lunedì 3 ottobre 2022

Racconti d'inverno (demografico)

La notizia buona è che il trend demografico in Italia è in diminuzione, a causa del ridotto tasso di natalità.
La notizia cattiva è che i nostri governanti ne sono terrorizzati e cercano in tutti i modi di intervenire per tenere alto il livello della popolazione, con interventi in parte inutli (incentivi alla natalità) ed in parte (purtroppo) efficaci (immigrazione incontrollata).
A questo argomento, poco sentito dall'opinione comune, ma non per questo meno importante e foriero di conseguenze, è dedicato il post di oggi, che riporta alcuni contributi tratti dal web.
LUMEN


INVECCHIAMENTO E PENSIONI
Il ricatto pensionistico [chi pagherà le pensioni future - NdL] è alla base della crescita infinita. Non viene in mente che l'invecchiamento della società sia un transiente necessario che deve essere governato.
Ho evidenziato la parola "transiente" perché di questo si tratta. L'obiettivo dovrebbe essere di guidare la stabilizzazione verso il basso della popolazione. E questo dovrebbe essere un obiettivo perché non c'è sostenibilità con la popolazione attuale.
Ad esempio si potrebbe, e dovrebbe, trasferire risorse dalla cura dell'infanzia e della gioventù, alla cura degli anziani. Per un certo tempo ci saranno molti anziani e pochi bambini, invece di contrastare questa dinamica inevitabile, andrebbe governata per assecondarla.
Non è difficile da capire, ma inconcepibile per chi è legato al paradigma della crescita infinita che significa anche crescita della popolazione. Va detto che è abbastanza improbabile che eventuali politiche nataliste abbiano successo per cui, secondo alcuni, la mia polemica sarebbe inutile. Può essere.
Mi rimane una curiosità che un giorno spero di soddisfare: gli economisti main stream, quanta gente pensano possa vivere su questo pianeta? E su questa penisola? Dieci miliardi gli bastano (70-80 milioni in Italia). Voglio dire: ad un certo punto concepiranno una fine della crescita demografica?
Oppure il problema è talmente lontano, per l'economista main stream, che non vale la pena di pensarci perché comunque "nel lungo periodo saremo tutti morti"? Io spero che un giorno qualcuno mi risponderà perché la mia curiosità è sincera.
LUCA PARDI


TASSO DI NATALITA'
Quando si dice che i tassi di natalità, ad esempio, sono alti in Africa o in Bangla Desh, ma troppo bassi in Europa si dice una menzogna colpevolmente nascosta.
E’ vero infatti che la natalità è concentrata in certe aree, dove tra l’altro non vi sono risorse, ma poiché il mondo oggi è globalizzato, l’affermazione che la crescita demografica è riservata a certe zone è falsa. In passato, quando gli spostamenti di popolazione erano più rari e difficoltosi, le risorse locali (acqua, produzione agricola, alimentari, lavoro, sanità ecc.) fungevano da limitazione alla natalità.
Oggi questo non costituisce più impedimento alle alte natalità, in quanto i nuovi nati, spesso ancora minorenni, si trasferiscono (o meglio vengono trasferiti con vere e proprie tratte…) nelle aree dove possono trovare risorse adeguate (Europa essenzialmente).
AGOBIT


ITALIA AFFOLLATA
Ci sono pochi, perlopiù cittadini comuni, che osano sottolineare che l'Italia è già troppo affollata e che il lentissimo calo demografico che abbiamo iniziato a sperimentare negli ultimi anni potrebbe anche essere una buona cosa. Non sentirai mai un giornalista, accademico, per non parlare di un politico, dire qualcosa del genere.
La mia lettura della situazione è che tutto questo è principalmente colpa di una o due generazioni molto egoiste – per lo più i Boomer – che non vogliono rinunciare ai loro privilegi e rifiutano di capire che i loro figli, i nipoti che affermano di volere e l'ambiente stesso ne sta pagando un prezzo straordinario.
GAIA BARACETTI


RISCALDAMENTO E DEMOGRAFIA
La storia del riscaldamento globale è un ottimo argomento per permettere ai verdi di sopravvivere e di contare politicamente a livello mondiale, ma sono loro stessi a non crederci, per lo meno nei termini catastrofici che strombazzano su tutti i media.
Se ci credessero veramente, la loro battaglia anticonsumista e per una economia della redistribuzione basate solo sulle rinnovabili, verrebbe messa in secondo ordine rispetto al primo fattore all'origine del disastro ambientale: la sovrappopolazione umana del pianeta terra.
L'equazione di Ehrlich mette al primo posto nell'Impatto sull'ambiente la popolazione umana. Ehrlich è molto chiaro al proposito:
"L'immissione in atmosfera dei principali gas serra, anidride carbonica e metano, che possono modificare il clima e rovinare la produzione agricola, non è facile da correggere. La concentrazione atmosferica di questi gas è strettamente legata alle dimensioni della popolazione. Conseguentemente, non c'è nessun metodo pratico per ottenere la necessaria riduzione dell'emissione di questi gas senza un controllo demografico ".
AGOBIT

14 commenti:

  1. Il suicidio dell'Italia

    Proprio oggi il Foglio, forsennatamente natalista, pubblica un articolo in cui si prevede - continuando l'andazzo - il calo della popolazione italiana a 36 milioni nel giro di due generazioni (fosse vero!). Ciò significherebbe letteralmente il suicidio, la fine della civiltà italiana, secondo uno studioso francese. Nel 2060 avremmo 315'000 nascite a fronte di 800'000 decessi.
    Comunque l'immigrazionismo voluto e incentivato dalle elite e dal papa dovrebbe limitare o impedire il tracollo demografico dell'Italia.

    Nel Web, sotto l'articolo del Foglio, c'è un allarme per la crisi idrica in 107 paesi in cui vivono 5 miliardi di persone ...
    Acqua potabile un bene raro, servizi igienico-sanitari insufficienti o inesistenti ...
    Chissà dove prenderanno l'acqua e hai voglia a depurare: gli 8 miliardi producono giornalmente non so quanti milioni di tonnellate di escrementi. Qualcuno, tra cui lo stesso Agobit, sostengono che non è un vero problema perché la Terra è in grado di assorbire e smaltire questa immensa montagna di escrementi giornaliera. Io ho forti dubbi sulla capacità rigenerativa della Terra di fronte a tali quantità di feci.
    Se i depuratori non funzionassero moriremmo come le mosche per il dilagare del colera e di altre malattie infettive.

    Comunque è un fatto che in occidente la natalità è in calo perché la gente preferisce godersi la vita e il benessere. Dobbiamo comprare, consumare, se non consumi sei un poveraccio, questo ci hanno detto per decenni. Persino i Cinesi non ne vogliono sapere di avere un secondo o un terzo figlio: anche loro ci hanno preso gusto a godersi la vita e i figli sono un ostacolo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Sergio, come ben sappiamo, il modo più corretto, dal punto di vista ambientale, per calcolare il numero di bitanti compatibile con il territorio di riferimento è quello della "Impronta Ecologica".
      I metodi di calcolo sono, inevitablmente, approssimativi, ma sono anche in continua evoluzione ed affinamento, per essere sempre più precisi.
      Ora, secondo gli ultimi dati disponibili riportati da Wiki (2002), la situazione dell'Italia sarebbe la seguente:

      << l'italiano medio ha un'impronta ecologica di 3,84 unità. (...) Il nostro paese (però) possiede una capacità biologica (solo) di 1,18 unità di superficie a persona ed è quindi pesantemente in deficit di 2,66 unità di superficie: ci vorrebbero 3 Italie per soddisfare i consumi italiani. >>

      Ne consegue che, se volessimo vivere in equilibrio ecologico con il nostro territorio, la popolazione residente in Italia dovrebbe più che dimezzarsi.
      Con buona pace dei natalisti ad oltranza.

      Elimina
  2. Invecchiamento e pensioni
    Parole sacrosante! Se il tasso di natalità dovesse tener dietro al progressivo tendenziale allungamento della vita umana media, si finirebbe ben presto in una drammatica spirale del tutto insostenibile non soltanto dal lato ambientale ma anche da quello sociale... Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema delle pensioni, dal punto di vista finanziario, è molto serio.
      L'allungamento delle apettative di vita, infatti, è un evento molto gradito da tutti, ma porta con sè - per un semplice calcolo finanziario - la necessità di aumentare la base demografica, (cosa da evitare per i ben noti motivi), oppure di spostare l'età della pensione (cosa che nessuno accetta volentieri).
      Una possibile soluzione sarebbe di occupare le persone over 60 in attività part time e tranquille, in cui possano essere ancora attivi (per se) e produttivi (per la società). Mestieri di questo tipo, nella società di oggi, ce ne sono sicuramente molti (insegnanti, dipendenti pubblici, ecc.).
      Ma sarebbe una rivoluzione culturale che, al momento, mi sembra molto difficile da realizzare.

      Elimina
  3. Incrementare (nei limiti del possibile) la previdenza privata può aiutare ... insieme ad una (presumibilmente) inevitabile (sebbene non facile) riforma complessiva del sistema previdenziale pubblico...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La previdenza privata è sicuramente una cosa utile, ma purtroppo, essendo basata sugi investimenti finanziari, ha bisogno, per funzionare, di una crescita economica continua.
      La quale, a sua volta, presuppone quella demografica, e siamo daccapo.

      Elimina
  4. Altre due variabili importanti in merito saranno/sono la (fin troppo) massiccia immigrazione proveniente dai Paesi africani, asiatici e latino-americani e i prox sviluppi dell'IA e della Robotica... Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per essere sincero, non riesco ad entusiasmarmi per le prospettive della AI e della robotica.
      Non perchè non siano importanti, ma perchè la crisi che ci attende è di ordine materiale (acqua, cibo, materie prime,...) che sono in esaurimento e che - per quanto ne so - non possono essere ripristinate con procedimenti 'virtuali'.

      Elimina
  5. COMMENTO di GP VALLA

    TASSO DI NATALITÀ - ITALIA AFFOLLATA

    Le affermazioni di Agobit e della Baracetti mi sembrano discutibili.
    Innanzi tutto due numeri: il tasso di fecondità in Italia è di 1,25 figli per donna. Se rimarrà tale (al netto dell'immigrazione), alla prossima generazione la popolazione italiana passerà da 60 a 37,5 milioni: un crollo verticale, non un "lentissimo calo demografico".
    Quanto agli spostamenti di popolazioni (eufemismo per invasioni), non sono fenomeni naturali, inevitabili e inarrestabili, come sembra ritenere Agobit: potrebbero essere ridotti grandemente, se non addirittura bloccati completamente se solo vi fosse la volontà politica di agire in tal senso. Se ciò non avviene, è una precisa scelta politica da parte delle oligarchie dominanti, per molteplici scopi.
    È significativo del resto che quelle stesse élites che hanno costruito e gonfiato il fenomeno Greta e che ci bombardano quotidianamente con messaggi ed intimazioni ecologico - apocalittiche (non fate figli! mangiate cavallette! non lavatevi! etc), sono le stesse che - tramite le ONG - favoriscono l'immigrazione di massa.
    Per quanto sopra, personalmente sono favorevole a qualsiasi misura possa contribuire ad innalzare il tasso di natalità degli italiani "de bonne souche", e contemporaneamente a qualunque azione utile ad arrestare l'immigrazione incontrollata dall'Africa e dall'Asia. Sarò un boomer egoista (pazienza, me ne farò una ragione...), ma non mi sembra giusto che una nazione si suicidi (o meglio, sia "suicidata") solo perché altrove nel mondo c'è un boom demografico incontrollato, e per interessi di una oligarchia parassitaria.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Beppe, le tue obiezioni sono giustificate, a conferma del fatto che, purtroppo, se il controllo demografico viene praticato da una singola nazione (salvo rare eccezioni, come quella della Cina), i vantaggi risultano ampiamente inferiori agli svantaggi (immediati) ed ai rischi.
      Come dimostra anche il c.d. 'Paradosso Maori' di cui ho parlato in un post 'multiplo' del giugno scorso.

      Elimina
    2. Il (laicamente provvidenziale) calo del tasso di natalità non sta venendo praticato da una singola nazione, bensì esso coinvolge ormai un po' tutto il Mondo occidentale, non a caso cosi inviso alle autocrazie orientali di matrice clerico-nazionalista (e non solo a loro...), che lo accusano di degenerazione etico- morale e di ogni altra infamia possibile...
      Viceversa occorrerebbe che qs calo SI ESTENDESSE nella maniera più consapevole, indolore e rapida possibile a quelle ampie aree soprattutto afro-asiatiche tuttora preda di pesanti squilibri tra popolazione e risorse ragionevolmente disponibili (da cui miseria diffusa, emigrazione selvaggia, distruzione ambientale, guerre varie, ecc.)!
      Nell'attuale drammatico scenario ambientale, geo-politico-militare e socio-economico rilanciare la natalità nazionale (prescindendo da tutto il resto) costituisce una misura anacronistica e ideologica destinata ad accrescere ulteriormente il già elevato tasso di povertà, disoccupazione, emarginazione sociale autoctono... Saluti

      Elimina
    3. Caro Claude, la tragedia è che il calo demografico dell'occidente viene visto, dai rispettivi governi, come una diminuzione negativa. E quindi da combattere con le misure di incentivo (del tutto inutili) oppure con l'immigrazione facile (che funziona ma è
      socialmente problematica e poco gestibile).
      Di consapevolezza lungimirante non vedo nessuna traccia.

      Elimina
  6. COMMENTO di GP VALLA

    PENSIONI E INVECCHIAMENTO

    Qualche osservazione.
    Non è il numero degli abitanti del Paese a rendere "sostenibile" il sistema previdenziale, ma quello dei lavoratori occupati, e l'ammontare dei loro stipendi (e quindi contribuzioni).
    Considerando che il tasso ufficiale di disoccupazione è circa l'8 % - ma in realtà ben più alto - a che serve importare dall'Africa ulteriori disoccupati, che costano oltre 5 miliardi ogni anno di sole spese dirette (oltre quelle indirette)?
    Non credo poi che il ricorso alla previdenza integrativa privata possa essere una soluzione generale: si tratta pur sempre di contributi versati dai lavoratori (e non tutti possono permetterselo), a fronte di una controprestazione; tanto vale versarli direttamente all' Ente pubblico, che almeno offre la garanzia dello Stato. Dovrebbe insegnare l'esperienza degli Stati Uniti, dove molte casse di previdenza private sono fallite durante le crisi finanziarie del 2008 e 2011, lasciando senza reddito i pensionati. In Italia è successo qualcosa di analogo alla Cassa Pensioni dei giornalisti (privata, per scelta degli interessati): a causa della riduzione degli iscritti e della entità delle pensioni corrisposte è divenuta insolvente, ed è stata salvata accorpandola all' INPS, cioè con i soldi dei lavoratori spesso accusati dai giornalisti di "aver vissuto al di sopra dei propri mezzi"...
    Sarcasmo a parte: se l'attuale sistema pensionistico risultasse in futuro insostenibile, non vedo perché non dovrebbe essere lo Stato ad erogare direttamente le pensioni. Basta non obbedire ai diktat di Bruxelles.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio di avermi ricordato l'episodio della Cassa di Previdenza dei Giornalisti, esempio perfetto di una gestione opaca e collusa della cosa pubblica.
      La Cassa era orgogliosamente privata sino a che generava copiosi utili, ma non appena le cose son peggiorate e sono emerse delle (notevoli) perdite, ecco l'aiuto degli amici politici, con l'assorbimento da parte dell'INPS, che continuerà a pagare le loro (spesso generose) pensioni coi soldi di tutti.
      Il tutto nel silenzio quasi totale dei media, dato che i giornalisti, avendo la coda di paglia, non avevano nessun interesse a parlarne.
      Mala tempora currunt.

      Elimina