domenica 11 febbraio 2024

Pensierini – LXVII

INFALLIBILITA' PAPALE
Il dogma dell'Infallibilità papale, formalizzato solo nell'ottocento ma con alle spalle una storia secolare, afferma che il Papa è infallibile (solo) quando si pronuncia “ex cathedra” e in questioni di dottrina e morale.
Qualcuno ha fatto notare che la definizione appare po’ criptica, perchè non è mai troppo chiaro quando un Papa si pronuncia effettivamente 'ex cathedra'. 
La critica è fondata, ma non credo che si tratti di un errore 'casuale'. Sono convinto che si tratti di una indeterminatezza VOLUTA, allo scopo di poter sempre modificare (o addirittura ribaltare) le affermazioni papali in caso di necessità.
La Chiesa Cattolica, infatti, si vanta di seguire norme eterne, perchè dettate da Dio e quindi immodificabili, ma, se si guarda bene, nella sua storia ha già fatto più giri di valzer di una coppia di ballerini.
LUMEN


EUTANASIA
Una buona legge sull'eutanasia (come quella, molto avanzata, vigente in Canada, che tante polemiche ha suscitato) mi sembra una semplice norma di civiltà, come quelle sul divorzio, sull'aborto, sulle unioni omosessuali eccetera.
Chi è d'accordo la usa, chi non è d'accordo non la usa.
Se pensiamo che in tanti Paesi, per motivi sostanzialmente religiosi, il suicidio è ancora considerato un reato (tanto da punire gli eventuali 'complici'), la differenza diventa ancora più abissale.
Ovviamente l'eutanasia deve essere una scelta consenziente e non forzata.
Ma ci possono essere situazioni nella vita (che non auguro a nessuno) in cui la sofferenza (soprattutto fisica) della vita è superiore a qualunque altro compenso.
Allora è giusto che ogni persona sia libera di scegliere la propria sorte.
Il suicidio è sempre esistito nella storia dell'uomo, ma i metodi utilizzati per togliersi la vita, in genere, sono di tipo violento e non fanno che aggiungere ulteriori sofferenze. L'eutanasia medica evita tutto questo.
LUMEN


DIRITTO NATURALE
Secondo i sostenitori del c.d. Diritto Naturale – risalente al pensiero greco antico e poi ripreso dal medioevo cristiano - il fondamento del 'diritto' sarebbero le norme della natura, basate sul principio latino del NEMINEM LAEDERE (non fare del male a nessuno).
Questa affermazione, però, non mi convince, perchè tutti gli esseri viventi, per poter sopravvivere, sono costretti a ledere qualcun altro. Quindi non è possibile seguire le leggi della natura e, nel contempo, proibire il danneggiamento altrui.
Ritengo pertanto che continui ad essere necessario il c.d. Diritto Positivo, quello convenzionale, che, basandosi sui costumi sociali, cerca di limitare alla meno peggio il comportamento naturale delle persone.
Ed infatti solo gli uomini possono avere un diritto, che è una limitazione della natura, mentre gli altri esseri viventi no.
Temo che il fascino del diritto naturale (ricercato a lungo come una panacea da tanti fiosofi e pensatori) stia nella speranza di trovare delle norme 'a priori' che ci tolgano la responsabilità di dover decidere 'da soli' quello che è bene e quello che è male.
Una cosa che ci provoca angoscia e confusione. Ma alla quale ci dobbiamo rassegnare.
LUMEN


SPECISMO UMANO
Che la popolazione umana sia eccessiva per la capacità di carico del nostro pianeta è un dato di fatto che nessuno può negare; e quindi è indispensabile che venga ridotta in modo significativo.
Se non vogliamo farlo per il benessere degli altri animali, come chiedono gli ambientalisti più radicali, visto che, tutto sommato, un po' di specismo umano è comprensibile (ed anche giustificato), facciamo per noi stessi.
Per vivere bene l'uomo HA BISOGNO di una certa quantità di natura libera.
Quindi, non vergognamoci se vogliamo fare le cose giuste per noi stessi, per egoismo di specie; però  facciamole.
LUMEN


DIZIONARIO DELLE SIGLE
ONU = Organizzazione di Nessuna Utilità
OPEC = Operatori Poco ECologici
UNESCO = UNione Emeriti SCOnosciuti
FAI = Forse Abbiamo Inquinato
LUMEN


PACIFISMO ATEO
Diceva Josè Saramago che “Il mondo sarebbe molto più pacifico se fossimo tutti atei”. E' un bella frase, ma io, pur essendo ateo, non ne sono molto convinto.
Certo, non sappiamo come sarebbe un mondo totalmente ateo, perché non è mai esistito, ma non credo che sarebbe molto pacifico, perché la violenza è insita nell'uomo e se non ci fosse la religione ad aizzarla e giustificarla, ci sarebbe qualche altra ideologia.
Oggi, gli atei (e gli agnostici) sono più pacifici dei credenti, perché sono una quota minoritaria della società, ed in genere sono più riflessivi.
Ma se fossero tutti dei  'non credenti', le cose sarebbero diverse.
LUMEN
 

40 commenti:

  1. COMMENTO di SERGIO

    Eutanasia

    Perché una volta i tentativi di suicidio erano puniti (con bastonature, col carcere)? Perché uccidere è - col furto e la menzogna - uno dei massimi crimini. E il potere - civile e religioso - non faceva logicamente differenza tra omicidio e suicidio: in entrambi i casi si sopprime una vita. Oggi invece gli organi costituzionali in occidente riconoscono all’individuo il diritto di porre fine alla propria vita nel modo e nei tempi desiderati (così il Tribunale federale svizzero). Ma il potere religioso si oppone ancora al riconoscimento di questo diritto. Ma non solo il potere religioso: sussiste ancora anche nella società laicizzata un diffuso rifiuto dell’eutanasia. Eutanasia è una brutta parola per via dei crimini del nazismo. Io proporrei di sostituire sempre questa parola con la sua traduzione letterale: buona morte. Se si ricorresse sistematicamente all’espressione della buona morte il discorso perderebbe la connotazione negativa. Perché tutti - tutti, anche il papa - vogliono morire serenamente o il più serenamente possibile. Mentre Pio XII attribuiva ancora alle sofferenze del moribondo un potere catartico (che sadico!).

    Ma perché il potere civile e religioso erano e sono ancora in parte contrari all’eutanasia? Perché il potere - civile e religioso - pretendeva di avere il diritto di vita e di morte sui membri della comunità. E il suicida si sottrae(va) a questo potere assoluto, in altre parole lo nega(va).
    Bisogna tuttavia riconoscere che la società o il potere hanno il diritto di porre delle regole. Attualmente anche in occidente il diritto alla buona morte non è ancora universalmente riconosciuto, ci vorrà ancora del tempo, ma penso ci si arriverà prima o poi. La Chiesa lo rifiuta nettamente perché un potere è tale se può dire no, questo non si fa, è inammissibile. La Chiesa però di potere ne ha sempre meno. Uno dei peccati più diffusi era quello contro il sesto comandamento (non commettere atti impuri). Ma in materia la Chiesa si è ormai arresa: il nuovo comandamento, che abolisce il sesto, è appunto: libero sesso in libera società. Ma l’eutanasia, no! Qualcosa deve pur proibire un potere o un’autorità.

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    1. << Ma perché il potere civile e religioso erano e sono ancora in parte contrari all’eutanasia? Perché il potere - civile e religioso - pretendeva di avere il diritto di vita e di morte sui membri della comunità. E il suicida si sottrae(va) a questo potere assoluto, in altre parole lo nega(va). >>

      Caro Sergio, sono d'accordo con questa tua interpretazione.
      Aggiungerei solo, per quanto riguarda il potere temporale, la necessità di tenere in vita più persone possibili per poterle, all'occorrenza, mandare in guerra (per combattere ed anche morire, ma in quel caso va tutto bene).

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  2. COMMENTO di SERGIO

    Infallibilità papale

    "La critica è fondata, ma non credo che si tratti di un errore 'casuale'. Sono convinto che si tratti di una indeterminatezza VOLUTA."

    Mah, non so se è proprio voluta. I dogmi sono una specie di parole d’ordine: indiscutibili perché sono ispirati da Dio, verità assolute. I credenti accettavano questa imposizione, molti l’accettano ancora oggi, ma sono sempre meno. Chi può onestamente oggi credere ancora in un’infallibilità papale, anche se solo in materia di dottrina e morale?
    I dogmi dottrinari noti sono le verità contenute nel Credo più i dogmi mariani recenti (Immacolata concezione, Assunzione) e l’infallibilità papale. Ma quanti siano effettivamente i dogmi alias verità assolute non si sa. Del resto molti sacerdoti non sanno recitare nemmeno i dieci comandamenti, si bloccano già sul secondo o il terzo (davvero, fate la prova).

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    1. Caro Sergio, io non conosco bene le norme procedurali e giuridiche della Chiesa, ma è tutto minuziosamente regolato ed è noto che il Papa può emanare diversi tipi di provvedimento (Enciclica, Bolla, Motu Proprio, ecc.), ciascuno con le sue caratteristiche ben precise:
      Quindi, se avessero voluto rendere più preciso l'ambito della infallibilità papale, bastava prevedere che il Papa è infallibile quando emette un certo tipo specifico tipo di provvedimento (magari creato ad hoc).
      Invece non l'hanno fatto.

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  3. COMMENTO di SERGIO

    Diritto naturale

    Il neminem laedere è chiaramente riferito alla nostra specie. E vale anche in genere nelle altre specie (l’aggressività intraspecifica è rara). I carnivori devono predare per sopravvivere. L’estensione a tutti gli animali è dovuta alla sensibilità per gli esseri viventi che abbiamo sviluppato in occidente, del resto solo parzialmente. È interessante notare che i cattolici tradizionalisti o conservatori considerano il vegetarianismo - come pure l’ecologismo - delle perversioni. Adinolfi dice: gli occhi del vitello non mi commuovono, preferisco la fettina nel piatto. Che essere vomitevole. Ovviamente il signor Adinolfi la sua fettina non sa procurarsela da solo, uccidendo e squartando il vitello, mica vuole sporcarsi le mani. Delega la bisogna ai macellai.

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    1. << Il neminem laedere è chiaramente riferito alla nostra specie. >>

      Questo è inevitabile, perchè stiamo parlando di 'diritti', i quali, come purtroppo molti dimenticano, sono tali solo perchè, dall'altro lato, prevedono dei corrispettivi doveri (altrimenti si chiamano privilegi).
      E siccome non possiamo imporre agli animali dei doveri (perchè non sarebbero in gradi di comprenderli) non possiamo neppure atribuirgli dei diritti.
      Il che ovviamente non giustifica la crudeltà e non impedisce la sensibilità (giustificata ed ammirevole) per le sofferenze altrui.

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  4. Eutanasia

    Largamente condivisibile, a maggior ragione a seguito del progressivo innalzamento della vita media (almeno nel "malfamato" Mondo occidentale) e dei recenti avanzamenti medico-sanitari che tendono a prolungare "sine die" il momento del trapasso perpetuando situazioni di grave infermità/sofferenza ritenute in determinati casi insopportabili dal paziente direttamente coinvolto. Una ragionata legalizzazione della "morte opportuna" (cit. PG Welby) porterebbe inoltre alla luce del sole pratiche eutanasiche clandestine ipocritamente tollerate ma statisticamente piuttosto diffuse e (queste sì) sottoposte a possibili arbitri. Come al solito in qs casi, mentalità autoritario-clericali trasformano invece un più che legittimo "io non lo farei" in un inquietante "tu non lo devi fare!".

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    1. Hai ragione.
      L'eutanasia nascosta, e quindi ipocrita, è sempre esistita.
      Ed è proprio con essa che si possono verificare gli arbitri peggiori.
      Cosa che sarebbe molto piu difficile con una legge ben fatta.

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  5. Dopo i dotti e pertinenti interventi di Sergio, Claude Lumen, mi astengo da ulteriori, forse inutili chiose.

    Solo mi chiedo se farsi suicidare, se così posso dire, attenua il senso di colpa di chi è costretto a simile gesto, per I seri motivi che conosciamo,ovvero farsi in qualche modo manlevare dalle autorità, ripartendo a metà le responsabilità morali et cetera del gesto estremo in questione.

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    1. Caro Mauro, se ho capito bene, tu ritieni che il suicida sia oppresso dai sensi di colpa.
      Io credo invece che il sentimento dominante sia la disperazione.
      Ma le mie sono solo opinioni personali.

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  6. Esatto, proprio così, a mio avviso, inevitabili tracce di sensi di colpa, se pur minime, retaggio di fregnacce ficcateci nella zucca dai perfidi sacerdoti, da filosofi logorroici quali Immanuel Kant et similia...

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    1. Ma ci può essere anche la paura dell'ignoto, come nel famoso, e commovente, monologo di Amleto.
      (per una versione... commentata, prova a leggere qui: https://ilfenotipoconsapevole.blogspot.com/2012/06/essere-o-non-essere.html).

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    2. COMMENTO di SERGIO

      Né sensi di colpa, né disperazione necessariamente.
      Dipende, c’è suicidio e suicidio.
      Il suicidio di un paziente in fase terminale o di chi è stanco di vivere, come alcuni anziani non malati, non suscita né senso di colpa né disperazione, si compie serenamente con l’assistenza dell'associazione per una buona morte.

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    3. Questo è verissimo.
      Diciamo che i motivi per desiderare la fine possono essere molto diversi e quindi anche l'approccio psicologico della persona cambia con essi.

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  7. Infallibilità papale

    La proclamazione di qs dogma (1870) costituì il punto d'arrivo di un lungo processo di progressivo accentramento dell'autorità ecclesiastica occidentale nella figura del Vescovo di Roma: figura che nei primi secoli dell'Era cristiana nulla aveva di particolare/speciale rispetto ai Vescovi delle altre Comunità locali e che tale tendenzialmente rimase per buona parte del Cristianesimo orientale e tale torno' ad essere per buona parte del Cristianesimo centro-nord europeo grazie alla coraggiosa e meritoria (parere personale) Riforma protestante del XVI secolo.
    Quanto all'effettivamente non facile tracciabilita' dei confini etico-dottrinari compresi nei pronunciamenti pontifici ammantati di infallibilità, la questione sembra più formale che sostanziale poiché generalmente il cattolico osservante appare tenuto SEMPRE e COMUNQUE all'obbedienza acritica nei confronti dei pronunciamenti pontifici pubblici. Saluti

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    1. E' giustissima, la tua ultima osservazione: l'obbedienza acritica deve essere data a tutti i pronunciamenti papali (ed anche agli altri precetti della Chiesa).
      Quindi, volendo cavillare, a cosa serve davvero il dogma dell'infallibilità papale ?
      Non sarà per caso rivolto ai teologi potenzialmente dissidenti, per metterli a tacere ?

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    2. Presumibilmente è servito soprattutto a ultimare/suggellare la trasformazione del Papato messo alle strette a livello di potere temporale (si era nel 1870...) in una monarchia assoluta (ovviamente di diritto divino) e quindi anche a soffocare definitivamente il dissenso teologico interno...

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    3. Sì, lo ritengo molto probabile.
      L'elemento cronologico, infatti, è abbastanza sospetto.

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  8. COMMENTO di SERGIO

    Infallibilità papale

    Si dà in materia di dottrina e di morale. Per la dottrina le cose sono piuttosto chiare: Trinità (un obbrobrio o una scemenza per islamici e ebrei), creazione dal nulla visibilium et invisibilium, et especto resurrectionem mortuorum et vitam eternam (amen), ecc. ecc.
    Ma come la mettiamo con la morale? Ci sono davvero dogmi concernenti la morale? E quale morale poi? Forse un dogma potrebbe essere la Humanae vitae di papa Montini che condannava pillola e contraccezione, nonostante i dissensi di alcuni cattolici.
    Sta vacillando persino l’indissolubilità del matrimonio, uno dei cardini della morale cristiana ed una delle affermazioni assolutamente univoche di Gesù.
    Ma il papa avrebbe il diritto di esprimersi ex cathedra sulla morale. Sul sesso ormai è fatta: copulate pure come vi pare, Dio è misericordioso e perdona sempre. Anche sul furto (settimo comandamento) ci sono degli accomodamenti. Nella dichiarazione dei diritti dell’uomo dei rivoluzionari francesi la proprietà è garantita. Mi sembra che Bergoglio stia innovando anche su questo: il diritto di proprietà non è più assoluto, i beni della Terra sono di tutti.

    Il cardinale Martini diceva che la Chiesa aveva un ritardo di duecento anni. Ritardo rispetto a chi o a che cosa? Alludeva alla morale sessuale? Be’, mater et magistra ormai la Chiesa lo è solo per chi ci crede, e sono sempre meno. Però Aldo Maria Valli lo trovo una bella persona, mi è abbastanza simpatico (forse perché ha ragione - a dar torto a Bergoglio).

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    1. << Il cardinale Martini diceva che la Chiesa aveva un ritardo di duecento anni. >>

      Questa è una affermazione davvero sorprendente.
      Ma, come ti chiedi giustsmente tu, "Ritardo rispetto a chi o a che cosa?"
      Davvero non ha mai precisato in modo più completo il suo pensiero ?
      Io non credo che si riferisse solo alla morale sessuale; forse si riferiva ai progressi della conoscenza umana (e quindi della scienza).
      Comunque l'affermazione mi sembra una sostanziale eresia; non so se il cardinale se ne rendesse conto.

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    2. COMMENTO di SERGIO

      Quest’affermazione di Martini l’ho sentita tanti anni fa ed è riportata anche da Wikipedia alla voce del cardinale. Ritardo poi di addirittura duecento anni! Un’istituzione che pretende di essere guida dell’umanità risultava dunque in notevole ritardo. Su che cosa poi, rispetto al progresso del genere umano, delle scienze? Ho cercato i motivi di questa critica di Martini, ma non l’ho trovata. Martini era poi un gesuita e per don Giussani in odore di eresia. Per don Giussani l’obbedienza al papa perinde ac cadaver era fondamentale.

      Non so quanti articoli ho letto negli ultimi anni sulla Chiesa cattolica e sul papa o sui due o tre ultimi papi. Centinaia e centinaia. Chi me l’ha fatto fare? Be’, mi hanno marchiato da piccolo e pur essendomi liberato un certo interesse mi è restato. E poi la Chiesa e il papa fanno politica,
      si sono ingeriti e s’ingeriscono nella vita degli italiani e di altri popoli (d’Alema pregava il papa, non ricordo quale, d’ingerirsi ancora di più nelle nostre faccende!).

      Ma mai, dico mai, proprio mai in tutti gli articoli che ho letto su Chiesa e papa si parla della fede. In che cosa credono o credono ancora questi cattolici o cristiani, Martini compreso? Nella vita eterna, nel giudizio finale, nella salvezza e dannazione eterna, nella Trinità, negli altri dogmi, nelle apparizioni di Fatima, Medjugorie e La Salette, nella grazia sacramentale? Di fede, delle cose fermissime in cui bisogna credere per non cadere in peccato, in eresia e nella scomunica niente di niente, silenzio assoluto. Una volta la Chiesa scomunicava, pensa un po’,
      e la scomunica era un fatto gravissimo. “Scomunicato”, in non unione colla comunità dei credenti, è poi chiunque sia in peccato mortale. Ma il papa dice che i confessori devono assolvere tutti, tutti, tutti, se no sono dei delinquenti.
      Quando finirà questo teatro?

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    3. << Quando finirà questo teatro? >>

      Facile: quando finiranno i soldi.
      Come per tutte le organizzazioni, grandi e piccoli, vale il principio aureo "follow the money".

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  9. COMMENTO di SERGIO

    Ateismo pacifico

    “ … ma non credo che sarebbe molto pacifico, perché la violenza è insita nell'uomo e se non ci fosse la religione ad aizzarla e giustificarla, ci sarebbe qualche altra ideologia.

    Caro Lumen,
    questa è una tua strana fissazione, che la religione sia in fondo necessaria (per la coesione sociale, per la morale, magari per l’arte e altro).
    Nemmeno sono tanto d’accordo che la violenza sia insita nell’uomo e inestirpabile. Lorenz parla di aggressività innata, ma suscitò polemiche. Ne abbiamo già parlato nel tuo blog. Lo stesso Lorenz sosteneva che l’aggressività innata può essere incanalata o sfruttata a beneficio della società. Il calcio risultava utile allo scopo: invece di ammazzarsi si cerca di buttare il pallone in rete. In ambito religioso si parla di sublimazione: il potenziale aggressivo e malefico viene incanalato ad majorem Dei gloriam. Lo stesso S. Tommaso ritiene utile la prostituzione perché l’energia si scarica nei rapporti sessuali invece che in azioni violente. Alla Chiesa poi la prostituzione serviva per riscuotere tasse.

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    1. Caro Sergio, ammetto la mia fissazione per la religione, ma è una convinzione che ho maturato dopo lunga riflessione e, al momento, non mi sento di abbandonarla.
      Anche l'aggressività distruttiva dell'uomo mi sembra una costante ineliminabile, come le varie guerre in giro per il mondo (con relativi orrori e crudeltà) continuano a dimostrare.
      Nihil sub sole novi. Lo dicevano duemila anni fa, e possiamo continuare a ripeterlo ancora oggi.

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  10. Diritto naturale

    Può avere un qualche interesse ricordare che originariamente il moderno Giusnaturalismo (Grozio & al.) emerse in alternativa "de facto" se non in diretta opposizione alla tradizionale Teologia giuridico-politica cristiana fondata sulla cd Rivelazione. Infatti esso fu inizialmente osteggiato soprattutto dalla Chiesa di Roma in quanto ritenuto (orribilmente) laico e razionalista e soltanto negli ultimi secoli.di fronte all'avanzata del (meritorio ma per loro assai minaccioso) Positivismo giuridico fu recuperato e "beatificato" dalle alte gerarchie cattoliche con una delle consuete abili "capriole" dialettiche. Saluti

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    1. La giravolta della Chiesa sul diritto naturale - che tu hai giustamente sottolineato - non deve stupire, ed anzi può essere considerata un classico esempio (mutatis mutandis) della c.d. finestra di Overton.
      Secondo la quale ogni nuova idea passa attraverso 6 fasi progressive: inconcepibile / estrema / accettabile / ragionevole / diffusa / legalizzata.
      Ovvero, da un estremo all'altro.

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  11. COMMENTO di GP VALLA

    EUTANASIA
    Mi sembra indispensabile distinguere fra eutanasia passiva (interruzione di trattamenti medici indispensabili) e quella attiva (comportamenti attivi direttamente finalizzati a causare la morte).
    Non ho problemi sulla liceità della prima, purché richiesta solo dall'interessato; quanto alla seconda, è in concreto un omicidio (Sergio vorrà scusarmi, ma odio gli eufemismi), e la sua legalizzazione mi pare non solo discutibile, ma anche pericolosa.
    Una puntualizzazione: spesso si invoca l'eutanasia attiva come rimedio, per quanto estremo, alle sofferenze dei malati terminali; ma ormai le moderne terapie del dolore (al limite, la sedazione profonda e continuata fino alla morte) hanno risolto il problema.
    In realtà in molti Stati l'approvazione di leggi sul fine vita che prevedono anche l'eutanasia hanno prodotto una deriva progressiva: inizialmente previste per regolare pochi casi eccezionali, la loro applicazione si è via via ampliata e banalizzata fino a livelli aberranti.
    In Olanda l'eutanasia attiva è stata estesa anche ai bambini tra uno e dodici anni (per quelli maggiori era prevista fin dall'origine), nonché per i malati psichiatrici e gli affetti da demenza; i casi dichiarati (non c'è obbligo a riguardo) sono più che triplicati, e l'eutanasia rappresenta più del 4 % delle cause di morte.
    In Belgio la situazione è analoga, compresa l'applicazione si bambini e alle persone affette da patologie sempre meno gravi.
    A me sembra il classico meccanismo della finestra di Overton: si parte dal caso eccezionale, ampiamente pubblicizzato dalla grancassa mediatica main stream; si approva una legge inizialmente restrittiva, poi i limiti vengono via via ampliati fino alle conseguenze agghiaccianti di cui sopra, degne dell' Aktion T4.
    Non è un caso, credo, che in Italia tutte le iniziative a riguardo siano state promosse dai radicali, ultraliberisti, nemici giurati dello Stato sociale e dei diritti dei lavoratori, finanziati ufficialmente da Soros. Si tratta di introdurre - col pretesto di nobili valori umanistici e compassionevoli - uno strumento che in realtà servirà a smaltire con poche spese persone non funzionali al nuovo ordine economico e sociale, "vite indegne di essere vissute".
    È emblematico un caso nel Canada di Trudeau: un disabile, che aveva fatto domanda di aiuti pubblici per gestire la propria difficile situazione, si è visto respingere la richiesta per mancanza di fondi; peraltro gli è stato comunicato che, se riteneva davvero intollerabile la propria situazione, avrebbe potuto accedere al programma di eutanasia. Gratis.
    Più in generale: si potrebbe considerare libera la scelta di chi, afflitto da problemi che richiedono cure o assistenza costose, si trovasse a dover scegliere fra causare gravi problemi economici ai familiari oppure optare per l'eutanasia?

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    1. Caro Beppe, comprendo i tuoi timori per i pericoli, le forzature e le possibili derive (che, peraltro, accompagnano qualsiasi progresso sociale), ma io resto fermamente convinto che il 'fine vita' sia un diritto indiscutibile dell'uomo.
      E che quindi la società debba non solo togliere a questa scelta qualsiasi carattere di reato, ma anche consentire (non dico fornire, ma almeno rendere lecite) le strutture necessarie per far cessare la propria vita in modo dignitoso e senza sofferenze.
      Le motivazioni di questa scelta possono essere le più svariate, perchè la vita propone sempre mille sfaccettature, ma la libertà individuale non può e non deve essere ostacolata.

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    2. COMMENTO di SERGIO

      @ GP Valla

      Scrivi: "Non ho problemi sulla liceità della prima, purché richiesta solo dall'interessato; quanto alla seconda, è in concreto un omicidio (Sergio vorrà scusarmi, ma odio gli eufemismi), e la sua legalizzazione mi pare non solo discutibile, ma anche pericolosa."

      Non posso darti torto, è davvero una questione delicata. Il mio medico considera l’assistenza per la buona morte un omicidio, sia quella passiva che attiva (ma è un credente, affiliato a una delle tante sette religiose).

      Ma persino nel nuovo catechismo della Chiesa cattolica (firmato da Ratzinger) si considera negativamente l’accanimento terapeutico (Veronesi proponeva ostinazione invece di accanimento). Che senso ha mantenere in vita a tutti i costi persone in condizioni pietose, un peso a sé stesse e a chi deve assisterle? Vedi il caso Englaro o recentemente quella bambina in Inghilterra a cui sono state sospese le cure ed è morta, con immenso scandalo dei cattolici e dei benpensanti. Era un caso disperato, anche se fosse sopravvissuta sarebbe stata comunque un'andicappata, che senso aveva prodigare cure praticamente inutili e anche costose?

      I benpensanti vorrebbero mantenere in vita tutti, ad ogni costo. Una delle affermazioni più sentite è che “la vita umana non ha prezzo”. E invece le nostre vite hanno un prezzo eccome. Io non posso pretendere che la società non badi a spese per mantenermi in vita, rifiuterei per esempio terapie antitumorali costosissime. Le case farmaceutiche investono invece miliardi per cure di questo genere. È molto semplice: le risorse sono limitate o non infinite. Se fossero infinite sarebbe tutto o quasi tutto possibile. Ma visto che non lo sono bisogna utilizzarle nel miglior modo possibile a vantaggio del maggior numero possibile.

      Gasparri affermava nei giorni scorsi: no alle derive eutanasiche. Una petizione di principio per sentirsi dalla parte giusta. Comunque l’eutanasia attiva resta una cosa delicata, ma non la qualificherei necessariamente di omicidio. Era un omicidio il colpo di grazia che si dava ai soldati considerati irrecuperabili dopo la battaglia di Solferino? Direi di no, era una necessità per quei tempi, le risorse erano appunto limitate e si considerava inutile cercare di mantenere in vita persone ormai più di là che di qua.
      Comunque parliamone pure, discutiamone.

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    3. << Una delle affermazioni più sentite è che “la vita umana non ha prezzo”. E invece le nostre vite hanno un prezzo eccome. (...)
      Le risorse sono limitate o non infinite. Se fossero infinite sarebbe tutto o quasi tutto possibile. Ma visto che non lo sono bisogna utilizzarle nel miglior modo possibile a vantaggio del maggior numero possibile. >>

      Sono perfettamente d'ccordo con te.
      Le petizioni di principio sono belle, ma valgono ben poco nella vita concreta.

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    4. COMMENTO di GP VALLA

      Ringrazio Sergio per l'interessante (come sempre) intervento e, preciso meglio le mie opinioni.
      Condivido appieno l'opposizione all'accanimento terapeutico: ritengo sacrosanto il rispetto delle personali determinazioni in ordine al proprio corpo ed alla propria vita, purché la persona che le formula sia adulta, libera, consapevole e sano di mente (non è tale chi è afflitto da depressione, per esempio): come scrive Lumen "è giusto che ogni persona sia libera di scegliere la propria sorte". La PROPRIA: la scelta deve essere fatta ESCLUSIVAMENTE e LIBERAMENTE dal soggetto interessato. Se la decisione è presa da altri, come nei casi dei minori e dei disabili mentali, non si tratta più di suicidio, ma di omicidio senza alcuna attenuante (anche se magari presentato come "pietoso"), anzi aggravato dall' essere commesso contro soggetti deboli e impossibilitati a difendersi.
      E questo, devo ribadirlo, è ciò che si è successo troppo spesso. Ho ricordato il Belgio e i Paesi Bassi, ma anche il Canada ha autorizzato l'eutanasia sui minori e sui disabili. Quando queste derive sono così diffuse, viene il sospetto che non sia una coincidenza, ma che si mirasse fin dall'inizio a questo risultato.
      E - anche prescindendo da queste fattispecie - l'ampliamento delle casistiche ammesse anche alle situazioni di semplice disagio sociale fa sì che spesso i poveri siano spinti ad avvalersene. Da un articolo de Il Post (2022):
      "Nell'aprile del 2022 il settimanale inglese Spectator aveva pubblicato un articolo intitolato: "Perché il Canada sta sopprimendo i poveri?". Dal 2021, diceva l'articolo, "la legge canadese ha permesso sia ai ricchi, sia ai poveri di uccidersi se sono troppo poveri per continuare a vivere dignitosamente. In effetti il sempre generoso stato canadese pagherà anche per la loro morte. Quello che non farà è spendere soldi per permettere loro di vivere invece di uccidersi".
      Del resto, mi pare, anche Sergio lo ha confermato: in molti casi non si tratta di alte considerazioni filosofiche sull'autodeterminazione e la dignità umana, ma di precise scelte politiche ed economiche. Non Catone l'Uticense, ma Monti e Draghi.
      Non sono peraltro d'accordo sull'asserita limitatezza delle risorse, che renderebbe questa deriva inevitabile (TINA...). Per riprendere l'esempio di Sergio, non siamo sul campo di Solferino, dove mancava tutto e quindi comportamenti estremi erano comprensibili: in Italia (non so altrove) le risorse per la sanità e l'assistenza ai cittadini vengono costantemente e pesantemente tagliate, ma i miliardi per gli aiuti militari all'Ucraina, per costruire portaerei inutili, per assistere milioni di clandestini africani o per seguire le folli politiche green degli eurocrati si trovano sempre.

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    5. Caro Beppe, sulla limitatezza delle risorse si potrebbe discutere a lungo.
      Qualcuno ha detto che la politica consiste proprio nel decidere come utilizzare risorse limitate.
      Perchè le risorse di ogni gruppo umano sono sempre, oggettivamente, limitate (anche solo dalle leggi fisiche e biologiche).
      Poi, ovviamente, hai ragione da vendere quando osservi che le spese del welfare e della sanità vengono sempre dopo (e non prima) di quelle utilizzate per accontentare le lobby di turno.
      Ma così gira il mondo.

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    6. COMMENTO di SERGIO

      Ringrazio GP Valla per le sue utili precisazioni assolutamente condivisibili.
      Lo stesso resta secondo me il problema delle risorse: non si possono salvare tutti e a tempo indeterminato. La spesa sanitaria è ormai fuori controllo ovunque, abbiamo ormai un’industria della salute in continua espansione, nonostante i tagli.
      Se per avventura - e grazie all’industria della salute - non morisse più nessuno sarebbe una catastrofe: a un certo momento morirebbero tutti e in brevissimo tempo in un mondo sovraffollato all’inverosimile.
      In teoria la società potrebbe davvero decretare che la salute è la cosa in assoluto più importante e quindi occorre investire nel settore e tagliare magari la difesa o altri settori parassitari e inutili.
      A questo punto l’umanità lavorerebbe per far funzionare al meglio la sanità, il mondo sarebbe trasformato in un immenso ospedale come sogna il papa (medicina gratis per tutti).
      Quel gratis è naturalmente ingannevole perché “nessun pasto è gratis a questo mondo”. La medicina gratis è in realtà pagata da tutti i contribuenti con le tasse, tasse sempre più elevate.
      Naturalmente non posso proporre come alternativa l’eutanasia attiva che è effettivamente un omicidio e nemmeno far propaganda per l’eutanasia passiva da consigliare a chi non rende più, è solo un peso per la società.
      Si potrebbe lo stesso proporre o fissare un tetto per la spesa sanitaria, non fisso per sempre ma che tenga conto dello sviluppo economico e di altri fattori. E poi bisognerebbe operare con i mezzi disponibili.
      A questo punto non si farebbe di tutto per impedire a qualcuno di morire, ma si lascerebbe agire la natura.
      Morire dobbiamo tutti, chi prima chi dopo.
      Madre Teresa di Calcutta raccoglieva i poveracci e assicurava loro un’assistenza minima che consentisse loro di morire dignitosamente e con qualche riguardo. Fu criticata per questo, ma era ciò che era possibile nel contesto in cui operava, con mezzi scarsi.

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    7. Madre Teresa di Calcutta fu molto criticata, certo, ma anche perchè il suo tanto ammirato buonismo era molto meno candido di quanto sembrava.
      A lei avevo dedicato un post nell'aprile 2018, che dimostrava proprio la notevole differenza tra realtà ed apparenza.

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  12. Troppo morbido Lumen, picchia duro su quella impostora albanese, grande collettrice (si può dire?), di denari per le casse vaticane, dopo aver fatto relativa doverosa cresta....

    Giuseppe Moscati fu un vero medico dei poveri, ed i preti furono costretti a farlo santo, non potevano far altrimenti. Meriterebbe un post. Lui sì.

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  14. COMMENTO di SERGIO

    Come picchiate duro sulla povera Teresa di Calcutta! Io non avevo per lei la minima simpatia, arrivò persino a giustificare il divorzio di Carlo da Diana (alla faccia dell’indissolubilità del matrimonio decretata dal Figlio di Dio, alias Jesciuà - sembra che sia questa la corretta pronuncia del suo nome). Certo che ci sapeva fare per ottenere qualcosa. Lessi una volta che telefonò al cardinale Martini dandogli degli ordini, il cardinale ci restò. Ma sicuramente non faceva la cresta sugli aiuti, a che scopo? Sì, qualche vantaggio per il suo ordine, ma non arricchimento personale, penso che vivesse modestamente. Del resto era una povera vecchia,
    che se ne faceva dei soldi? Sui giudizi molto critici nei suoi riguardi non so niente di preciso, dovrei approfondire (ma non ne ho nessuna voglia). Mi sembra le si rimproverasse di non curare bene i poveri che accoglieva nei suoi conventi, addirittura di lasciarli morire sofferenti.
    Immagino che avesse dato istruzioni di fare il minimo indispensabile per loro per la scarsità di mezzi. Ma è stata fatta santa pure lei? Non lo so, ormai la Chiesa sforna santi a tutto spiano, soprattutto Wojtyla incrementò le “cannonizzazioni” (così Belli nei suoi sonetti).
    Santa Teresa di Calcutta, ora pro nobis poveri peccatori e miscredenti. Se ci sei batti un colpo.

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    1. Madre Teresa è stata proclamata beata da papa Giovanni Paolo II nel 2003 e poi santa da papa Francesco nel 2016.
      D'altra parte, in mezzo a tanti santi sconosciuti, che non hanno un grande seguito popolare (e quindi portano pochi soldi), una come lei non poteva mancare.

      Tra le tante accuse, quella che a me sembra più intollerabile è che faceva poco o nulla per ridurre le sofferenze dei poveri malati.
      Li seguiva e li accudiva, ma non consentiva l'uso di farmaci o terapie contro il dolore: una forma di sadismo involontario, tipico di un certo modo di intendere la religione.

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  15. Lumen, dovevi fare il diplomatico.....:-)

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