorno che t'ho incontrato" sembra essere ancora oggi il miglior film di Carlo Verdone.
Il quale, come in questo caso, mette le sue nevrosi al servizio del suo pubblico in un film semiautobiografico e che qui e' riuscito (come spesso gli accade) a plasmare a sua immagine e somiglianza la sua musa, che qui ha il volto dolcissimo di un'ancora acerba Margherita Buy. >>

6 commenti:

  1. SI CHIAMA TALCO IN ITALIANO, BOROTALCO È UN MARCHIO DELLA MANETTI E ROBERTS DI FIRENZE....

    Verdone alias Sordi 2.0, ovvero cineasta di regime, mette in luce la pochezza degli abitanti della colonia Italia, fresconi , furbastri, opportunisti, amanti di tutta la robaccia americana, attori compresi che poi non sono niente male, questi ultimi. Grande Brega, efebica la Giorgi, particolare il Manuel Fantoni, De Sica da dimenticare, Verdone factotum, cineasta ed attore predestinato posto l'augusto genitore. Visto 40 anni dopo e passa e' roba leggermente acidula e svanita, acqua che passa e va, come il profumo del borotalco, per così dire . Poteva fermarsi qui, il Verdone, che già ci aveva massacrato con le sue irritanti macchiette alla TV. Tutti tradiscono il nostro paese per un pugno di lenticchie. Saltimbanchi compresi.

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    1. Interessante la tua precisazione sul nome del Borotalco.
      Non la conoscevo ma non mi stupisce.

      Quando studiai diritto industriale all'università (tanti, tanti anni fa) imparai che non esistono solo i marchi deboli e i marchi forti, ma anche quelli talmente forti da diventare deboli, perche associati al nome comune del prodotto.
      Ironie di un marketing troppo efficace.

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    2. Quanto al collegamento tra Carlo Verdone e Alberto Sordi (che si sono anche incontrati in un paio di film), certamente un raffronto tra i due può essere fatto, ma con una precisazione: che Verdone è stato molto più bravo di Sordi.
      Quando vedi Carlo in un film non pensi mai che stia recitando, mentre con Albertone succedeva spesso.

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  2. Sordi era un uomo del Vaticano, un guitto, danseur fallito, finto popolano, abitatore di ville faraoniche, recitava malissimo, è vero, faceva solo propaganda disfattista. Si salva nel film "Una Vita Difficile", ma grazie al regista che frena le sue smorfie inutili ed artefatte.

    Verdone si salva, a mio parere in un episodio del film "Italisns", il dentista di vaglia che si reca in Russia, e nel film dove interpreta il poliziotto che si prende cura del bimbo la cui madre finisce in galera.....Forse un tantino più bravo
    del Sordi, forse in tantinello meno ruffiano. E comunque le macchiette del Verdone sono, alla lunga, insopportabili, consentimi Lumen. E comunque sono pareri personali di un vecchio rincitrullito, come direbbe il Collodi.

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    1. In effetti, alcune macchiette, soprattutto nei primissimi film, sono insopportabili.
      Ma in generale i suoi personaggi più maturi (salvo rare eccezioni) sono gradevolissimi e si rivedono sempre volentieri.
      Poi lui, è bravissimo anche come regista, e ho notato che molti attori modesti (non faccio nomi), quando lavoravano con lui, salivano notevolmente di livello.

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  3. A proposito dei 2 film recitati insieme da Sordi e Verdone (che erano amici anche nella vita), ho trovato sul web questa interessante annotazione:

    << Già all’indomani della distribuzione di 'Bianco, rosso e Verdone', benedetto da Sordi, i due interpretarono padre (donnaiolo) e figlio (imbranato) nel film 'In viaggio con papà', diretto dallo stesso Albertone.
    Successivamente si sarebbero ritrovati di nuovo insieme sul set di 'Troppo forte' (1986) di Carlo Verdone, anche se quell’esperienza di lavoro rivelò a entrambi soprattutto le reciproche incompatibilità.
    Sordi non solo era stato imposto dal produttore a Verdone, che al suo posto avrebbe voluto Leopoldo Trieste, ma in quegli anni stava già sprofondando tra le ombre e le malinconie che avrebbero caratterizzato gli ultimi anni della sua vita, anni offuscati dalla paura di non riuscire più a far ridere.
    Il risultato fu un’interpretazione caricaturale, esaltata nel suo istrionismo. Verdone avrebbe voluto per il personaggio di Sordi, un avvocato, una coloritura diversa: lui lo aveva immaginato come un uomo pavido, un vinto, un ‘don Abbondio’.
    L’irruenza interpretativa di Sordi dirottò il personaggio verso altri approdi. >>

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