giovedì 11 febbraio 2016

Pensierini – XX

PAROLE E PIETRE
Si sente dire spesso che "le parole sono pietre", ma io non sono molto d'accordo.
Le “pietre” (intese come violenza fisica) sono davvero pietre, e quando ti colpiscono ti fanno male anche se tu non vuoi.
Le “parole” invece sono solo parole, e ti possono fare male solo se tu sei d'accordo. Se ti limiti ad ignorarle, ti scivolano sopra senza lasciare traccia. Dipende solo da te: perché, per litigare, bisogna sempre essere in due.
(Ovviamente mi riferisco alle parole solo come offesa personale, non come istigazione a delinquere, che coinvolge anche altri soggetti).
LUMEN
 

COMUNISMO STORICO
Molti marxisti - nonostante le tristi esperienze storiche - cercano di salvare l'idea positiva che hanno del Comunismo, facendo notare che anche il Capitalismo, nei secoli, è stato protagonista di cose buone e di cose pessime.
Questo è vero, ma resta il fatto che, a livello storico, capitalismo e comunismo sono stati due fenomeni assolutamente opposti.
Il primo si è perfettamente realizzato ed i suoi difetti (che sono indubbiamente tanti) sono la conseguenza del suo successo.
Il comunismo invece no: i suoi difetti storici non sono veramente "suoi", ma derivano dal fatto che – non potendo funzionare per ovvii motivi antropologici - NON è mai riuscito veramente ad essere realizzato.
Quindi l’idea del Comunismo può anche essere salvata, ma solo nel mondo perfetto delle buone intenzioni, ed è meglio lasciarla lì.
LUMEN
 

MATERIA VIVENTE
Quand'anche la Vita fosse presente su altri pianeti e non solo sulla Terra, resta il fatto che la bio-massa, cioè l’insieme degli esseri viventi, è presente in quantità irrisoria rispetto alla materia complessiva dell'universo.
Sembra una conclusione un po' deprimente, ma, a pensarci bene, non potrebbe essere che così, dato il secondo principio della termodinamica.
La Vita infatti è l'unico tipo di materia che produce entropia negativa, il che deve avvenire, ovviamente, a spese di una maggior entropia positiva della materia ordinaria che la circonda (l'ambiente).
Questo fa sì che il rapporto tra materia vivente e materia ordinaria debba essere (fortemente) sbilanciato a favore di quest'ultima.
LUMEN
 

SPIRITUALITA'
Il termine “spiritualità”, una volta tipico delle culture orientali, è diventato molto di moda anche in occidente, in questi tempi di crisi della religione tradizionale.
Ma è un termine che mi è sempre sembrato molto vago e pochissimo concreto: una specie di succedaneo laico della religione, con quasi gli stessi difetti.
Perché il termine deriva ovviamente da “spirito” e cosa sia lo spirito credo che nessuno lo sappia veramente (potrebbe essere il cugino dell'anima ?).
LUMEN
 
 
POLITICI E BUROCRAZIA
Dice lo storico Aldo Giannuli che i politici tradizionali (quelli che ne fanno un mestiere) non hanno bisogno di essere bravi e preparati, sia perché hanno alle spalle i poteri forti che gli dicono cosa fare, sia perché hanno intorno un’alta dirigenza amministrativa perfettamente omogenea agli interessi dominanti, che sa dove mettere le mani.
<< A dover esser bravi (e molto) - aggiunge Giannuli - sono quelli che si ripromettono (e promettono al paese) di cambiare le cose presenti, di non fare da lacchè dei poteri forti e che, per questo, sono circondati da una burocrazia ostile. >> 
Ma, forse, anche questa è solo un'illusione.
LUMEN
 
 
SOVRAPPOPOLAZIONE
Dice Jacopo Simonetta che i principali effetti della sovrappopolazione sono l’aumento della disoccupazione, l’incremento dei flussi migratori, lo sgretolamento delle strutture sociali, la distruzione di ecosistemi, la perdita di biomassa e di biodiversità, l’erosione dei suoli ed altri simili. 
<< Sappiamo per esperienza - scrive Simonetta - che crescita economica significa maggiori opportunità di guadagno, oltre che più beni e più servizi da acquistare. E’ intuitivo che ciò favorisca sia la natalità che la longevità; dunque la crescita demografica. E’ invece molto meno evidente che, alle lunghe, proprio il perdurare della crescita demografica finisca con l’erodere l’economia.
Eppure tutti sanno (o dovrebbero sapere) che una famiglia deve scegliere se pagare l’università al figlio, acquistare una macchina nuova, andare in vacanza in un albergo di lusso o mettere al mondo un altro bambino. Semplicemente perché non ci sono risorse sufficienti per fare tutte queste cose contemporaneamente. >> 
Un ragionamento chiaro, semplice ed ineccepibile, ma troppo spesso inascoltato.
LUMEN
 

70 commenti:

  1. A dir la verità non volevo più commentare - perché ho l'impressione di non aver più niente da dire, di essere superato, un vecchio arnese che alle nuove generazioni "cinguettanti" e armati di smartphone fa solo ridere. Eh sì, m'illudevo di aver qualcosa da dire grazie alla mia cultura (che poi - sì, lo ammetto - era solo un'infarinatura di cultura, lo so che sono un semianalfabeta).
    Noi credevamo ... noi ci eravamo tanto amati ... e invece il mondo va per un'altra strada, è cambiato, e noi siamo come i nostri nonni davanti al nuovo che avanza ... superati, vecchi, patetici ...
    Ma anche il nuovo che avanza fa pena o pietà, diceva lo svedese Olof Lagercrantz ...
    Il post di oggi l'ho trovato abbastanza interessante. Quante cose ci sarebbero da dire sul comunismo. Fu un ideale o un'idiozia? Sto leggendo il libro di Fini raccomandato da Diaz (Il denaro sterco del demonio). Gli "antichi" (dal Neandertal al neolitico) furono comunisti e vivevano bene o benino (non ricorrevano ai sonniferi per dormire come lo stronzissimo sapiens sapiens del XXI secolo). Poi arrivò il denaro e ... buona notte (non si dormì più).
    Però il comunismo ha un futuro grazie ... alla sovrappopolazione. Dieci o venti miliardi di deficienti per sopravvivere o vivacchiare dovranno spartirsi i beni di questo mondo. Chissà che grazie al numero non torneremo al neolitico e al Neandertal. Se non altro dormiremo bene.
    (sragionamenti dopo tre bicchierini di Cointreau).



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    1. "perché ho l'impressione di non aver più niente da dire, di essere superato"

      C'e' di peggio... il mio timore e' che qualsiasi cosa possiamo dire, per quanto ragionevole, moderata, e armata delle migliori intenzioni, verra' pervertita allo scopo di essere usata come pretesto per dar sfogo alle peggiori pulsioni umane (che sono molto peggiori di quelle bestiali, anche dal punto di vista umano).
      Questo sara' il risultato, e lo si vede, anzi salta all'occhio, dai commenti di qualsiasi blog, dappertutto si sente covare una rabbia vendicativa fine a se stessa, in attesa di potersi manifestare.

      Ad esempio, la messa in guardia riguardo all'eccesso di popolazione, in quanto promotrice della societa' delle formiche, e il timore circa l'esaurimento delle risorse, serviranno, anzi stanno gia' servendo da un pezzo a far emergere il giustizialismo cieco che la crea in anticipo, la societa' delle formiche, gia' da subito, prima ancora che ve ne sia davvero la necessita', e magari con la giustificazione di prevenirla (piu' assurdo di cosi'...): tutto l'ecologismo, qualunque fosse il punto di partenza, ha da tempo preso questa strada, e sta buttando benzina sul fuoco degli imbecilli capaci di esprimersi solo menando le mani.

      Io comincio gia' da subito a preoccuparmi di essere uno di quelli che gli stanno fornendo, anche se frutto di ingiustificato pervertimento, pretesti: ma del resto aspettarsi ragionamenti, pacateza, intelligenza da quella gente vuol solo dire essere uguali a loro.

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    2. "Quante cose ci sarebbero da dire sul comunismo. Fu un ideale o un'idiozia?"

      Ho appena letto, anzi riletto, Siberia di Thubron (tea o emule), aiutandomi stavolta con cartine e foto tratte dalla rete (meglio che viaggiare sul serio). E' interessante sia per le riflessioni sul comunismo, sia per la situazione dell'uomo in una terra sterminata e sconfinata, dove i villaggi distano uno dall'altro anche 500 km di strada battuta.

      Finisce a Magadan e nella Kolima, in una zona grande come l'india e ricchissima di risorse sebbene fredda, abitata da una milionata in tutto di esseri umani, eppure luogo delle peggiori efferatezze da sovrappopolazione che la terra abbia mai visto.

      Tutti i ragionamenti che facciamo sono comunque sbagliati in qualche improbabile condizione, ma si puo' stare certi che quella certa improbabile o addirittura imprevedibile condizione sara' proprio quella che si verifichera'. Cosi' e' sempre stato finora.

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    3. @ Sergio

      Guai a te se smetti di commentare. :-)
      E' vero che discutere tra noi non serve a nulla (certo non cambia il mondo e la sua deriva) ma è così consolante poter dialogare seriamente con qualcuno che capisce...
      Perchè negarsi questi piccoli piaceri ?

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    4. @ Diaz

      Il comunismo resta un'idea eccellente - anzi probabilmente la migliore e la più efficiente - se applicata in ambito famigliare.
      Il motivo è abbastanza ovvio ed è legato ai condizionamenti del mio amico (ehm, nemico) gene egoista.

      Al massimo, può essere applicata con successo ad un micro-gruppo coeso di limitate dimensioni (max 5-10 persone).
      Ma quando si sale al livello di una nazione, o di un territorio o anche solo di una città, il comunismo crolla miseramente.

      Per questo se davvero dovesse arrivare la crisi demografica ed ambientale che temiamo, non ci toccherà il (vero) comunsmo, ma solo la sua triste parodia storica, ovvero una feroce dittatura esercitata "in nome" del popolo.

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    5. Credo che parlare di comunismo in ambito familiare non abbia senso: il comunismo e' una precisa dottrina socioeconomica che definisce il lavoro, il valore, la proprieta' dei mezzi di produzione, eccetera, in una societa' complessa e organizzata. Ma piu' che un'idea eccellente, direi che e' stata un'idea di una presunzione sconfinata, che si e' illusa di dare non un'interpretazione del mondo, ma L'interpretazione del mondo. A tutti gli effetti, una religione fanatica ed estremista, che come tutte le sue congeneri e' stata clamorosamente smentita dai fatti, che ne sanno una piu' del diavolo.

      Quello cui ti riferisci forse e' il comunitarismo, che e' pero' un'antitesi del comunismo, col quale ha in comune forse solo l'avversione per l'accentuazione dell'individuo come atomo costitutivo della societa', tipico invece di ogni liberismo. In questo senso il comunitarismo a volte e' guardato come una ideologia di estrema destra - quelle per cui e' il popolo o la nazione ad esistere, a soffrire, a godere, mentre l'individuo che lo compone non conta un cazzo, ideologia quindi di quel genere che a volte si fa fatica a distinguere dal suo omologo di estrema sinistra (che come unita' senziente e degna di nota, nella sua accezione marxista, pone la classe).

      https://it.wikipedia.org/wiki/Comunitarismo

      Nel libro di Ricossa che sto leggendo, "impariamo l'economia", il capitolo su Malthus dice che l'inghilterra e' stata bene per un po' di tempo in seguito alla grande peste del 1347 che ha decimato la popolazione: i sopravvissuti hanno potuto poi concedersi il lusso di coltivare solo le terre buone, quelle ad alta produttivita', e quindi di godersi una relativa abbondanza di risorse senza faticare troppo, per un paio di secoli, fino a tornare alla situazione di partenza poi superata grazie alla rivoluzione industriale in mezzo alla quale viviamo tuttora.

      QUindi, se dovesse arrivare una gravissima crisi demografica, farebbe solo che bene ai posteri, ai sopravvissuti. Quello che stiamo facendo adesso, forse, invece, e' solo prolungare all'infinito l'agonia.
      Come ho gia tentato di dire piu' volte, ho l'impressione che le ricette per "migliorare il mondo" creino in anticipo il disagio che a parole dicono di voler prevenire, fra l'altro esagerando a dismisura, come e' tipico delle nostre societa' crasse, viziate, opulente e annoiate, ogni minimo rischio e pericolo, anzi incertezza. E a forza di voler azzerare (azzerare, non diminuire, la diminuzione non basta a costoro) ogni incertezza (il decantato "principio di precauzione e' esemplare in questo) abbiamo creato subito, qui ed ora, lo stesso inferno-prigione esistenziale che forse sarebbe seguito al realizzarsi del peggiore degli scenari prospettati... FORSE, sarebbe seguito...

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    6. A volte a leggere i commenti ai blog ho l'impressione di essere capitato in un mondo di dementi esagitati (anche piuttosto scemi... escluso questo naturalmente ;)

      La ridicolaggine suprema e' che tutta questa sensibilita' per qualsiasi piccola, minima perturbazione vista e vissuta come catastrofe totale e definitiva, avviene nella (nostra) parte del mondo e della storia che oggettivamente, materialmente, non e' mai stata cosi' bene e cosi' garantita.

      Il problema e' nelle teste, una volta si diceva cosi' dei "figli unici", la cui fortuna era appunto di vivere nell'abbondanza grazie al fatto di essere unici, e non dover quindi condividere una risorsa scarsa con altri, abituati ad un mondo assolutamente statico, sicuro e prevedibile. La nostra e' una societa' di "figli unici", viziati, ma attenzione la novita' e' che si tratta di una _societa'_ di "figli unici", individualisti nei diritti ma estremamente sociali nella pretesa di questi diritti, quindi una totale contraddizione in termini.

      Da cui segue naturalmente questa accentuazione del catastrofismo da cui siamo sommersi, per cui si esagera all'estremo ogni possibile bagattella che poi spesso nemmeno avviene in quantita' rilevabile dalle piu' sensibili apparecchiature (non so se avete notato, ma ad esempio secondo l'informazione meteorologica di ogni genere, non piove piu', vengono prospettate sempre e solo bombe d'acqua e emergenze idrogeologiche con allertamento preventivo della protezione civile: poi, spesso, alla previsione catastrofica quando va bene segue qualche goccia, o qualche magazzino sotterraneo allagato con disastrose perdite economiche - certo, se uno ci tiene la ferrari... ma non lo sapevano quei deficienti che il magazzino interrato alla prima pioggia si sarebbe allagato? E poi gli serviva proprio la ferrari? Gliela devo ripagare io adesso?).

      Prendete la ferrari come simbolo, allargatelo alla pletora di beni privati e comunitari che non sono da meno, la cui manutenzione ormai ci schiaccia, e ci siamo perfettamente.

      :)

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    7. "A dir la verità non volevo più commentare - perché ho l'impressione di non aver più niente da dire, un vecchio arnese"

      Forse questa e' la cosa piu' importante da dire, e proprio in opposizione:

      "che alle nuove generazioni "cinguettanti" e armate di smartphone fa solo ridere"

      I giovani (in eta' o in spirito) credono di sapere tutto, o che si possa sapere tutto non cambia molto, perche' non hanno avuto modo di imparare dagli errori che non hanno ancora avuto modo di fare. In questo senso a fare piu' pena, a me, sono gli anagraficamente vecchi che si vantano di essere giovani ma alla fine lo sono solo nel senso di non aver imparato nulla ne' dai propri errori, ne' da quelli degli altri che qualsiasi forma di acculturazione andata a buon fine avrebbe dovuto prospettargli, a cui sono stati ciechi.

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    8. In altre parole, la maturita' dovrebbe portare a saggezza cioe' disillusione, e consapevolezza che il mondo andra' avanti lo stesso, in un modo o nell'altro, a dispetto delle nostre idee, speranze, idosincrasie e illusioni. Se ci fate caso, tutto cio' sembra del tutto asssente nei blog che frequentiamo...

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    9. << Credo che parlare di comunismo in ambito familiare non abbia senso: il comunismo e' una precisa dottrina socioeconomica (...) Quello cui ti riferisci forse e' il comunitarismo >>

      Caro Diaz, può darsi che tu abbia ragione a distinguere queste due cose, ma forse è solo un problema di terminologia (come troppo spesso succede a complicare il confronto delle idee).

      Io interpreto il termine comunismo come applicazione del famoso principio: "Da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni”.
      Inteso in questo senso, nessuno può negare che la famiglia sia l'apoteosi assoluta del comunismo.
      Per contro, la dottrina socio-economica che ne consegue può essere, forse, meglio definita come "marxismo".
      Quanto al comunitarismo, confesso di conoscerlo ben poco, per cui non mi sento di fare un parallelo.

      Mi piacerebbe sentire il parere di Sergio che, a quanto ricordo (e se non mi sbaglio), da giovane fu un comuunsta fervente.

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    10. "... Sergio che, a quanto ricordo (e se non mi sbaglio), da giovane fu un comuunsta fervente."

      'azz, qui siamo alla denuncia, delazione, diffamazione. Io comunista? Quando mai! Se la CIA ci controlla mi scheda come potenziale terrorista!
      Scherzi a parte, certo che ci ho creduto anch'io al comunismo, al socialismo, al socialcomunismo ecc. ecc.
      Ci ha creduto persino André Gide! Dunque niente di cui vergognarmi.
      Per altro la vedo esattamente come te: il comunismo si realizza alla perfezione (e spontaneamente, senza nessuna costrizione) in ambito familiare. Più ci si allontana dal nucleo familiare più ci vogliono leggi e repressione per far rispettare certe regole che le società avanzate si sono date "nel comune interesse". Regole che non è sempre facile rispettare per ovvi motivi (vedi l'evasione fiscale). Ecco allora che intervengono le leggi e la ... polizia. In fondo lo Stato di polizia totale sarebbe l'optimum, l'ideale, perché la grande macchina sociale funzioni. Ciò significherebbe ovviamente la fine della libertà, ma suvvia sarebbe un sacrificio accettabile se in compenso filasse tutto liscio: vitto e alloggio assicurati, istruzione e sanità gratuite, il calcio la domenica, San Remo una volta all'anno, cinema, viaggi, svaghi - tutto pagato, che bello! Insomma, la "Città del sole", il comunismo finalmente realizzato. Purtroppo come si sa l'uomo non è perfetto, anzi sarebbe secondo Köstler un deviazione dell'evoluzione, uno scarto, e tende a infilare sabbia nell'ingranaggio della società perfetta comunista. Per quanto perfetta sia la Città del sole, stranamente chi ci finisce dentro ha un solo desiderio: evadere.
      Però l'uomo del neolitico e anche posteriore era ben organizzato, la distribuzione dei beni avveniva prima spontaneamente e poi grazie alla sagacia del potere. Ancora non era stato inventato il denaro ...

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    11. << Più ci si allontana dal nucleo familiare più ci vogliono leggi e repressione per far rispettare certe regole che le società avanzate si sono date "nel comune interesse". Regole che non è sempre facile rispettare per ovvi motivi (...). Ecco allora che intervengono le leggi e la ... polizia. >>

      Esattamente.
      E più si allarga il cerchio delle persone coinvolte, più deve essere cogente il sistema delle regole, per via dei tanti interessi contrapposti, non sempre compatibili.

      D'altra parte nessuna società può funzionare solo col controllo di polizia, altrimenti ci vorrebbe un poliziotto per ogni cittadino: è inevitabile che la maggior parte delle persone debba obbedire per propensione più o meno spontanea.

      Quindi ci vuole un certo equilibrio tra l'adempimento volontario (magari anche indotto dalla propaganda) e l'adempimento coatto (per paura della polizia).
      Un equilibrio ovviamente instabile, costoso e, quindi, ben poco efficiente.
      Senza contare il ruolo egemonico delle c.d. elites, che, a quanto pare, sono ineliminabili della società unìmana.

      Insomma: un bel guazzabuglio.

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    12. "D'altra parte nessuna società può funzionare solo col controllo di polizia ..."

      È chiaro. La società si regge sull'ethos comune, in pratica il rispetto della proprietà privata, l'onestà e pochissime altre cose. Sono in parte "innate", in parte indotte dall'educazione (o indrottinamento). La stragrande maggioranza degli Italiani non ruba e considera il furto riprovevole. Perciò possiamo dormire sonni tranquilli e lasciare persino le "porte aperte" (come predicava il fascismo). In realtà però esistono - ed esistevano anche sotto il fascismo - chiavi, lucchetti, spranghe e altri trucchi per non farsi derubare. In Francia i proprietari di seconde case in campagna avevano appeso dei cartelli alle loro proprietà: "Maison piégée" (casa con tranello). Infatti chi lo stesso voleva entrare si prendeva una scoppiettata in faccia. I proprietari sono stati costretti a rimuovere il cartello (e i fucili nascosti). Ormai anche i ladri, specie in Italia, sono trattati coi guanti di velluto. Esiste sì il diritto alla difesa, ma la difesa deve essere proporziota al danno probabile. Mai uccidere un delinquente armato di pistola che vuole solo un po' di soldi (non dicono nemmeno più "o la borsa o la vita"). Gli dài i soldi o lo coinvolgi in un bel dialogo filosofico (così magari gli sfili tu il portafoglio, eh eh!).

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    13. << Ormai anche i ladri, specie in Italia, sono trattati coi guanti di velluto. Esiste sì il diritto alla difesa, ma la difesa deve essere proporziota al danno probabile. >>

      E questa è proprio una delle cose che mi disturbano di più del nostro sistema penale.
      Perchè un conto è usare tutte le possibili cautele per evitare di condannare un innocente, e un altro conto è avere la mano tenera (troppo tenera) contro chi è SICURAMENTE colpevole.
      Ma questo è un discorso troppo lungo che ci porterebbe troppo lontano.

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    14. Sul fatto che il nucleo familiare sia una societa' comunista perfetta nutro fortissimi dubbi: e' invece normale che al suo interno avvengano le peggiori nefandezze e alberghi il piu' sfrenato egoismo. Questo sia nei nuclei familiari mononucleari, che nelle famiglie allargate.
      Legioni di matrimonialisti e esperti in successioni ve lo possono confermare. Tra l'altro, se oggi i matrimoni finiscono in vere "guerre dei roses" (mi riferisco al film) in una notevole percentuale di casi, c'e' da dire che in passato cio' accadeva meno solo perche' c'erano molti meno beni materiali di cui appropriarsi, e le donne non avevano molte opportunita' di guadagno autonomo, data che divisione del lavoro nella societa' dava loro compiti appunto familiari (e oggi invece sono quasi sempre loro, nel 90 per cento dei casi o piu', a richiedere la separazione e un mucchio di soldi) ma in compenso era immensamente piu' diffuso il "delitto d'onore", tanto che la legge stessa lo biasimava ma con una certa comprensione.

      "Perciò possiamo dormire sonni tranquilli e lasciare persino le "porte aperte""

      Se si e' in una societa' povera con niente da rubare, non costa grande coraggio... proprio ieri si parlava di furti nelle abitazioni fra i clienti in un negozio di ricambi per biciclette: ad uno hanno rubato dal garage qualche bicicletta per l'equivalente di 50.000 euro.......... no comment. Qualche bicicletta del valore complessivo di 50.000 euro!

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    15. Quindi ho l'impressione che vi riferite alla famiglia ideale allo stesso modo in cui ci si riferisce alla societa' comunista ideale... bellissime, peccato esistano solo come ideale oppure come eccezione (quella che conferma la regola).

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    16. Ma sentite, la faccenda e' che nel momento in cui la peculiarita' dell'uomo e' nell'essere plasmabile e adattabile al massimo grado, almeno rispetto alle altre forme di vita complesse del pianeta, qualsiasi forma di societa', qualsiasi teoria sociale, qualsiasi religione, "funziona"... le discussioni interminabili, "armate" e intrinsecamente irresolute che se fanno, si fanno proprio perche' TUTTE hanno del vero e del falso, e qualsiasi societa' basata su qualunque di esse almeno per un certo periodo "funziona", come del resto c'e' da osservare che anche se fossero quelle "perfette", dopo un certo periodo verrebbero abbandonate per altre supposte ancora piu' perfette.

      Il limite, il muro di granito contro cui va a sbattere qualunque discussione, teoria e pianificazione e' ineluttabilmente questo. Del resto se non fosse cosi' c'e' da suporre che l'organizzazione ideale sarebbe stata scoperta gia' da un pezzo e non staremmo qua a discutere.

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  2. "PAROLE E PIETRE"


    Great minds discuss ideas, average minds discuss events, small minds discuss people

    (https://en.wikiquote.org/wiki/Eleanor_Roosevelt)

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    1. Bella.
      Posso illudermi che noi, qui, si sia sul primo gradino della scala ? ;-)

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    2. Certo, e credo ci sia anche un gradino successivo, quello dell'ammettere che sono solo idee, solo stupide idee.

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  3. Ieri ho letto una notiziola interessante. Tutti i cittadini svizzeri ricevono annualmente dallo Stato la bellezza di 26'000 franchi (o euro, franco e euro sono quasi in parità). Ciò significa che chi non paga almeno 26'000 franchi di tasse vive o sopravvive a spese dello Stato o degli altri, è un "debitore netto". Nell'UE ci sono notoriamente paesi che versano nelle casse di Bruxelles molti più soldi di quelli che poi ricevono (ovviamente la Germania, poi l'Olanda, la Gran Bretagna e - incredibile - anche l'Italia). Questi paesi vengono detti in tedesco "Nettozahler", non so in italiano (forse creditori al netto?).
    Ma per tornare alla Svizzera. È chiaro che ben pochi pagano 26'000 franchi di tasse (forse l'1 o 2 per cento, forse anche il 5 per cento). Io pago per es. in genere sui 2000 franchi. Ciò significa che sono sovvenzionato con 24'000 franchi. Perbacco, non ci avevo mai pensato, sono dunque uno scroccone (certo in buona, anzi numerosissima compagnia). E chi paga il resto? Ovviamente i ricchi, i miliardari, i berluscones nostrani (gli Svizzeri non imitano Draghi o la Federal Reserve americana che stampano cartastraccia a miliardi).
    Insomma, già viviamo in un regime similcomunista senza rendercene conto, viviamo quasi tutti a scrocco. Però anche i miliardari scroccano, spremono i lavoratori, si arricchiscono grazie alla divisione del lavoro e a qualche altro trucco. Le società complesse devono ricorrere alla divisione del lavoro, è inevitabile. Le disuguaglianze sono pure loro inevitabili. Come l'invidia, per altro uno dei sette vizi capitali (che sono peccati mortali, ma apparentemente ineliminabili).
    Com'è complicata la vita! Forse un ritorno al neolitico aggiusterebbe alcune cose (certo la vita media si ridurrebbe di molto, vecchi a trent'anni e senza denti ecc.). Ma non ci sarebbe nemmeno l'aids o la zanzara Zika ... Cos'è meglio, una vita breve e intensa e felice o quella lunga vita che persino la Bibbia promette ai buoni che rispettano i genitori, lunga ma che si consuma poi nei cronicari o in una carrozzella ... ?

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    1. Guarda che la svizzera vive a scrocco sul resto del mondo grazie alla sua credibilita' finanziaria che la rende meta delle fughe di capitali da tutti i paesi del mono.

      Caro Sergio, io pago piu' di 10.000 euro di tasse e ne incasso meno di 5.000... (qui in italia sono fortissime le patrimoniali immobiliari dirette o mascherate sotto forma di tariffe per servizi pubblici obbligatori e mai richiesti, se hai la scalogna di possedere una casa, seppure autocostruita con tanti sacrifici, nel posto sbagliato).

      Un quesito che vorrei porvi: si parla tanto di divieto agli aiuti di stato alle imprese: pero' perche' viene tollerato che stati dell'unione europea come il lussemburgo, l'olanda, l'inghilterra, applichino una tassazione vantaggiosa e concordata alle societa' estere che si basano li' solo per risparmiare tasse, tassazione inferiore a quella applicata alle aziende nostrane? (che comunque possono essere meno tassate rispetto a cio' che ricevono come servizi perche' arriva dall'estero tassazione in cambio di nessun servizio, se non quello di sconto fiscale).

      Perche' nessuno critica questa infamia?
      La svizzera su questo, da sempre, ci campa, per non parlare dei soldi sporchissimi frutto di ben altro che evasione fiscale che le arrivano da tutto il mondo, ma perlomeno non fa parte della UE, quindi non viola nessuna regola.

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    2. Comunque in italia la pressione fiscale e' circa il 50 per cento del reddito, per cui se il reddito medio e' poniamo 24000 euro, ognuno paga in media 12000 euro di tasse.
      Del resto la spesa pubblica e' circa 800 miliardi su un PIL reale di 1400 se non erro (quello su cui si fanno i calcoli ufficiali e' invece arbitrariamente aumentato di un quasi 20 per cento incorporando il presunto "nero", calcolato "ad hoc")

      Semmai, c'e' da aggiungere che oltre a quei 12000 euro, ci sono un sacco di altre tasse mascherate da tariffe in cambio di servizi (tipo quelle comunali sulla spazzatura, o il canone rai, o l'assicurazione auto, o le mille revisioni obbligatorie, la parte di spesa privata per la scuola obbligatoria, e mille altre).

      Tenedo conto di queste cose, Ricolfi ha calcolato che la intermediazione dello Stato italiano nell'economia e' di oltre il 90 per cento, solo il 10 per cento della nostra spesa lo decidiamo liberamente.

      Per quanto riguarda la svizzera, c'e' da dire che molti servizi che in italia sono statali (tipo la sanita') in svizzera se non sbaglio sono privatistici, bisogna stipulare un'assicurazione per goderne, che nel caso sia obbligatoria maschera una tassazione surrettizia.

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    3. calcolato "ad hoc" per far risultare la pressione fiscale piu' bassa e insieme esagerare la stima dell'evasione, cosi' da criminalizzare chiunque si opponga al salasso, tecnica vecchia come il mondo.

      Nei paesi del nord europa la piccola "evasione" non e' considerata tale e quindi nemmeno calcolata, qui da noi fra poco dovra' rilasciare regolare ricevuta anche il bambino che riceve la mancia dal papa'.

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    4. https://www.youtube.com/watch?v=jma8GlGVBwQ

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    5. Informazioni e obiezioni sul paese in cui abito

      In effetti l'assicurazione sanitaria privata è un'imposta in quanto obbligatoria (ma diventò obbligatoria solo una ventina d'anni fa "grazie" alla consigliera federale socialista Ruth Dreifuss). Questa assicurazione privata è così pesante (una famiglia normale di quattro persone paga più per l'assicurazione sanitaria che per le tasse vere e proprie) che lo Stato sovvenziona ben un terzo degli assicurati (più di due milioni di persone)!
      Dunque ai 2-3000 franchi di tasse "normali" devo aggiungere 5000 franchi per la sanità (per me solo) e sono così quasi alla pari con te.

      Devo poi prendere - un po' mio malgrado - le difese della Svizzera. Certo, è stata un ricettacolo di evasori e dittatori, ma la pacchia è finita: il mondo ha costretto la Svizzera all'abolizione del segreto bancario (che un membro del governo cinque anni fa difendeva a spada tratta: il segreto bancario resisterà, chi volesse togliercelo si romperà i denti! Le ultime parole famose che passeranno alla storia ...).

      Tuttavia non è nemmeno vero che la ricchezza della Svizzera sia frutto del segreto bancario. Il settore bancario contribuisce per un 10% al prodotto lordo.
      Un secolo fa la Svizzera era un paese di morti di fame senza materie prima. Poi il vento è mutato e grazie anche a circostanze favorevoli (afflusso di capitali e investimenti, grande stabilità politica ecc.) è diventata un dei paesi più ricchi del mondo. Quanto meritatamente non lo so, è stata ed è pur sempre un paese capitalista che in un modo o nell'altro ha sfruttato il resto del mondo (non meno degl USA o della Germania). Ma qualche merito ce l'hanno questi svizzerotti, non per niente è al primo posto nel mondo quanto a innovazione.
      Mettiamoci poi anche laboriosità, disciplina, ordine privato e pubblico, senso del risparmio (ma non più tanto, del resto sembra che gli Italiani siano i più grandi risparmiatori a livello planetario) ecc. ecc.
      Insomma, non bastoniamo troppo questa confederazione da cui l'UE potrebbe apprendere qualcosa (diventare per es. una federazione di stati, invece di uno stato federale a direzione unica). La Svizzera non è la sentina del mondo, un covo di porci capitalisti. Caso mai pure questo, ma non solo.











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    6. Sono d'accordo con te senza dubbio che la svizzera, se e' diventata rifugio di capitali, e' per la fama di stabilita' che ha saputo acquistare, e lo dico sempre agli italiani che la criticano, perche' non lo avete fatto voi al suo posto, invece di mirare all'impero, in fin dei conti sarebbe stato cosi' facile. Resta il fatto pero' che coi suoi soli mezzi sarebbe andata molto meno lontana: ha goduto, ha saputo godere dell'imbecillita' altrui.

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    7. "Questa assicurazione privata è così pesante"

      L'idiozia e' stata nel renderla obbligatoria, a quel punto e' diventata una pseudo-tassa da corrispondere oltretutto a dei privati cui lo stato con tutta la sua forza ha assicurato la clientela e l'oligopolio. Non mi stupisce che un'idea cosi' cretina sia stata di una socialista.
      A mio parere se dev'essere obbligatoria, se dev'essere una tassa, meglio che sia statale, oppure i privati si arrangino anche a procurarsi una polizia privata con cui riscuotere la tassa, ma a quel punto meglio la mafia siciliana: e' piu' efficiente e costa molto meno.

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    8. Ai miei concittadini che rimproverano all'italia di essere la culla del familismo amorale (quasi sempre di ascendenza comunista, ora pure grillina) rispondo che nei paesi del nord o dell'est che tanto ammirano non solo esiste lo stesso tipo di familismo, ma e' anche di dimensioni molto piu' agghiaccianti, fino ad includere l'intero Stato. E' solo per questo che e' piu' efficiente.

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    9. La sanità è "gratuita" sia in Italia che in Svizzera (gratuita per modo di dire perché deve essere assicurata da qualcuno, e ciò significa invariabilmente tasse). La differenza tra Italia e Svizzera sta nel fatto che i soldi degli assicurati (più le sovvenzioni regionali e statali) sono gestiti da assicurazioni private. Tentativi di sinistra di unificare queste assicurazioni, addirittura di introdurre una cassa unica, sono miseramente falliti: gli Svizzeri sono contenti del servizio sanitario, per quanto pesante per i singoli, e rifuggono da esperimenti socialisti come la peste. I socialisti volevano introdurre l'anno scorso una imposta federale sull'eredità (esentasse per gli eredi fino a 2 milioni di franchi, poi il 20% sul resto). Niente da fare, bocciatissima, probabilmente anche da elettori socialisti (meglio anche per me che ho ereditato una discreta sommetta).
      Però i premi assicurativi per la sanità sono uguali per tutti, miliardari e operai. Una evidente ingiustizia che non tiene conto della progressione. I socialisti e i verdi vorrebbero rimediare, ma la Svizzera è stata e resta un paese refrattario alle idee socialiste (i socialisti sono al 20%, i verdi in calo sono l'8%, insieme comunque circa il 30%). I democristiani (12%) sono un partito "borghese", più liberale che cristiano.

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    10. << la svizzera, se e' diventata rifugio di capitali, e' per la fama di stabilita' che ha saputo acquistare, e lo dico sempre agli italiani che la criticano, perche' non lo avete fatto voi al suo posto >>

      Ben detto.
      Perchè per fare la "banca del mondo", e goderne gli indubbi benefici, non basta seguire il motto "pecunia non olent", ma occorre anche una fama (meritata) di precisione, di riservatezza e di assoluta correttezza (la reputazione è tutto).
      Gli italiani hanno tanti pregi, ma questi non mi sembrano tra i nostri più diffusi.

      Quanto poi al principio del "pecunia non olent" si potrebbe discutere a lungo sul suo cinismo, ma io, personalmente, non mi sento di condannarlo e quindi di criticare chi si limita a fare il banchiere (onesto) per chiunque glielo chieda.

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    11. Leggete i commenti di quest'articolo, che andrebbero approfonditi:
      http://pardonuovo.myblog.it/2015/12/29/sulla-svizzera/

      Mi viene in mente fra l'altro, rispetto a quanto detto sopra sul fatto che ci sono paesi europei che fanno dumping fiscale, che recentemente in svizzera ha vinto un referendum che ritiene legittimo praticare tassazione di favore agli stranieri che decidano di portare li' i loro capitali. In questo senso, il commntatore franco dell'articolo di pardo citato ha perfettamente ragione.

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  4. << Cos'è meglio, una vita breve e intensa e felice o quella lunga vita che persino la Bibbia promette ai buoni (...) ma che si consuma poi nei cronicari o in una carrozzella ... ? >>

    Bella domanda, caro Sergio.

    Una lunga vita da vegetale no, proprio no; non me la auguro assolutamente, e non la auguro a nessuna delle persone che mi sono care.
    Peraltro, anche una vita "felice ma breve", non mi entusiasma per via di quel breve (es. morire a 30 anni come idoli dello spettacolo o dello sport).
    Io andrei sulla saggezza latina del "in medio sta virtus": una vita di media lunghezza con una base di serenità e qualche lampo di felicità.

    Ovviamente, per tante cose, è la sorte che comanda, ma ci resta comunque un certo spazio per guidare da noi stessi la nostra vita.
    A cominciare da quel giusto equilibrio - di cui abbiamo già parlato - tra obbiettivi e risultati.

    Ricordo che in un vecchio post del dicembra 2010 (intitolato H.P.) prendevo proprio in giro coloro che si rovinano la vita da soli, ponedosi, sistematicamente, obbiettivi superiori alle proprie forze.

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    1. Una raccolta di saggi di Ortega y Gasset ha per titolo "Trionfo di un momento - splendore della durata". Difficile dire cosa sia meglio. I più opteranno ovviamente per la durata, la lunga vita, anche se opaca e noiosa (altro che splendida). Ma il trionfo che per forza di breve durata ha pure dell'appeal. Pensa a Tommaso Aniello (detto Masaniello) con consumò il suo trionfo in due settimane (per poi impazzire ed essere ucciso barbaramente dai sicari dei sovrani che alcuni giorni prima lo avevano esaltato). Trionfo brevissimo ma che sensazione di onnipotenza e grandezza provò in quei giorni il pescivendolo napoletano, con il re ai suoi piedi). Sono momenti "impagabili".
      Certo anch'io propendo per lo splendore (o almeno la tranquillità) della durata. Sono appunto un mediocre (che preferisce la vecchia strada alla nuova, piena anche di brutte sorprese).

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    2. errata corrige:

      "Ma il trionfo che dev'essere per forza ..."

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  5. @ Diaz

    Be', sì, hai ragione: la famiglia come ideale di società comunista, in cui tutti si danno da fare (o si dannano?) e si servono secondo necessità, è più un ideale che la realtà. Sappiamo tutti che nidi di vipere siano a volte le famiglie. Tuttavia di famiglie "armoniose" (più o meno comuniste) ne esistono. E intendo famiglie in senso ampio, non tanto mamma papà e figli. Qualsiasi gruppo affiatato e che persegue uno scopo (magari anche un ideale) è generoso, non tiene la contabilità del dare e avere. Purtroppo quasi tutti questi gruppi prima o poi si sfasciano o riprendono le "cattive abitudini" (i membri si concentrano di nuovo sui propri interessi). Vedi Anania e sua moglie, fatti secchi da Pietro (li ha proprio ammazzati facendogli venire un infarto). Anche la vita nei conventi si rivela umana, troppo umana. Fanno voto di povertà, ma poi i soldi fanno gola anche a loro. A un benedettino di Einsiedeln trovarono nel cassetto vari biglietti da mille dopo la sua morte. Chissà che piacere aveva a guardarli, come Paperone sotto la doccia di dollari.

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    1. "Qualsiasi gruppo affiatato e che persegue uno scopo (magari anche un ideale) è generoso"

      Lo scopo quasi sempre e' la guerra contro un altro gruppo, con qualsiasi pretesto. E appena quella guerra e' vinta, si scatenano le tensioni interne.
      E' ad esempio evidentissimo nella politica italiana, ma vale per tutti i gruppi.
      Non per niente ha pure un nome, spirito di squadra, e l'altruismo all'interno della squadra e' tanto maggiore quanto maggiore e' il timore verso il nemico (che infatti da chi vuole rinsaldare le squadre viene fomentato appositamente).

      Facciamo passare in second'ordine questa osservazione perche' lo spirito di squadra e relativa contrapposizione al nemico fa comodo a tutti, la usiamo tutti.

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    2. La faccenda e' rilevabile in modo eclatante nello sport, che e' la forma di guerra ritualizzata che usano gli umani per sfogare questa pulsione primordiale (ogni tanto perdendone il controllo).

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    3. Certamente lo sport è, come dici tu, una << forma di guerra ritualizzata >>, basata sul più classico del "noi contro loro".

      Ma lo sport, grazie al cielo, è un'attività molto più controllabile e meno violenta (salvo eccessi) della guerra.
      Quindi, viva lo sport !

      Parafrasando un noto slogan del 68 si potrebbe dire "fate lo sport, non fate la guerra".

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    4. "Quindi, viva lo sport!"

      Non credo, gli educati al tifo e al gioco di squadra sono persone piu' aggressive anche nella vita normale, cosa che di solito li porta al successo nonostante i loro ben scarsi mezzi intellettivi: lo sport e' una unicita' europea, che si comincia a diffondere con il XX secolo: non mi pare che l'aggressivita' dell'europa sia per questo diminuita, anzi, e' diminuita solo quando si e' autodistrutta per i suoi eccessi di aggressivita' tifoidea.

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    5. Anzi i tifoidei l'avere ben scarsi mezzi intellettivi li aiuta a profittare delle occasioni comunque si presentino senza farsi alcuno scrupolo morale, in quanto impossibilitati: li rende ancora piu' efficienti nella prevaricazione.

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    6. Parlo da ex tifoso (del Napoli e di Pete Sampras).

      Oggi non provo più alcun interesse per lo sport, ormai degenerato. Le cifre che circolano sono iperboliche, veramente immorali. Emeriti cialtroni si mettono in tasca milionate di euro, franchi, dollari. Persino i "non giocatori" (l'emerito cialtrone Sepp Blatter e affini) si arricchiscono speculando sull'imbecillità dei tifosi (anch'io ero ahimè uno di questi - però una volta, diciamo anteguerra e anni Cinquanta, tifosi e giocatori erano ingenui e modesti lavoratori).
      Persino Konrad Lorenz considerava positivamente lo sport in quanto scontro non cruento e atto a depotenziare l'aggressività (per lui innata, forse che sì forse che no). In realtà però gli scontri sono cruenti eccome, anche se il sangue non scorre a fiumi. Qui ha ragione Diaz. Non c'è poi incontro sportivo più odioso e crudele che una partita di scacchi. Manca solo la pistola sul tavolo, ma gli scacchisti si odiano a morte e dare scacco al rivale è un superorgasmo (in effetti lo scacco è letteralmente l'uccisione del re).
      Quindi sugli effetti benefici dello sport come guerra ritualizzata e incruenta si può avanzare più di un dubbio.
      Meglio praticare lo sport che fare il tifoso (facendo sport si scarica un bel po' di aggressività innata (secondo Lorenz) e ci facciamo del bene, manteniamo la meravigliosa macchina del corpo umano in forma - ma senza esagerare, eh! Correre è un po' da stupidi, nessun animale corre per mantenersi in forma, corre per predare o per fuggire ai predatori!).

      Fate sport (o l'amore), non inneggiate ai pallonari in campo, ormai anche mercenari senza alcun attaccamento alla bandiera (cambiano casacca anche a campionato in corso, uno schifo!).

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    7. In questo, clap clap alla parte di vecchio sessantottino che e' rimasta in te! (ognuno di noi e' fatto di tante parti anche contraddittorie, il problema e' accettarle ed evitare che una sola prenda il predominio, nonostante il fatto che cio' ci farebbe sentire molto meglio :)

      Alla fine, resto uno che ricorda con nostalgia le vecchie biennali cinema post-68 in cui erano stati eliminati i premi, perche' l'arte non doveva essere un circo gladiatorio. Non avrebbe dovuto...

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  6. Ottimo il brano di Simonetta: l'assurdo slogan (di matrice vetero-femminista) 'voglio tutto e ancora di più' deve essere definitivamente cestinato.

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    1. Gli slogan di derivazione sessantottina vanno contestualizzati: fino a quegli anni vigeva una organizzazione della societa' che era paramilitare nonostante la guerra fosse finita da un pezzo e nonostante si cominciasse a vivere una stagione di grande abbondanza. In quel contesto avevano ragione, la disciplina paramilitare non aveva piu' senso se non di espressione dell'istinto sadico di domnanza di chi era in alto (ma bastava in mezzo in mezzo) alla scala gerarchica.

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    2. In altre parole cominciano ad emergere con piu' forza i diritti dell'individuo oltre a quelli del gruppo di appartenenza, i quali ultimi avevano dominato attraverso i nazifascismi della prima meta' del secolo (durati fino a quasi la fine nelle satrapie orientali). Poi che la protesta sia degenerata facendosi inquadrare negli schemi di una gerarchia ancora peggiore, quella del comunismo reale, e' un discorso a parte. A cio' corrispose infatti una nuova rivoluzione individualistica che ebbe sfogo nei movimenti del '77, che in massima parte contestavano duramente la gerarchia e disciplina comuniste.

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    3. Se notate i commenti nei gruppi ecologisti-catastrofisti, ancora una volta si usa il terrore verso la catastrofe per cementare il gruppo in una disciplina nazional-militarista, sebbene sono mutate spoglie.

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    4. "Sotto" mutate spoglie...... dovrei cambiare tastiera....

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    5. "... la disciplina paramilitare non aveva più senso."

      Vero, la vita dai salesiani (anni Cinquanta) era veramente mostruosa. Oggi quei salesiani verrebbero denunciati, finirebbero in galera. Ma la disciplina si è allentata perché bisognava consumare, era l'epoca del boom economico. Basti pensare che gli albergatori non accettavano coppie "irregolari", era contro la morale e il buon costume. Oggi gli alberghi sono dei veri lupanari, per i soldi si fa di tutto.

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    6. Secondo me e' il contrario, essendo finalmente cessata l'economia della scarsita', ed essendo finalmente l'europa un po' in pace e non in procinto di dichiararsi guerra ad ogni pie' sospinto, non aveva piu' senso la disciplina da caserma. E non credo di sbagliare... dire che e' stata allentata la disciplina per alimentare il consumismo mi pare un po' eccessivo e poco riconoscente... adesso saremo anche consumisti, ma prima non avevano nulla, e alimentavano in tutti i modi l'aggressivita' tribale, cosa che ha senso in un mondo insicuro, ma che ha anche l'effetto di fometare l'agggressivita' e l'insicurezza, in un giro vizioso senza fine.

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    7. Forse si tratta di un ciclo che si autorinforza.
      La fine della guerra e la fine della scarsità hanno finito per autorinforzarsi a vicenda, sino ad arrivare all'attuale mondo globalizzato in cui tutti consumano come forsennati, ma hanno anche il timore folle di farsi la guerra per paura di diminuire i guadagni.

      Quando i guadagni (sicuri) della pace superano i bottini (presunti) della guerra, ecco che tutti si danno una calmata e trovano il modo di dialogare con calma.

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    8. "dovrei cambiare tastiera..."

      o testiera, boh

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    9. Per W.Diaz:

      a mio parere, il (vetero)femminismo ha poco o nulla a che fare con i fondamentali diritti individuali, poiché esso 'assolutizza' i diritti del PROPRIO GRUPPO DI APPARTENENZA, in questo caso addirittura un intero GENERE (ovv.te quello femminile, inteso come una sorta di entità metafisica in sé conchiusa) in totale opposizione al detestato genere maschile: non a caso (paradossalmente ma non troppo) finisce x condannare (anche) ogni saggio invito ad una ragionevole 'family planning' (inteso come intollerabile attentato "maschile" al dogma dell'auto-determinazione della Donna).

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    10. Giusta osservazione.
      Come spesso succede il pendolo delle tensioni sociali passa spesso da un estremo a quello opposto.
      Poi spesso, per fortuna, si stabilizza in un più ragionevole equilibrio.

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  7. "Ieri ho letto una notiziola interessante. Tutti i cittadini svizzeri ricevono annualmente dallo Stato la bellezza di 26'000 franchi (o euro, franco e euro sono quasi in parità). Ciò significa che chi non paga almeno 26'000 franchi di tasse vive o sopravvive a spese dello Stato o degli altri"

    Se e' per questo l'occidente nel suo insieme praticamente mantiene senza che facciano assolutamente nulla interi paesi arabi in cambio del loro petrolio.

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    1. Che infatti quando il petrolio comincia a scarseggiare si scannano e/o emigrano

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  8. @ Diaz

    Letto l'articolo di Gianni Pardo sulla Svizzera e gli Svizzeri (http://pardonuovo.myblog.it/2015/12/29/sulla-svizzera/).

    Mi è piaciuto. Critico senza essere cattivo, maligno, falso. Effettivamente gli Svizzeri non si sono distinti troppo nelle arti e le scienze (ma vantano scrittori classici che non hanno niente da invidiare ai pesi massimi delle altre letterature, da Gottfried Keller e Jeremias Gotthelf ai contemporanei Dürrenmatt e Frisch). Hanno anche qualche Nobel. Insomma, non è che abbiano inventato solo il cucù, come malignava Orson Welles.
    È vero che senza sollecitazioni si regredisce e persino rincitrullisce
    (Max Frisch: Se non ricerchi la perfezione rimbecillisci). D'altra parte il benessere lo vogliono, lo rincorrono tutti. Gli Svizzeri l'hanno ottenuto, senza eccessivi meriti, e adesso caso mai si tratta di conservarlo (e non sarà facile, forse impossibile). Tuttavia a me gli Svizzeri non sono mai apparsi sicuri, pieni di sé, con la puzza al naso, tutt'altro. Una delle loro virtù e caratteristiche direi che è proprio la mediocrità, ma non in senso deteriore, piuttosto come aurea mediocritas, un po' guadagnata un po' un dono del destino.
    Limes di Lucio Caracciolo ha dedicato alla Svizzera un eccellente
    numero, un vero libro di oltre 200 pagine che mi è molto piaciuto e da cui ho appreso molto su questo paese, a cominciare dalla denominazione del paese, Confederazione, che in tedesco si dice "Eidgenossenschaft", letteralmente la società del giuramento (non i congiurati!), probabilmente in ricordo del giuramento del 1291 allorché i tre cantoni interni della Svizzera primitiva si allearono.
    La Confederazione elvetica come la conosciamo oggi è nata nel 1848. Prima i cantoni che compongono oggi la Svizzera erano dei piccoli staterelli con giuridizione e moneta propri. Per andare da un cantone all'altro ci voleva un lasciapassare. Quei cantoni sono oggi "confederati", con una moneta unica, il franco, ma ancora in parte sovrani, con prerogative proprie (non paragonabili alle regioni italiane). Ogni cantone per es. ha una legislazione fiscale propria grazie alla quale attrae investitori, svizzeri e stranieri. Federer, originario di Basilea, si è trasferito nella Svizzera interna dove paga meno tasse! I socialisti schiumano dalla rabbia per queste ingiustizie. Nemmeno l'UE vede di buon occhio i favori che la Svizzera accorda agli investitori e ai privati stranieri (che pagano un'imposta forfettaria inferiore a quella degli Svizzeri - per la rabbia dei soliti socialisti e dei moralisti).
    Nobody is perfect, ma chissà che non sia meglio essere un nobody e vivere tranquillamente e decentemente. Chi vuole essere aquila faccia l'acquila o ci provi. I galli del pollaio si accontentano del becchime. La domenica uno salta su un palo e lancia al cielo il suo chicchirichì - prendendosi per aquila per un attimo. Ma il mangime è buono e il pollaio è recintato.

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    1. http://www.swissinfo.ch/ita/partito-liberale-radicale_-vi-sono-enormi-differenze-tra-l-udc-e-noi-/41371570

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    2. Su Philipp Müller ci sarebbero molte cose da dire, e non positive. È stato il promotore 20 anni fa dell'iniziativa "Tetto massimo di stranieri: 18% (della popolazione". E io l'ho pure sostenuto, iscrivendomi al suo movimento. Diventato presidente del partito radicale ha mutato pelle, anche se gli stranieri in Svizzeri costituiscono oggi ben il 24% della popolazione. Ma di limite oggi non vuol più sentir parlare, con la scusa che la limitazione mette a rischio gli accordi bilaterali con l'UE che è riuscita a imbrogliare gli Svizzeri. La libera circolazione è infatti vincolante e fa della Svizzera in pratica uno Stato dell'UE, per la gioia del partito liberal-radicale di Müller, del governo, degli intellettuali, degli imprenditori, della sinistra, dei verdi. Ma non degli Svizzeri che al 70% e oltre non vogliono essere membri dell'UE a parte intera. Ma lo sono già, senza essersene accorti. Manca solo la firma e il versamento dei miliardi (già ne versa a titolo di coesione con i nuovi membri dell'est). Helmuth Kohl inivitava la Svizzera ad aderire all'UE. E perché? Rispondeva Kohl: "Because you have a lot of money!"

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    3. << Ma di limite oggi non vuol più sentir parlare, con la scusa che la limitazione mette a rischio gli accordi bilaterali con l'UE che è riuscita a imbrogliare gli Svizzeri. >>

      Non è che, in qualche modo (che non sappiamo), la UE è riuscita a "ricattare" gli svizzeri ?
      I nostri governanti se li sono comprati facilmente per un po' di soldi e qualche comoda poltrona; ma con gli elvetici dovrebbe essere un po' più dura. ;-)

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    4. dalla padella nella brace:
      http://www.cdt.ch/primo-piano/approfondimenti/149086/se-gli-stati-uniti-fanno-il-doppio-gioco

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  9. Gianni Pardo conclude il suo (eccellente) post con una frase un po' ironica ed apparentemente condivisibile: << La Svizzera è comunque un bellissimo Paese. Per il turismo. > >

    Io però (pur non essendoci mai stato), credo che ci vivrei volentieri.
    L'ordine e la tranquillità che mi aspetto di trovare valgono ben più della (apparente) noia sociale.
    E poi quella contro la noia è una battaglia che ciascuno di noi può vincere da solo, basta un minimo di impegno.

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  10. Mamma mia, quanti commenti stavolta. E non è finita!

    Prendiamo proprio il termine "spiritualità". Non fa parte del mio vocabolario attivo, è una parola che non uso e di cui non conosco il vero significato. Sì, deriva da spirito, non nel senso di fantasma immagino. Eppure tanti si riempiono la bocca di questo termine.
    Ma anche spirito è parola ambigua, di senso inafferrabile. Non per niente Schopenhauer diceva: "Lo spirito, lo spirito?! Io non lo conosco questo giovanotto!" Spiritoso il nostro Schopy! Mannaggia, ma anche spiritoso contiene spirito, ma non credo si riferisca all'alcol.
    Confesso che a me piacciono le cose concrete, i termini di significato chiaro, ancor meglio se univoco. Ma per Leopardi il vago è poetico, proprio perché non univoco e concreto. Mah, forse in poesia può andare. Per il resto patti chiari: un franco è un franco, un franco, un franco, un franco ecc.

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  11. Le parole sono pietre? Sì, secondo sora Boldrini, e possono fare tanto male, persino uccidere. Donde: attenzione a quello che dite! Se questa non è censura e autocensura ("la forbice in testa"). Continuando di questo passo uccideremo ogni spontaneismo. Si potrà dire solo quello che le Boldrini o i censori considerano socialmente accettabile. Del resto anche Gesù minacciava l'inferno a chi dava dello scemo al suo prossimo. Certo, è un'offesa, può far male, ma non esageriamo! Addirittura l'inferno! E pensare che diceva pure che bisogna perdonare sempre sempre sempre (70 x 7).
    Salman Rushdie rivendica il diritto all'offesa. Teniamo presente che non solo il sarcasmo, ma anche la più leggera ironia può essere ritenuta dai sensibili profondamente offensiva. Pensiamo ai sentimenti religiosi: se dico che Dio non esiste apriti cielo, m'impalano! Almeno gli islamici, ma anche i cattolici non erano mammolette. "Erano" per fortuna, gli abbiamo tagliato gli artigli.
    Però in combutta con gli islamici potrebbero tornare anche loro a fare la voce grossa, a non tollerare offese alla religione. Si sono viste le reazioni del Vaticano a un innocente "p... d..." scappato a qualcuno in televisione (non si era sentito nemmeno troppo bene).
    Principiis obstat! Per me la Madonna, se è mai esistita, non era vergine - contrariamente a quanto dicono gli islamici (pure loro!).
    Non posso dare del ladro e dell'assassino o del truffatore a chi non lo è, ma potrò dire che la sua faccia non mi piace? Secondo la Boldrini no, perché ... le parole sono pietre, quello si offende ecc. ecc.

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  12. Diaz batte Sergio: 31 a 14

    Ho contato i commenti. E io che temevo di essere il più ciarliero, invadente ecc. Ma ovviamente occorre anche considerare la qualità dei commenti. E allora il risultato potrebbe anche essere:
    Diaz batte Sergio 30 a 0 (spero si apprezzi la mia modestia).

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    1. Macchè 30 a 0.
      A me è sembrato invece un bel pareggio con molti gol, come in quelle partite emozionanti che lasciano soddisfatte entrambe le tifoserie :-)

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    2. Tanto per la curiosità, il pareggio con più gol della storia del calcio italiano sarebbe un vecchissimo Torino-Inter del 1920 finito 6-6.
      Seguito da un 5-5 (tra le stesse 2 squadre) del 1940.

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    3. Eh no! Il piu' ciarliero e invadente sono io!
      :)

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    4. In effetti, non posso non riconoscere il tuo 'primato' numerico. :-)
      Adesso però dovrai sempre essere all'altezza della tua fama!
      Ti attendo (ti attendiamo) al varco. ;-)

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  13. << eniamo presente che non solo il sarcasmo, ma anche la più leggera ironia può essere ritenuta dai sensibili profondamente offensiva. Pensiamo ai sentimenti religiosi: se dico che Dio non esiste apriti cielo, m'impalano! >>

    Dimostrando, con ciò, di avere una fede molto, ma molto più fragile di quanto credono.
    Altrimenti si limiterebbero a fare spallucce e ad attere fiduciosi che Dio provveda DA SE' a fare giustizia.

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