mercoledì 24 gennaio 2018

Le molte facce della corruzione

LUMEN – Abbiamo oggi con noi un personaggio molto noto, ma anche molto discusso, della politica italiana, ovvero Bettino Craxi. 
CRAXI – Buongiorno a tutti.
 
LUMEN – Con l’onorevole Craxi parleremo di un argomento di grande attualità: la corruzione pubblica. Si tratta di un argomento che il nostro ospite conosce molto bene, al punto da potersi definire un esperto. 
CRAXI – Modestamente, lo conosco come le mie tasche.
 
LUMEN – Buona questa ! Allora, facciamo un po’ il punto della situazione, in linea generale, a seconda delle forme di governo. 
CRAXI – Ad uno degli estremi abbiamo lo Stato autoritario, con forte repressione poliziesca e scarsa garanzia processuale delle libertà del cittadino di fronte allo Stato. La classe politica è ben salda e si avvale di un consenso che viene legittimato dal potere economico, il quale a sua volta sfrutta la coincidenza tra la sfera del pubblico e la concentrazione della proprietà.
 
LUMEN – Per esempio ? 
CRAXI – Nella sua manifestazione più pura, si tratta sostanzialmente del sistema feudale. Il regime (alquanto ancién, in effetti) è tendenzialmente incentrato su una disciplina delle classi sociali ben gerarchizzata e definita:
 
LUMEN – Che tipo di corruzione abbiamo in questo caso ? 
CRAXI – Quella che viene definita giuridicamente “concussione”.
 
LUMEN – Ovvero ? 
CRAXI – Ovvero il facile uso della violenza, anche solo morale, e dell’intimidazione, diciamo così strutturale, da parte dei poteri pubblici verso gli strati più deboli (e meno còlti) della popolazione.
 
LUMEN – I quali, per come è strutturata la società, non hanno alcuna via di scampo. 
CRAXI – Appunto. Questi strumenti (la violenza morale e l’intimidazione) vengono quindi utilizzati da ogni livello di pubblica autorità per appropriarsi di denaro, o altra utilità, a fronte dell'esercizio di pubbliche funzioni, esercitate formalmente nell'interesse generale. 

LUMEN – Per esempio ? 
CRAXI – Esempio classico è quello di sollecitare una dazione per non applicare una sanzione dovuta, oppure per accordare un beneficio, che sarebbe spettante, ma che viene fatto dipendere da un'ampia discrezionalità "di fatto".
 
LUMEN – Oltre al sistema feudale, a quali altre strutture si può applicare questo schema ?
CRAXI – Sicuramente alle monarchie assolute pre-costituzionali. Ma, semplificando un poco sul piano storico, anche alla lunga fase di transizione degli Stati liberali censitari, quelli cioè in cui il voto era limitato alla parte più ricca della popolazione, e solo di sesso maschile.
 
LUMEN – Andiamo avanti. 
CRAXI – Un’altra posizione – che potremmo definire intermedia - è caratterizzata da norme sulle pubbliche funzioni di tipo più “avanzato”, in quanto definiscono l'interesse pubblico in senso democratico. Queste norme pongono dei limiti formali alla discrezionalità pubblica ed assicurano l’eguaglianza dei cittadini nell'accesso ai benefici pubblici o nell'atteggiamento sanzionatorio dei pubblici poteri.
 
LUMEN – Questo, ovviamente, in teoria. 
CRAXI – Ovviamente. Questo assetto organizzativo, infatti, è caratterizzato dall'eguaglianza formale, ma da un'eguaglianza sostanziale che non è integralmente effettiva, e perciò coesistente con una (teoricamente) transitoria conservazione di consistenti posizioni sociali di forza economica.
 
LUMEN – A quali Stati corrisponde questo schema ? 
CRAXI – Corrisponde, tendenzialmente, alle democrazie costituzionali “incompiute”, che enunciano a livello programmatico i diritti sociali, ma si fermano poi, storicamente, ad un grado solo parziale della loro realizzazione.
 
LUMEN – E cosa prevale in questo contesto ? 
CRAXI - Prevale la “corruzione”, nel senso tecnico del termine, ovvero l'offerta di denaro o altra utilità al pubblico ufficiale decidente, per violare le norme in modo da garantire, a chi sia in grado di "investire" in questa dazione, tre tipi di vantaggi.
 
LUMEN – Sentiamo. 
CRAXI – Sostanzialmente: una decisione favorevole non dovuta, oppure una decisione più rapida di quella ordinariamente riservata ai normali cittadini, oppure ancora la non applicazione di una misura sfavorevole, legalmente dovuta.
 
LUMEN – E passiamo ora all’ultima situazione. 
CRAXI - All'estremo opposto del primo schema che abbiamo analizzato, abbiamo la permanenza o l’instaurazione (successiva al passaggio per una o entrambe le fasi precedenti) di forti posizioni di concentrazione oligarchica della ricchezza. Qui, pur in presenza di un sistema mediatico a forte diffusione di massa (TV e giornali) e di "formali" elezioni a suffragio universale per la scelta delle cariche di "governo", il controllo sulla composizione della classe politica elettiva è saldamente in mano agli appartenenti all’oligarchia.
 
LUMEN – Con quali conseguenze ? 
CRAXI - Ciò determina la "capture" più o meno totale del processo normativo e legislativo, con il controllo delle maggioranze parlamentari, e di quello regolamentare ed operativo, mediante il controllo sugli stessi componenti del governo. 

LUMEN – Il “paradiso” delle elités. 
CRAXI - In un assetto socio-economico in cui l'oligarchia abbia il controllo del processo normativo, le norme rifletteranno una concezione di interesse generale non oggettiva, ma creata ad arte dal controllo mediatico-oligarchico. In tal modo, attraverso opportuni standard e meccanismi di linguaggio fortemente "tecnicizzato", si renderanno “legali” l'appropriazione delle utilità e dei beni pubblici da parte delle oligarchie. Ne consegue, dall’altro verso, una perdita significativa dell’eguaglianza, formale e sostanziale del corpo elettorale, i cui diritti politici e sociali vengono, in concreto, svuotati di contenuto.
 
LUMEN – Qualche esempio ? 
CRAXI – Quanto sopra descrive, tendenzialmente, il riaffermarsi del capitalismo "sfrenato", e la sua marcia di neutralizzazione dello Stato redistributivo pluri-classe, sintetizzabile nell’attuale tecnocrazia mediatica occidentale. Si tratta di una tendenza realizzabile in diversi gradi, ma dalle caratteristiche ben chiare.
 
LUMEN – E quali forme di malaffare sono tipiche di questa situazione ? 
CRAXI - In tale evenienza, anche se può sembrare paradossale, prevale l’assenza di corruzione.
 
LUMEN – Perché ? 
CRAXI – Perché non serve più, ovvero perché si riducono notevolmente le fattispecie sanzionatorie applicabili ai meccanismi di appropriazione disparitaria della ricchezza, che vengono semplicemente legalizzati dalle norme.
 
LUMEN – Ma pensa ! 
CRAXI – Così la corruzione degrada a fenomeno quasi episodico, visto come eversione di un assetto sociale basato invece su un'etica forte.
 
LUMEN – L’etica della legalità. 
CRAXI – Appunto. Un’etica che però è solo apparente, in quanto il ferreo rispetto delle norme, sostenuto dalla tradizionale etica del bene comune, è collegato in realtà ad un interesse specifico, di parte, e non al benessere generale.
 
LUMEN – Grazie onorevole. Adesso ho le idee molto più chiare sull’argomento. 
CRAXI – Mi fa piacere. Era da molto tempo che non mi ringraziava più nessuno.
 
LUMEN – Beh, dipende anche molto dall’argomento. D’altra parte, come dicevano i latini: sic transit gloria mundi !  


P.S. - Le affermazioni attribuite a Craxi, ovviamente, non sono sue, ma sono tratte dal blog ORIZZONTE48, con il quale mi scuso per la piccola 'appropriazone indebita'.

8 commenti:

  1. Ma di cosa vanno cianciando questi alienati.
    https://www.youtube.com/watch?v=IprqtgALXuo

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    1. Cioè ?
      Non ho visto tutto il filmato, ma mi pare che l'assunto di base della discussione, ovvero l'assoluta centralità delle PMI nell'economia italiana, sia corretto.
      Non mi pare che il nostro paese sia portato per le grandi strutture di carattere multinazionale.
      Ma, ovviamente, posso sbagliare.

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    2. A mio avviso fai male a non guardarlo tutto, e' un salutare bagno di realta' da parte di uno che conosce la situazione dall'interno.

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    3. L'ho visto tutto, e sono d'accordo che il sistema di riscossione erariale italiano sia demenziale e terribile.
      Temo però che si tratti di una partita tra 2 giocatori entrambi scorretti, perchè anche i contribuenti italiani non sono proprio integerrimi.

      Diciamo che, anche a parità di gettito fiscale conplessivo, si potrebbe fare molto, ma molto meglio nella gestione di tutto il processo fiscale (dal calcolo, all'esazione, sino alle sanzioni).

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    4. Tieni presente che il personaggio e' un ex-funzionario in pensione delle agenzie delle entrate di schio-vicenza e di montebelluna-treviso, che insieme fanno meta' o quasi della piccola e media impresa italiana.

      Sa di cosa parla, e sono interessanti e doverosi anche gli altri suoi video.

      L'articolo di oriz48 che citi, nel mentre esecra le oligarchie degli altri, appartiene a quella oligarchia, culturale, forse la peggiore nei tempi attuali, dei "diritti a prescindere" salvo quello di poter scegliere di quali godere e soprattutto in cambio di quali tasse e di quali corvee obbligatorie, mentalita' che e' la principale responsabile di aver prodotto questo stato di cose, oggettivamente oppressivo e dittatoriale, e il debito spaventoso che ci sovrasta.

      Corollario di quanto detto sopra e' che non puoi mettere sullo stesso piano, come fai, l'esattore col contribuente: non solo la sproporzione di forza e' totale, ma soprattutto il contribuente non ha la benche' minima liberta' contrattuale di scegliere di quali servizi usufruire _e quindi_, di conseguenza, di quali e quante imposte pagare: su questo gravissimo equivoco, che tradisce una profonda e inconscia mentalita' totalitaria di cui quasi nessuno si rende conto, ci siamo giocata, secondo me irreversibilmente, la pace sociale del nostro paese.

      Dai decisori vogliamo tutto, loro obbedienti e per vincere le elezioni non solo ce lo promettono ma anche ce lo danno, solo che poi non riusciamo a collegare, anzi non vogliamo, e ci stupiamo, che quel "tutto" che abbiamo chiesto e ottenuto implica la scarica di tasse, imposte, debiti, interessi, gabelle che ci ammazzano, e ce la prendiamo con la corruzione (che c'e' ma dipende dall'enorme potere che abbiamo delegato, rinunciando all'esercizio della nostra personale sovranita', allo Stato e ai suoi sgherri), e all'evasione (che e' piu' che legittima in chi non ha controfirmato alcun contratto di fornitura di quei servizi in cambio dei quali avviene la tassazione, che peraltro e' tutt'altro che marginale e facilmente affrontabile bensi' schiacciante).

      En passant un mio caro amico si e' suicidato per motivi in parte assimilabili a quelli descritti sopra da Dissegna, e ne conosco molti altri che non vedono l'ora che finisca "naturalmente" questa agonia che gli rende la veglia una pena e il sonno un incubo. Questo e' che toglie senso e distrugge le nostre vite, anzi le vite di gente che molti neppure immaginano che esiste, e non le discussioni sterili sul sesso degli angeli.

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  2. Mi rendo conto che quello fiscale è un argomento delicatissimo, ma credo che alla base del rapporto Stato-cittadini ci debba essere anzitutto la semplicità: le imposte debbono essere poche, facili da calcolare e, soprattutto, SEMRPE comunicate dalla Stato al singolo contribuente.
    E' indecente che ci possa essere gente multata (anche pesantemente) per semplici errori od omissioni, causati da leggi complicate, astruse e difficlmente comprensibili.

    Ad un fisco di tal fatta, io sarei anche disposto a sacrificare la ricerca (impossibile, quanto dannosa) della mitica equità sociale, che tante stupide e maledette complicazioni ci ha regalato.

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    1. Col debito al 130 e oltre per cento, e la spesa pubblica oltre il 50 per cento, che probabilmente arriva all'80 e oltre se gli assommi quella imposta ai privati dalle normative fatte apposta per far spendere in riti assurdi e far girare il PIL e nutrire le varie lobby e corporazioni, la situazione e' irreversibile. Semplificare a cosa servirebbe, a mettere una unica flax tax all'80 per cento? Impossibile, questa e' la realta'.
      Siamo in un cul de sac, da cui si esce solo rompendo il sacco, con tutto cio' che ne consegue in termini di violenza e ingiustizia quasi sicuramente peggiore di quella, sorda e strisciante da parte dello Stato stesso, che c'e' adesso. E non e' detto che, rotto il sacco, non ci ritroveremmo alla fine con ancora piu' tasse e casini di adesso, nonche' con ancora meno liberta': la risposta al disordine e alla paura e' la tirannia spietata, tant'e' che gli aspiranti tiranni, da sempre, istigano al disordine e alla paura per raggiungere il potere. E ne abbiamo un bel po' in giro...

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    2. << E non e' detto che, rotto il sacco, non ci ritroveremmo alla fine con ancora piu' tasse e casini di adesso, nonche' con ancora meno liberta' >>

      E' uno scenario molto plausibile, ma io, per l'Italia, ho un'ipotesi di evoluzione diversa dalla semplice tirannide pauperistica.

      Penso infatti che il prelievo fiscale non possa superare le percentuali di oggi (siamo ormai al 50/60 %), per cui quello che crollerà sarà l'intervento pervasivo e onnipresente del c.d. Stato Sociale.
      E, insieme a lui, potrebbe cadere anche lo stato nazionale unitario, figlio del Risorgimento.
      Con l'inevitabile ritorno ai piccoli potentati locali, che l'Italia ha già conosciuto per molti secoli.

      Non so se sarà meglio o sarà peggio, ma mi pare più corrispondente al nostro spirito nazionale.

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