giovedì 16 settembre 2021

Confessioni di un povero Diavolo

Pochi personaggi dell'immaginario umano hanno avuto un successo paragonabile a quello del Diavolo, altrimenti noto come Demonio, Satana, Lucifero, Principe del Male o quel che volete voi. Ma cosa sappiamo veramente di lui ? 
Quelle che seguono sono le ipotetiche confessioni del personaggio in questione, immaginate dalla penna acuta ed ironica di Enrica Rota (dal sito UAAR). Una lettura divertente, ma anche molto profonda. 
LUMEN 
 
 
<< Ebbene, Signori, eccomi qua. Mi avete evocato e quindi adesso statemi a sentire: non è vero tutto quello che vi hanno sempre raccontato su di me, perciò ora vi esporrò la mia versione dei fatti che, come potrete notare, molto si discosta da quella che vi è stata fino ad oggi propinata da tutti i preti, teologi e lecchini vari di cui il buon Dio dispone sulla terra. Ecco dunque come stanno veramente le cose.

Una volta ero un angelo bellissimo, il più bello di tutti a dire il vero, e un giorno ho deciso di ribellarmi a Dio. Ma il motivo non era la superbia, come vi hanno sempre fatto credere, tutt’altro! Il motivo era che io, Dio, non lo sopportavo proprio: era prepotente, irascibile, volubile, violento e vendicativo; faceva e disfaceva le cose a suo piacimento, e guai a criticarlo; si comportava da padrone e da tiranno e bistrattava le sue povere creature: certo così non si poteva più andare avanti!

E poi, a dire il vero, a me non piaceva neanche troppo la creazione: era del tutto ovvio che Dio l’aveva fatta con i piedi, senza concentrarsi più di tanto: ma come si fa, dico io, a creare la luce il primo giorno e il sole e le stelle che la producono soltanto al quarto? E, d’altro canto, come avranno fatto a passare i primi quattro giorni se il sole, per l’appunto, non era ancora stato creato? Cosucce così.

Non c’era affatto da stupirsi, quindi, se la creazione risultava difettosa, bislacca e piena di magagne. Io ero convinto che, potendo metterci mano, sarei riuscito a migliorare un po’ le cose: ad esempio, prima di tutto avrei abolito questa ridicola catena alimentare ed eliminato gli animali carnivori (oltre a certi animaletti antipatici come le vespe icneumonidi), inoltre anche le malattie, le sofferenze inutili eccetera eccetera, e soprattutto avrei revocato all’uomo il permesso di assoggettare tutta la natura, che guardate un po’ da allora in poi quanti casini ha combinato …

E quindi, in poche parole, per questi motivi di cui sopra avevo provato a ribellarmi a Dio ma, ahimè, non ce l’ho fatta e la storia, come tutti sanno, viene poi sempre scritta dai vincitori.

Riguardo invece a quell’altra faccenda, quella della mela, anche lì non ve l’hanno mica contata giusta! La verità è che io non c’entravo proprio niente, stavo semplicemente passando da quelle parti nella mia veste di animale strisciante e quella str***a mi ha visto e ha pensato bene di dare a me tutta la colpa, ma io, ripeto, sono innocente, ve lo potrei giurare anche su Dio, se volete, ahahah! (risatina diabolica).

E comunque, insomma, in seguito al fattaccio della mela sia Dio che gli uomini hanno cominciato a dare sempre a me la colpa di tutti i pasticci che combinano, e così la figura del cattivo alla fine la faccio sempre io.

E hanno anche deciso di chiamarmi “il Maligno”, quello che è sempre lì pronto a sporcare la creazione, oppure “il Tentatore”, quello che passa le sue giornate a cercare di far peccare le persone, e quindi io sarei il responsabile di tutti i mali del mondo, niente meno, delle guerre, delle carestie, dei terremoti, degli tsunami, delle malattie, dei virus e finanche delle zanzare, e se al mondo ci sono dei bimbi che muoiono di tumore e degli adulti bloccati per anni a letto con la SLA il colpevole sono sempre e soltanto io, e se gli uomini sono violenti, se si uccidono a vicenda o se uccidono le loro donne e i loro figli il colpevole sono sempre e soltanto — indovinate un po’! — io, naturalmente!

E lo sono pure di tutte le atrocità che commettono certi ministri di Dio sulla terra, perché loro in quanto tali non peccherebbero sicuramente mai, se non ci fossi io sempre lì dietro, in agguato, pronto ad indurli in tentazione!

Molto comodo, Signori miei, davvero molto, ma mooolto comodo! Pensateci un po’, se io non esistessi Dio non godrebbe certo di tutta questa grande fama di benevolenza e bontà che si porta sempre dietro, e voi dovreste assumervi la responsabilità delle vostre malefatte invece di sbolognarle tutte su di me.

Sono io, Signori, mica Cristo, quello che lava i peccati del mondo, il capro espiatorio di tutti i vostri misfatti. E sono sempre io, Signori miei, quello che vi permette di convivere con le vostre coscienze sporche, con la vostra carne “debole”, con la vostra volontà vacillante, con le vostre pulsioni malvagie, con i vostri deplorevoli comportamenti e con tutte le vostre ipocrisie senza farvi troppi scrupoli di coscienza; quello che vi lava i panni sporchi nell’acquasantiera dell’auto-indulgenza e che fa sì che possiate auto-assolvervi di tutte le vostre manchevolezze, insomma.

E sono ancora sempre io quello che libera Dio dalla sua grave responsabilità per l’esistenza del male nel mondo; sì, è proprio così, sono il capro espiatorio anche di Dio! Se Lui non mi volesse io non ci sarei, e se voi non lo voleste non mi permettereste certo di indurvi in tentazione, ma io torno comodo un po’ a tutti e quindi nessuno mai mi caccerà.

Sono Lucifero, “colui che porta la luce”, e ho voluto illuminarvi un po’ sul mio ruolo nel mondo. Avrei voluto fare le cose meglio di Dio ma non ce l’ho fatta, ed accetto di buon grado la sconfitta. Dopo tutto, il mio è un ruolo indispensabile, e se io non esistessi sia voi uomini che il vostro Dio dovreste fare i conti con la vostra vera natura, quella più oscura e più recondita, e non credo che vi piacerebbe molto quello che potreste scoprire.

Fortuna dunque che ci sono io, il diavolo, “il Maligno”, “il Tentatore”, quello che si porta sulle spalle tutte le vostre colpe e che rende la vita più semplice per tutti. Sono Lucifero e vi porto il sollievo. Se io non esistessi dovreste proprio inventarmi. >>

ENRICA ROTA

19 commenti:

  1. Mah, così così, questo diavolo non mi ha divertito molto.
    Intanto prendiamo atto che la Chiesa ha liquidato il diavolo e l'inferno (non ancora ufficialmente ma di fatto) ed è pur sempre qualcosa, piano piano la ragione s'impone. Perché un Dio eterno amore e bontà che tiene pronto un inferno eterno di pene per gli autori di qualche peccato e persino peccatuccio è una contraddizione irrisolvibile. Se n'era persino accorto un buon cristiano e filosofo già nel terzo secolo d.C. - Origene. Eppure questa assurda storia del'inferno ha tenuto banco fino ad oggi, incredibile. Tanto che Giovanni Papini rischiò la scomunica nel XX secolo col suo "Il diavolo" in cui adombrava la possibilità - che temerario - che chissà un giorno Domineddio non l'avrebbe liberato, lui e tutti i dannati, da quel sito orrendo.
    Secono Bergoglio chi muore in peccato mortale - per es. chi non accoglie i disperati della Terra - non va all'inferno ma ... si dissolve, sparisce. I beati invece vedranno Dio in technicolor per l'eternità (ma non sarà un po' noioso lo spettacolo?).
    La realtà è che la Chiesa - era ora - si vergogna dell'inferno, una visione davvero diabolica e indegna di Dio, e non ne parla praticamente più, concentrandosi sulle cose che davvero contano, come la vaccinazione anti-covid dell'intera umanità.
    Chissà che un giorno il capolavoro di Michelangelo - il Giudizio Universale - non venga coperto da uno strato di calce. Capolavoro? A me fa letteralmente schifo. E pensare che Michelangelo vi si è raffigurato tra i dannati (forse per la sua omosessualità).

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  2. E' incredibile come la Chiesa, che si vanta delle sue verità eterne, sia sempre pronta a cambiare idea, se le fa comodo, confidando nella scarsa memoria dei suoi fedeli.

    Così per esempio, ho trovato sul web questo brano che testimonia un incredibile voltafaccia avvenuto sul tema dell'aborto:

    << L’aborto è una pratica che il mondo cattolico ha sempre tollerato, almeno nei primi 1700 anni della sua esistenza, per la semplice ragione che la piena vita spirituale della persona inizia col battesimo, al punto che i non battezzati avevano bisogno di dispense particolari per la sepoltura, come per i suicidi, ed esistette un problema teologico di creare una zona “il limbo” nella quale finissero le loro anime, se fossero nati.
    Il problema peraltro riguardava solo quelli nati vivi, ovvero quelli che avessero respirato almeno una volta prima di morire dopo il parto. Di quelli abortiti non c’era traccia alcuna.
    Con questo intendo dire che se aveste seppellito un feto abortito in terra consacrata sareste stati considerati dei profanatori, delle streghe o dei satanisti, e probabilmente uccisi o perlomeno puniti.
    Se pensate che oggi si propongono speciali cappelle dentro le chiese degli ospedali (che sono anche piu’ consacrate di un cimitero) ove seppellire i feti abortiti, potete facilmente immaginare quanto sia cambiato. >>

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    1. "L’aborto è una pratica che il mondo cattolico ha sempre tollerato."

      Questo davvero non posso crederlo. Pratiche abortive sono probabilmente sempre esistite, ma che la Chiesa o i cattolici le tollerassero mi sembra impossibile.

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    2. Così sembrava anche a me, ma il cambio (totale) di approccio in merito alla sepoltura mi pare un fatto molto significativo.

      Inoltre la cosa poteva avere un senso anche dal punto di vista pratico.
      Un tempo non c'erano i contraccettivi di oggi, per cui, probabilmente, l'aborto era molto più pratcato.
      Ed il suo utilizzo poteva fare comodo anche a molti uomini (o donne) di Chiesa, che non riuscivano a rispettare il voto di castità.

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    3. Notizia di qualche anno fa, riportata dai quotidiani:

      << Mistero nella cattedrale di Lund, antica città svedese famosa per la sua università.
      Nella bara della cripta dove circa 350 anni fa fu tumulato un vescovo, Peder Windstrup, gli scienziati hanno individuato un feto di 5, 6 mesi sistemato sotto i suoi piedi.
      Il corpicino del piccolo, che si ritiene sia nato prematuro e privo di vita, è stato scoperto nel corso della scannerizzazione del corpo mummificato dell'ecclesiastico.
      La presenza del piccolo potrebbe indicare una relazione tra il bimbo mai nato e il vescovo. >>

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  3. Un altro mistero insondabile del cristianesimo: la Divina Provvidenza.

    Da Wikipedia:

    Dal Catechismo della Chiesa cattolica: per i cristiani Provvidenza divina "sono le disposizioni per mezzo delle quali Dio conduce con sapienza e amore tutte le creature al loro fine ultimo" (nn. 302 e 321). Le conduce rispettando il loro libero arbitrio: cioè l'onnipotenza e l'onniscienza di Dio non interferiscono con le scelte della creatura libera. Come si concili la Provvidenza divina con il libero arbitrio resta un mistero indagabile ma non penetrabile.

    Secondo il mio modesto parere "non si concilia".

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    1. Anche secondo il mio.
      Resta però un'altra delle loro "genialate" per togliersi dagli impicci: con questo sistema, infatti, le cose buone sono merito di Dio, mentre le cose cattive sono colpa degli uomini.

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  4. Il mito della Divina Provvidenza è simile al Fato dei Greci. Nemmeno Giove può sottrarsi al Fato. In entrambi i casi constatiamo l'assoluta necessità degli avvenimenti - che è in effetti una cosa logica e razionale (non c'è effetto senza causa). Mentre però il Fato è per così dire neutrale, la Legge, il Dio cristiano ha o avrebbe un piano per cui interviene continuamente nella sua creazione (per es. coi miracoli) allo scopo di condurre le sue creature alla salvezza eterna. L'inghippo però è che vuole anche rispettare la libertà delle sue creature, libere di dannarsi contravvenendo alle sue leggi (scolpite nelle tavole consegnate a un leggendario personaggio, Mosè, che secondo gli studiosi ebrei non è mai esistito). Ma questo benedetto Dio vuole o non vuole la nostra salvezza? E se sì, perché non darci un aiutino almeno in punto di morte? No, preferisce rispettare la nostra libertà, ma poi si vendica mandandoci all'inferno. Secondo me gli manca una rotella o due. Una volta per questa frase mi avrebbero torturato e bruciato. Eppure ci sono teologi che riescono a spiegarti questo mistero (per es. il famoso Ravasi). Ma poi alla fine dei loro pseudoragionamenti ti dicono: bisogna crederci, abbassa la cresta e fidati di noi ovvero del potere.

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    1. << Secondo me gli manca una rotella o due. >>

      Ma no! Gli manca semplicemente la "bontà".
      Se gli togli quella, ecco che tutto quadra abbastanza (deus sive natura).

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  5. Il Diavolo e il Dio cristiano sono due facce della medesima medaglia: simul stabunt, simul cadunt... Saluti

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    1. Sono d'accordo.
      In fondo il manicheismo, pur combattuto ferocemente come eresia, dava una spiegazione molto più razionale.

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  6. Commento di GPVALLA56

    Interessante il Tuo ultimo post.
    Se ben ricordo, si ritiene che l'angelologia e la demonologia nell'ebraismo siano piuttosto tardive, postesilici, e risentano degli influssi delle religioni dualiste, come lo zoroastrismo persiano.
    È interessante osservare che nel libro di Giobbe il diavolo appaia ancora come un collaboratore di Dio, o almeno come un membro della corte celeste, e non un nemico irriducibile: evidentemente all'epoca la figura e il ruolo dei Satana non erano ancora quelli che saranno all'epoca di Gesù.
    Va osservato comunque che nei Vangeli, e soprattutto in quello di Marco (il più antico) la presenza del diavolo - o dei diavoli - è fortissima, ed è caratterizzata sostanzialmente come poi lo sarà nella dottrina cristiana: la Chiesa non ha inventato nulla, né travisato i Vangeli ha semmai arricchito di dettagli e leggende una figura già presente ab initio.
    In effetti la figura del diavolo dovrebbe sevire teologicamente per spiegare la presenza del male nel mondo senza doverlo attribuire direttamente a Dio (asserito bontà infinita). In realtà ciò mi pare sia inconciliabile con la - parimenti asserita - onnipotenza di Dio: insomma, visto che il male (incolpevole) nel mondo è indiscutibile:
    o Dio è buono ma non onnipotente (come nelle religioni dualiste),
    oppure è onnipotente, ma non fondamentalmente buono.
    Ciò può sembrare strano, ma è sostanzialmente la posizione dei calvinisti, con la dottrina della predestinazione, o - fuori dal cristianesimo - dell'Islam sunnita. Del resto anche il finale del libro di Giobbe è sulla stessa linea: a Giobbe, che gli chiede conto del mali chd ha ricevuto pur avendo sempre rispettato i suoi precetti, Dio non risponde, ma fa valere semplicemente la propria onnipotenza: "Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra? ...".
    Come argomento non mi pare un gran che: absit iniuria verbis, ma mi fa pensare al Marchese del Grillo: "Io sono io e voi non siete un ...".
    Permettimi di concludere con una citazione di Stefano Benni:
    "Io non so se Dio esiste o no, ma se non esiste fa più bella figura"

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    1. Molto ineressante.
      Mi pare evidente che ogni toppa teologica chiude un problema solo per aprirne un altro, in una sorta di continuo girotondo.

      A proposito dell'Islam, che tu citavi sopra ma che io conosco pochissimo, immagino che si accontentino di spiegare il male del mondo con l'inconoscibilità del pensiero di Allah, senza cercare troppe spiegazioni razionali.

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  7. Segue commento di GPVALLA56

    Anch'io non sono un gran conoscitore della teologia islamica; comunque ci sono state anche in tale ambito varie scuole filosofico-teologiche, e anche correnti razionalistiche che negavano la predestinazione e affermavano il pieno libero arbitrio.
    Evidentemente la tendenza a sottilizzare e discutere del sesso degli angeli è universale.

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    1. Questa è forse l'unico aspetto in cui la religione e la filosofia risultano "superiori" al pensiero scientifico.
      I 'dotti' possono appassionarsi e discutere all'infinito di ogni ipotesi e mai nessuno potrà dimostrare che hanno torto.

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  8. Annuncio funebre:

    IL DIAVOLO È MORTO.

    La notizia non si è ancora diffusa in ogni angolo del mondo (Bergoglio sembra ancora crederci, ma credo faccia finta), ma prima o poi tutti l'apprenderanno e non se ne dispiaceranno.
    Su vita e morte del Diavolo (con la maiuscola, prego, noblesse oblige) il medievista Kurt Flasch ha scritto un libro che mi sono pure comprato ma non ho letto:
    "Der Teufel und seine Engel: Geschichte einer Verführung", Munich: C.H. Beck, 2015

    Altri libri di questo simpatico storico della filosofia:

    - Was ist Gott? Das Buch der 24 Philosophen, Munich: C.H. Beck, 2011
    - Warum ich kein Christ bin: Bericht und Argumentation, Munich: C.H. Beck, 2013

    Si noti il titolo del libro "Was ist Gott?" Non "chi" è Dio, ma "che cosa è Dio?" Il titolo dice già (quasi) tutto.
    Interessante anche il titolo del secondo libro: "Perché non sono cristiano". Il nostro caro Benedetto invece, che era agnostico o ateo pure lui, scriveva:
    "Perché non possiamo non dirci cristiani". Strana questa esaltazione del messaggio cristiano, anche da parte di atei o agnostici come Goethe e Dürrenmatt. Che si può sintetizzare con "ama il prossimo tuo come te stesso".
    Non credo proprio che Goethe e Dürrenmatt - e tanti, tantissimi cristiani - amassero e amino il prossimo come loro stessi.
    Non basterebbe con reciproco profitto: io faccio un favore a te e tu ne fai uno a me (e siamo contenti).

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  9. Il Diavolo, a ben vedere, è morto ormai da 150 anni, ovvero da quando Charles Darwin, con la sua teoria dell'evoluzione, ha reso palese il principio della sopravvivenza del più adatto.
    Ne consegue, infatti, che gli elementi del "male", cioè la cattiveria, la violenza e la sopraffazione, sono già dentro di noi, iscritti nel nostro DNA, e non c'è più bisogno di inventarsi una entità esterna che ne sia l'origine.
    Quindi, addio caro Diavolo, non ci servi più.

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  10. Una delle letture che più mi appassionò da giovane fu "Il cosiddetto male" di Konrad Lorenz, ormai dimenticato e ostracizzato per un suo fantomatico razzismo. Certamente aderì in qualche misura allo Zeitgeist, come da noi i vari Bocca, Scalfari e compagnia cantante. Ma Lorenz resta per me un autore importante che non ho intenzione di buttare. A proposito, pure Marx e Engels furono razzisti ma questi i nostri sinistri moralisti non li toccano.
    Tornando all'opera di Lorenz: bello quell'aggettivo, il "cosiddetto" male. Male è ciò che non ci piace o nuoce, nessun bisogno del diavolo per spiegarne le origini. Anzi, se capisci certe cose puoi limitare o persino eliminare il male (per es. col vaccino ...).

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    1. Il problema del "male" è che non si tratta di un elemento assoluto, ma relativo.
      Ciò che è male per me, molto spesso è un bene per qualcun altro, il quale - giustamente dal suo punto di vista - non intende rinunciare.
      Per questo il male è ineiminabile nel mondo dei viventi e dobbiamo farcene una ragione.

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