domenica 27 aprile 2025

Appunti di Ecologia – (3)

AUTO ELETTRICA
Le auto elettriche hanno emissioni di carbonio significativamente inferiori rispetto alle auto di dimensioni paragonabili a combustione interna, anche quando si tiene conto della produzione di tutti i componenti, comprese le terribili batterie, e dell’attuale provenienza dell'elettricità utilizzata per la ricarica. (...)
Questo grazie al fatto che i veicoli elettrici sono molto più efficienti nel convertire il carburante in chilometri percorsi, in quanto utilizzano circa il 70% dell’energia della batteria per spingere il veicolo (arrivando a superare il 90% se si conta il recupero della frenata rigenerativa che consente di convertire l'energia altrimenti dispersa sotto forma di calore durante la fase di decelerazione, in energia elettrica per ricaricare la batteria).
Mentre i motori a combustione interna convertono al massimo un 25% dell'energia della benzina in spinta, sprecando quasi tutto il resto in calore, che non può essere riconvertito in energia cinetica
[...]
A differenza delle batterie di avviamento utilizzate nei veicoli a combustione interna, quelle dei veicoli elettrici sono progettate per durare tutta la vita del veicolo e dati recenti mostrano che nel lungo termine mantengono più dell'80% della capacità originale, rimanendo affidabili ben oltre i periodi di garanzia standard e comunque, una volta rimosse dal veicolo, le batterie sono ancora utilizzabili in altri modi e le materie prime possono essere riciclate.
Un altro nuovo studio basato sui dati del Ministero dei trasporti britannico, mostra che i veicoli elettrici possono durare quanto, se non di più, le auto a combustione interna: mediamente 18,4 anni e circa 200.000 km dell’elettrico, contro 18,7 anni e 188.000 km del benzina; il diesel fa più strada ma dura meno: 16,4 anni e 410.000 km.
SCIENZIATI, FILOSOFI E ALTRI ANIMALI (Pagina Facebook)


RISCALDAMENTO GLOBALE
L’aumento delle temperature comporterà dei massicci cambiamenti nella distribuzione delle precipitazioni (come vediamo già adesso): in particolare riferendosi alle nostre zone diminuiscono i giorni di pioggia ed aumenta l’intensità dei singoli eventi.
Lo vediamo nel cambio nel regime delle alluvioni: da grandi eventi a scala di bacini principali (Arno, Po, Tevere) dovuti a diversi giorni consecutivi di precipitazioni continue, oggi le alluvioni avvengono soprattutto in piccoli bacini a causa di piogge fortissime che durano poche ore.
Inoltre i cambiamenti stanno pregiudicando la disponibilità di cibo e di acqua potabile in aree molto popolate, per cui si innescheranno massicce e incontrollabili ondate migratorie, sul modello del Mediterraneo alla fine delle civiltà dell’età del bronzo, che si interruppe bruscamente quando a causa di un riscaldamento iniziò una fase di minori precipitazioni in un’area in cui buona parte della popolazione viveva già ai limiti della disponibilità di acqua.
La deglaciazione avrà gravi conseguenze sul livello marino, con la perdita di parecchie aree costiere (porti compresi). Simpatico notare che la Florida, una delle patrie politiche dei climascettici, sarà quasi del tutto sommersa.
Inoltre c’è il serio rischio che in Europa, la deglaciazione provochi (...) un intenso flusso di acqua fredda, proveniente dalla deglaciazione dell’Artico, [che] blocca la corrente del Golfo, perché impedisce alle sue acque provenienti dai Caraibi di affondare e proseguire il cammino in profondità ridiscendendo lungo il continente americano.
Il che porterebbe in Europa un periodo freddo e secco, paradossalmente dovuto proprio al riscaldamento.
ALDO PIOMBINO (Scienze e dintorni)


TRAMONTO VERDE
Mi chiedo spesso il motivo del fallimento del movimento dei verdi, fallimento a livello mondiale e non solo in italia, pur in presenza di un inquinamento inarrestabile del pianeta con i suoi effetti sulla salute e sul clima. Potrebbe essere il loro momento, invece stanno quasi scomparendo dall'agone politico.
Uno dei motivi di fondo è l'incomprensione, da parte degli ecologisti dell'ultima ora, del problema demografico. La trasformazione dei popoli e delle nazioni in una informe ed uniforme massa umana basata sul numero.
Al posto dei vari popoli della terra, radicati ciascuno in un suo luogo e in una storia, vi e' un uomo globale, sradicato, senza luogo e senza storia, senza patria e senza confini, il cui unico valore è il consumo fine a se stesso e la continua crescita numerica senza ideali e senza scopo.
Come tutto questo sia coerente e finalizzato al mantenimento di un potere finanziario e tecnocratico e' motivo di discussione e approfondimento da parte della filosofia contemporanea.
Il discorso è invece completamente assente e l'argomento completamente ignorato in campo politico. In primo luogo proprio dai movimenti ecologisti, concentrati sulle conseguenze del fenomeno (il riscaldamento globale, l'inquinamento) senza averne mai compreso le origini. (...)
Anni fa esisteva un movimento definito 'no logo', per coloro che si opponevano alla globalizzazione del mercato. Poi si sono convertiti al politicamente corretto della fine di ogni differenza, del falso multiculturalismo egualizzante.
Sono passati dal no logo al non luogo. Scambiavano l'effetto con la causa: combattevano le multinazionali del marchio, mentre la popolazione cresceva, nel giro di pochi anni, di due miliardi.
Il mostro della sovrappopolazione con le sue due braccia, il denaro e la tecnica, sta fagocitando la varietà del mondo sostituendo tutto con un codice numerico.
AGOBIT (Un Pianeta non basta)

17 commenti:

  1. << Al posto dei vari popoli della terra, radicati ciascuno in un suo luogo e in una storia, vi e' un uomo globale, sradicato, senza luogo e senza storia, senza patria e senza confini, il cui unico valore è il consumo fine a se stesso e la continua crescita numerica senza ideali e senza scopo. >>

    A proposito di questa affermazione di Agobit, vorrei fare una mia personale precisazione.
    L'identità dei popoli, che il globalismo sta distruggendo, consiste nella loro profonda diversità storica e culturale.
    Ma questa diversità, spesso inconciliabile, non è forse il presupposto che porta alle guerre ?
    Una Terra meno popolata, ma al tempo stesso 'pacificata' per omogeneità culturale, non potrebbe essere un obiettivo più desiderabile ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Precisazione totalmente condivisibile! Le diversità storico-culturali tra le varie popolazioni sono (appunto) un prodotto del complesso divenire storico-culturale e quindi NON devono essere dogmaticamente e "misticamente" considerate fisse e date una volta per tutte (parallelamente, ragionevolmente NON si arriverà mai a una TOTALE omogeneità culturale...)!
      Insistere esclusivamente sulla diversità/inconciliabilita' prima o poi (come dimostrato a volontà dalla Storia politico-militare) porta necessariamente al conflitto armato. Saluti

      Elimina
    2. Il problema, così evidente in Israele - Palestina, nei Balcani, in vari stati africani, è la compresenza su uno stesso territorio di etnie e culture ostili.
      Apartheid, separazione, pulizia etnica sono, di fatto, gli unici strumenti per arrivare ad un non-conflitto.

      Elimina
    3. Il problema dell'odio inter-etnico è davvero serio e, probabilmente, è stato il filo conduttore di tutta la storia umana.
      L'origine biologica è semplice e ovvia, e risiede nell'auto-difesa del pool genico.

      Certo è che se si riuscisse ad utilizzare la mescolanza razziale come metodo condiviso ed accettato di depotenziamento dei conflitti, si sarebbe compiuto un enorme passo avanti.
      A quel punto, come legante sociale, si potrebbe usare l'omogeneità culturale, che è più semplice da ottenere e prescinde dall'appartenenza etnica.

      (N.B. - ovviamente sto parlando di meccanismi ben diversi dalla semplice immigrazione incontrollata).

      Elimina
  2. Quelli dello studio basato sui dati del Ministero dei trasporti britannico hanno bevuto pesante o si sono fumati roba buona.
    18 anni un veicolo elettrico? Con almeno 2 pacchi batteria cambiati forse. Propaganda proprio di infimo livello. Il diesel che dura 16,4 anni poi...mah, sorvoliamo va che è meglio. Le disastrose politiche green iniziano tuttavia a mostrare i loro effetti. Settore auto collassato, prezzi dell'energia rincarati di 2/3 volte, aumento dei costi dei beni di prima necessità, incapacità delle aziende europee di competere globalmente. Insomma un disastro più grande non si poteva davvero immaginare. Io resto quasi convinto però che sia voluto e non è solo incompetenza. Come disse Franklin D. Roosevelt: "In politica, nulla accade per caso. Se accade, puoi scommettere che era stato pianificato in quel modo".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah quasi dimenticavo che tra i vari disastri delle politiche "verdi" (che di verde hanno ben poco), vi è anche l'instabilità delle reti elettriche a causa di FV ed eolico. Ricordo ancora quando circa 10 anni fa avevo già iniziato la mia "battaglia" contro le rinnovabili e mi si dava del pazzo retrogrado. Il tempo è e rimane sempre un gran galantuomo, restituisce tutto a tutti!

      Se qualcuno vuole approfondire sulle probabili cause del recente blackout in Spagna e Portogallo lascio il link di questo blog e un piccolo estratto dell'ultimo post sulla questione.

      https://beamspot.substack.com/p/cronica-de-un-apagon-anunciado

      Ho già accennato in alcune occasioni al fatto che queste perturbazioni tendono a essere più comuni in questo periodo, all'inizio della primavera.
      Il primo grande taglio è avvenuto la domenica di Pasqua del 2022, e la Settimana Santa del 2025 è stata appena una settimana fa. Non è una coincidenza.
      Le ragioni sono molteplici: le temperature sono piacevoli, non troppo elevate, il che significa che non c'è una richiesta particolarmente elevata di aria condizionata. Niente riscaldamento né aria condizionata. La gente è in giro, è una giornata lunga. È bello uscire dopo l'inverno.
      Ma le temperature piacevoli, unite a un'eccellente luce solare, rendono il fotovoltaico al suo meglio: le prestazioni aumentano con le basse temperature e anche con un elevato irraggiamento.
      Ovvero, domanda al minimo, produzione fotovoltaica al massimo. E, attenzione, periodi nuvolosi (ovvero, instabilità nella produzione fotovoltaica).
      Questo allineamento di condizioni ambientali e sociali lo rende il periodo dell'anno con la maggiore penetrazione del fotovoltaico... e instabilità.
      Questo è ciò che ha portato all'inizio delle riduzioni in uno dei giorni con il minor consumo a mezzogiorno: la domenica di Pasqua del 2022.

      Elimina
    2. Caro Gian, ti ringrazio per le tue osservazioni, molto interessanti.
      Purtroppo quello dell'energia (rinnovabile, fossile o nucleare) è una materia molto complessa e delicata ed io, dal basso della mia incompetenza scientifica, posso solo cercare di tenermi informato.

      Gli unici due concetti dei quali sono convinto senza riserve sono questi:
      = la complessità dei sistemi è una trappola dalla quale non c'è via d'uscita ed ogni intervento, anche se apparentemente migliorativo, rende il sistema sempre più fragile (Joseph Tainter)
      = L'entropia regna sovrana nel nostro mondo e scorre in una sola direzione. Pertanto, ogni aumento dell'energia disponibile comporta sempre un aumento dell'entropia complessiva.

      Elimina
  3. Agobit ha ragione da vendere (qui, non sempre :)
    I cocomeri verdi fuori rossi dentro hanno il problema della ideologia che li porta, sempre più spesso, su posizioni di fatto grandemente anti-ecologiche. Ad esempio la demenziale posizione no-border, crescitistiche, anti-occidentali, razzistiche, che Agobit osservò in Nasce Europa verde con tabù incorporato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Brutta bestia, l'ideologia.
      Ti costringe a ragionare 'a prescindere' secondo il famoso principio: "se i fatti dicono una cosa diversa, tanto peggio per i fatti".

      Elimina
  4. Riscaldamento globale
    Ottimo pezzo contro il Negazionismo climatico oggi (purtroppo) dilagante!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aldo Piombino è un ottimo blogger scientifico ed anche se la sua competenza specifica è nel campo della geologia, può trattare con competenza anche questi argomenti.
      In rete, ovviamente, si trova di tutto: ma è l'affidabilità della fonte quella che fa la differenza.

      Elimina
  5. COMMENTO di SERGIO

    Ho dato un’occhiata al tuo ultimo post, ci sono cose interessanti, mi è piaciuto il testo di Agobit. Su alcune cose non sono tanto d’accordo, per es. sull’omologazione universale come antidoto ai particolarismi e identarismi, fonti di ostilità e per finire di scontri cruenti, di guerre. Allora avevano ragione Bergoglio e Scalfari con il loro meticciato che porterebbe inevitabilmente a un livellamento generale: tutti più o meno uguali e finalmente pacifici. D’altronde però l’esplosione demografica ci spinge in quella direzione, stessi gusti dappertutto. Forse è uno sviluppo inevitabile, ma nemmeno così desiderabile. La Magli era una fiera nemica del mondialismo e del livellamento, difendeva culture e identità, ha scritto anche un libro dal titolo significativo, “Omaggio agli italiani”, che sono o erano diversi dai teutonici e albionici.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Sergio, le tue perplessità sono più che giustificate.
      Forse però il problema non risiede tanto nell'esito finale del processo (la commistione tra i popoli) ma nelle procedure che vengono seguite per arrivarci.
      Perchè se si procede così come viene, dimenticando le differenze culturali, tutto diventa più complicato (e pericoloso).
      Se invece la commistione etnica viene perseguita nel rispetto dell'omogeneità culturale, molti spigoli vengono smussati.

      Elimina
  6. QUO VADIS PETRUS? DOVE VAI PIETRO?

    Sotto ferragosto la temperatura dell'asfalto sfiora i 50 gradi centigradi. Una vettura full electric di ultima generazione, magari accreditata di percorrenza teorica sui 500 kilometri, rischia di fermarsi per black out delle batterie, dovuto alle croniche code sulla Fettuccia di Terracina ed al caldo infernale del suolo come prima accennato.

    Altra cosa per i veicoli elettrici alimentati in presa diretta tramite pantografo che attinge dai cavi sovrastanti le motrici, vedi i tram e le locomotive eccetera eccetera. Attentati alla mobilità. Alla libertà individuale, portati avanti dalle elites, che vincono sempre, come il banco, mentre gli sventurati ludopatici umani si ritrovano sempre in braghe di tela. Ma bisogna mettersi o rimettersi in gioco, sciagurato proverbio del quale in pochi, ritengo, percepiscono l'oscuro significato. Progresso o regresso, per loro, per le elites, pari sono....

    Quo vadis Petrus, dove vai Pietro, e perché abbandoni Roma? Sono un diavolo di terza categoria signore, e non riesco più ad ingannare il popolo, a tenerlo in ceppi, a provarlo delle libertà .....Vacci tu, entra tu in Roma, io mollo, tradisco, come mio costume, non c'è due senza tre, anzi non c'è tre senza quattro, visto il pregresso in Gerusalemme.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Accidenti, che fantasia. Dovevi diventare scrittore. O hai già pubblicato qualcosa?

      Elimina
    2. Io credo che l'auto elettrica abbia una sua indiscutibile utilità, o come piccolo veicolo da città (magari sotto forma di car sharing) o come parte di una alimentazione ibrida.
      Credo quindi che, indipendentemente dalla propaganda green (vera o falsa che sia), è arrivata tra noi per rimanere a lungo.

      Elimina
    3. @ Sergio
      Pubblicherò qualcosa, forse in una futura incarnazione :-))
      Contento rileggerti.

      Elimina