venerdì 23 ottobre 2015

Meno siamo, meglio stiamo

LUMEN – Abbiamo oggi con noi il grande zoologo austriaco Konrad Lorenz, che viene considerato, giustamente, il padre dell’etologia moderna.
LORENZ – Buongiorno.
 
LUMEN – Professore, l’oca Martina è qui con voi ?
LORENZ – Purtroppo no. Ho dovuto lasciarla a casa. Ma sta bene.
 
LUMEN – Spero che non si senta troppo infelice senza la sua “mamma” umana.
LORENZ – Ormai ci è abituata.
 
LUMEN – Meglio così. Professore, vorrei parlare un po’ con voi di quello strano animale che risponde al nome di homo sapiens.
LORENZ – Volentieri.
 
LUMEN – Sappiamo sempre più cose, questo è evidente, ma questo ci aiuta ad essere anche più felici ?
LORENZ - Tutti i vantaggi che l'uomo ha ricavato da una conoscenza sempre più approfondita della natura che lo circonda, i progressi della tecnologia, delle scienze chimiche e mediche, sembrerebbe destinato a lenire le nostre sofferenze. Ed invece questa conoscenza tende, per terribile paradosso, a favorire la rovina dell'umanità.
 
LUMEN – In che modo ?
LORENZ – Perché l’umanità minaccia di soccombere a un destino altrimenti quasi sconosciuto ai sistemi viventi: l'auto-soffocazione.
 
LUMEN – Ovvero, perché siamo in troppi.
LORENZ – Esatto. Ma la cosa più terribile di questo processo apocalittico è che, con tutta probabilità, le prime a essere travolte saranno proprio le più elevate e le più nobili qualità e attitudini dell'individuo, proprio quelle che giustamente consideriamo e apprezziamo come specificamente umane.
 
LUMEN – Un triste paradosso.
LORENZ - Nessuno di noi, che viviamo in paesi civilizzati densamente popolati, o addirittura nelle grandi città, è ormai più consapevole della nostra carenza generale di affetto e di calore umano. Bisogna avere fatto una volta l'esperienza di arrivare all'improvviso, ospite inatteso, in una casa situata in una regione poco popolata - dove i vicini siano separati da molti chilometri di strade disagiate - per riuscire a valutare quanto ospitale e generoso possa essere l'uomo quando la sua disponibilità ai contatti sociali non viene sottoposta di continuo a eccessive sollecitazioni.
 
LUMEN – Raccontateci.
LORENZ - Me ne sono reso conto tempo fa, grazie ad un episodio che non ho più potuto dimenticare: avevo ospiti presso di me due coniugi americani del Wisconsin, che si occupavano di protezione della natura e abitavano in una casa completamente isolata nel bosco. Mentre stavamo andando a tavola per cena, suonò il campanello della porta di casa e io esclamai infastidito: "Chi è che viene a disturbarci a quest'ora?". Se avessi pronunciato la peggiore sequela di insulti i miei ospiti non ne sarebbero rimasti meno sbalorditi. Che il suono del campanello potesse suscitare una reazione che non fosse di gioia, era per loro scandaloso.
 
LUMEN – Davvero divertente.
LORENZ - E' in larga misura colpa dell'affollarsi di grandi masse nelle metropoli moderne se, nel caleidoscopio di immagini umane che mutano e si sovrappongono e si cancellano a vicenda, non riusciamo più a riconoscere il volto del nostro prossimo. L'amore per il prossimo, per un prossimo troppo numeroso e troppo vicino, si diluisce sino a svanire senza lasciare più traccia. Chi desideri ancora coltivare sentimenti di calore e cordialità per gli altri deve concentrarli su di un esiguo numero di amici; noi non siamo, infatti, capaci di amare tutti gli uomini, per quanto ciò possa corrispondere a una norma giusta e morale.
 
LUMEN – Giusta e morale fino a un certo punto, almeno secondo me. Ma proseguite, prego.
LORENZ - Siamo quindi costretti ad operare delle scelte, dobbiamo cioè 'tenere a distanza' in senso affettivo, molte altre persone che sarebbero altrettanto degne della nostra amicizia. Il tentativo di non lasciarsi troppo coinvolgere emotivamente, infatti, costituisce una delle preoccupazioni primarie per molti abitanti dei grandi centri urbani. 

LUMEN – Mi pare inevitabile.
LORENZ – Certo, questa posizione, entro certi limiti, è inevitabile per ciascuno di noi. Però è viziata da una componente di disumanità. Essa ci richiama infatti alla mente il comportamento degli antichi proprietari di piantagione americani che trattavano molto umanamente i loro negri “di casa” mentre gli schiavi delle loro piantagioni venivano considerati, nella migliore delle ipotesi, poco più che animali domestici di un certo valore.
 
LUMEN – Non lo sapevo, ma non mi sorprende.
LORENZ - Questo schermo deliberatamente interposto per impedire i contatti umani, sommandosi con un generale appiattimento dei sentimenti, finisce per condurre a quelle spaventose manifestazioni di indifferenza di cui parlano ogni giorno i nostri giornali. Man mano che aumenta la massificazione delle persone, l'esigenza di evitare il coinvolgimento emotivo diviene per il singolo sempre più pressante, al punto che proprio nei grandi centri urbani possono oggi verificarsi episodi di rapine, assassinii, violenze in pieno giorno e nelle strade più frequentate, senza che alcun passante intervenga.
 
LUMEN – Beh, in molti casi vi è anche la paura fisica di subire violenze o ritorsioni. Ma proseguite, prego.
LORENZ - L'accalcarsi di molti individui in uno spazio ristretto non solo provoca indirettamente, attraverso il progressivo dissolversi e insabbiarsi dei rapporti fra gli uomini, vere e proprie manifestazioni di disumanità, ma scatena anche direttamente il comportamento aggressivo.  

LUMEN – Questo è altrettanto vero.
LORENZ - Molti esperimenti hanno dimostrato che l'aggressività intraspecifica viene incrementata se gli animali sono alloggiati in gran numero nella stessa gabbia. Chi non abbia conosciuto di persona la prigionia in tempo di guerra, o analoghe aggregazioni forzate di molti individui, non può valutare a quale livello di meschina irritabilità si possa giungere in tali circostanze.
 
LUMEN – Non ho difficoltà ad immaginarlo.
LORENZ - E se uno cerca di controllarsi, impegnandosi a dimostrare ogni giorno ed in ogni momento un comportamento cortese, cioè amichevole, verso altri uomini, che tuttavia non sono amici, la situazione diventa un vero supplizio. La generale scortesia che si osserva in tutti i grandi centri urbani è chiaramente proporzionale alla densità delle masse umane ammucchiate in un dato luogo. Punte massime spaventose vengono raggiunte, ad esempio, nelle grandi stazioni ferroviarie o nel Bus-Terminal delle grandi metropoli mondiali.
 
LUMEN – E’ un fenomeno che conosciamo bene anche qui in Italia.
LORENZ - La sovrappopolazione, quindi, provoca indirettamente tutti quegli inconvenienti e quei fenomeni di decadenza che rendono sempre più triste l’esistenza della nostra specie.
 
LUMEN – Grazie professore. E salutateci tanto l’oca Martina.
LORENZ – Non mancherò.


(N.B. - Le citazioni di Konrad Lorenz sono tratte dal blog “Un Pianeta non basta” dell’amico Agobit – Lumen)

24 commenti:

  1. Parole semplici e sagge di un autore che lessi all'università su consiglio di un amico di scuola che studiava psicologia (era il famoso "Il cosiddetto Male" che mi fece una grande impressione).
    Era il 1964 ed eravamo all'incirca tre miliardi su questa Terra ...
    L'uomo cerca la compagnia perché è un animale sociale, ma è chiaro che quando si è soffocati da una marea di gente incontrollabile la socievolezza, la gentilezza, la simapatia umana vanno a farsi benedire. Bisogna lavorare di gomiti o scappare.
    Se in estate arriviamo su una bellissima spiaggia deserta, a parte un paio di persone, andiamo a sistemarci proprio vicino a quelle o non troppo lontano: ci sentiamo così un po' meno soli e chissà forse potremmo avere persino bisogno di aiuto. Ma a Rimini in estate è un'altra cosa: quanta odiosa umanità ... (a dir la verità non sono mai stato a Rimini in estate!).

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  2. Caro Sergio, non ho mai letto il libro di Lorenz che hai citato, ma mi pare davvero interessante (magari vado a cercarmelo in bilbioteca).

    Questa è la presentazione che ho trovato sul sito IBS:
    << Che cos'è l'aggressività, un istinto o un comportamento appreso? Che cosa distingue la bellicosità tra membri della stessa specie dal comportamento predatorio? C'è una differenza tra l'aggressività nell'uomo e negli altri animali? Perché le manifestazioni violente hanno a volte una forte componente rituale, che non sembra all'opera nella nostra specie?
    Nel rispondere a queste domande, Konrad Lorenz, sulla scorta di Darwin, ricondusse il comportamento degli animali e quello dell'uomo agli stessi princìpi evolutivi. (...)
    I pesci maschi della barriera corallina, in mancanza di rivali dello stesso sesso, arrivano a attaccare le proprie femmine e la prole. Lorenz parte da questo esempio di bellicosità innata, per poi prendere in esame svariati casi di aggressività: dai combattimenti rituali dei lupi e dei leoni alle colonie di ratti, i cui membri sono solidali tra loro ma spietati nei confronti di chi non ne fa parte.
    L'aggressività, letta in questa chiave etologica, è un istinto che esige una scarica periodica, in competizione con i molti altri istinti animali e umani. >>

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    1. Dicono però che Lorenz (oltre ad essere stato un razzista - come tanti italici eroi tipo Montanelli e Bocca che inneggiavano alla razza italica da copione fascista) sia "superato". La sua teoria dell'aggressione innata non tiene (dicono). Sarà. Io l'ho letto con interesse e piacere anche perché Lorenz è molto accattivante, scrive come un letterato cioè bene (ha buoni studi letterari e filosofici alle spalle pur essendo uno scienziato). Superato o non superato a me piace sempre. Poi che l'aggressività sia innata mi sembra un'evidenza: è un potenziale che serve alla sopravvivenza in situazioni di emergenza e a cui ricorrono un po' tutti gli esseri viventi, compresi i cristiani. Buona questa dei cristiani, eh? Cavolo se ne hanno fatte per imporsi e restare al potere.
      Comunque più di quel famoso e grosso libro (Il cosiddetto male) io di Lorenz consiglierei gli scritti "minori", molto più piacevoli, e tra questi "L'anello di Re Salomone" giunto alla 30ª edizione dal 1989. Adelphi ha in catalogo altri suoi libri, tra cui il simpatico "E l'uomo incontrò il cane" (ovviamente anche questo superato a dire degli esperti). "Esperti, vil razza dannata!" (Rigoletto - "Cortigiani ...).

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    2. << Poi che l'aggressività sia innata mi sembra un'evidenza: è un potenziale che serve alla sopravvivenza in situazioni di emergenza e a cui ricorrono un po' tutti gli esseri viventi >>

      Sono perfettamente d'accordo.
      Direi anzi che il concetto di aggressività (in senso lato) potrebbe essere un ottimo spartiacque per dividere il mondo animato da quello inanimato.

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    3. "Dicono però che Lorenz (oltre ad essere stato un razzista"

      In realta' temeva la addomesticazione dell'uomo, dopo aver visto come, negli animali, il processo di addomesticamento ne degradi le qualita' (che con l'essere nazi o fascista, ma anche comunista, mi pare abbastanza incompatibile, trattandosi di tutte retoriche dell'"uomo nuovo", dopo averne modellato il comportamento o aver eliminato i "geneticamente devianti").

      "il cosiddetto male" era il titolo originale del libro, e credo con questo volesse dimostrare che l'aggressivita' e' a fondamento anche del "cosiddetto bene" e del "progressismo", non solo legata alla auodifesa in cmomenti di emergenza. Per questo molti, a cui piace sentirsi "i buoni", con l'esclusiva della bonta', si sono incazzati. La conflittualita' delle idee nei blog e' aggressivita'. La polarizzazione partitica e' aggressivita'. Eccetera...

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  3. A queste ottime riflessioni di Lorenz mi permetto di aggiungere la seguente affermazione di Karl R. Popper, grande epistemologo e amico dello stesso L.: "tutti i ns. problemi c.d. ecologici si possono ridurre, in fondo, all' 'esplosione demografica'; è sufficiente un attimo di riflessione per convincersi di questo fatto".

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    1. Grazie per la citazione (non la conoscevo).
      Curiosamente, pur essendo Popper è un autore molto citato (e giustamente), questa frase mi sembra tra le meno conosciute.
      Sarà proprio un caso ?

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    2. Probabilmente NON è affatto un caso: (sfortunatamente) lo stesso Antiseri, forse il principale artefice della conoscenza del pensiero popperiano in Italia, si è preoccupato di prendere pubblicamente le distanze da tale asserto...

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    3. Andiamo bene.....
      Siamo sempre lì: quando si toccano temi considerati delicati, sia la scienza che la cultura si bloccano, si auto-censurano.
      Ed è un vero peccato, perchè la conoscenza è sempre, per definizione, neutrale.
      Sta poi a noi farne l'uso "politico" che riteniamo più opportuno.

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    4. Antiseri e' uno dei pochissimi liberali italiani, ma e' anche cattolico.

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    5. Mi chiedo sinceramente come le due cose possano convivere, se non venendo a patti con la propria coerenza intellettuale.

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  4. Sul mulo trovate Popper, Karl - Lorenz, Konrad - Il futuro e' aperto - 1985, che non e' piu' rieditato.

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  5. Nonche':
    Konrad Lorenz - Conoscenza, Credenze E Libertà - ocr1col.pdf

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  6. Don Bosco (scusate, sono stato dei salesiani) sosteneva che - con tutta l'energia che aveva in corpo - sarebbe potuto divenire un grande criminale. Invece diventò un santo. Dunque quella che noi chiamiamo aggressività è energia latente che può servire a diversi scopi: per difendersi e uccidere o anche per altre cose ritenute più nobili, come fondare conventi, fare beneficenza, scrivere poesie, inventare, scoprire ecc. La repressione degli istinti e soprattutto della sessualità sembra essere, secondo Freud, alla base della cultura ("Il disagio nella cultura"). Ma questa repressione è ambivalente: può far aumentare l'aggressività distruttiva o far progredire l'umanità, almeno sulla via della conoscenza.
    Ma la vera rivoluzione sessuale è in corso oggi, altro che Sessantotto.
    Ma che cosa porterà questa "liberazione"? Renderà l'uomo più pacifico come i bonobo o ci farà regredire? Difficile dire.

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  7. @ Diaz
    << "il cosiddetto male" era il titolo originale del libro, e credo con questo volesse dimostrare che l'aggressivita' e' a fondamento anche del "cosiddetto bene" e del "progressismo" >>

    @ Sergio
    << quella che noi chiamiamo aggressività è energia latente che può servire a diversi scopi: per difendersi e uccidere o anche per altre cose ritenute più nobili >>

    Mah, può darsi che sia come dite voi, ma non ne sono molto convinto.

    L'energia che ci porta al bene sociale può in effetti, come diceva Freud, venire dalla repressione sessuale, ma l'aggressività, a mio modesto parere, resta un'altra cosa.
    L'aggressività, pur essendo inevitabile in senso biologico - e credo che sia questo il senso del termine "cosiddetto" usato da Lorenz - resta intrinsecamente negativa da un punto di vista sociale, perchè si fonda sulla spinta alla sopraffazione propria del gene egoista (e poteva mai mancare ? :-)).

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    1. "resta intrinsecamente negativa da un punto di vista sociale"

      Non credo, perche' serve aggressivita' anche per stabilire la verita' e il bene (fra virgolette ovviamente). Senza, hai nirvana e atarassia.

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    2. "... e credo che sia questo il senso del termine "cosiddetto" usato da Lorenz ..."

      Ovviamente quel "cosiddetto" riduce il Male da categoria metafisica e teologica a semplice meccanismo di difesa-offesa degli animali compreso l'uomo. Un'operazione perciò riduttiva quella di Lorenz che è andata di traverso a parecchia gente.
      Il diavolo è definitivamente scomparso (ovviamente già prima di Lorenz aveva già fatto le valigie con l'illuminismo, ma Lorenz gli ha assestato il colpo finale). Per me che venivo da un'educazione religiosa e cattolica quel libro fu proprio un evento (ma avevo perso la fede già a diciassette anni).
      Eppure papa Francesco non ci sta: per lui il diavolo esiste eccome e circuit quem devorens, è cioè sì puro spirito (?) ma anche persona ed è sempre all'opera. Chissà quanto tempo dovrà ancora passare perché la Chiesa dica: suvvia, era tutto un discorso metaforico, anche un bambino lo capisce. Il diavolo è una tendenza che è in noi, quell'aggressività innata di cui parlava un tale cosiddetto etologo e anche un po' razzista, aggressività che può fare tanto male come vediamo ogni giorno.
      Sai che barba se non ci fosse gente un po' aggressiva, desiderosa di conquiste, anche di scipparsi il bene degli altri. Un po' di sana (cioè non eccessiva) aggressività è il sale della vita.

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    3. << Eppure papa Francesco non ci sta: per lui il diavolo esiste eccome e circuit quem devorens, è cioè sì puro spirito (?) ma anche persona ed è sempre all'opera. >>

      Ma lor signori se ne intendono sicuramente.
      Quale posto può essere più attraente (e stuzzicante) del Vaticano per il buon vecchio Diavolo ? :-)

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    4. Che ne dite dell'articolo su "cassandra" sul picco del petrolio come ragione ultima della fuga di massa dalla siria?

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    5. Condivido.
      La grande ricchezza piovuta inaspettatamente su molti paesi grazie al petrolio è stata usata - in genere - molto male dai rispettivi governanti, che non hanno saputo costruire nulla di solido.
      I soldi che non si sono messi in tasca, sono stati semplicemente distribuiti a pioggia, determinando così una abnorme crescita demografica che l'economia del luogo mai e poi mai avrebbe supportato.
      E adesso, che il rubinetto si sta prosciugando, ci tocca pure accogliere le loro "eccedenze" di popolazione.
      Grazie no, non mi sta bene.

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    6. Quei paesi infatti sono un laboratorio in cui e' amplificata al massimo questa situazione. Compreso il fatto che sono arrivati d'un colpo al super-benessere della modernita' avendo delle strutture sociali ancora a livello di bande tribali, in cui "importa il numero" come assicurazione sulla vita. E' impressionate la crescita demografica che hanno avuto, praticamente decuplicando in pochi decenni (6 figli per donna da quelle parti era la MEDIA!!! ma non dovremmo scandalizzarci troppo, da noi fino qualche decennio fa non era molto diverso). L'articolo secondo me invece e' abbastanza criticabile perche' di fronte a tutto cio' l'unica cosa su cui mette l'accento e' il picco del petrolio, la colpa della migrazione la da' al picco, non alla demografia, e attenzione perche' cio' sottende il pensiero che la demografia non sia mai il problema. D'altra parte si tratta di un sito con quella "mission", che vede tutto sotto la specie dell'energia, poi ci sono quelli che vedono tutto sotto la specie dell'economia, quelli che vedono tutto sotto l'aspetto della demografia, eccetera (porti pazienza sergio per il linguaggio ;).

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    7. "porti pazienza sergio per il linguaggio"

      Sarebbe? Boh! Io poi modestamente sono maiuscolo! Non sono riuscito ad abbeverarmi alla fonte di «cassandra», il o i link non funzionano.
      Mah, francamente sono un po' stufo di tutto, penso di ritirarmi a vita privata. Azzuffatevi voialtri, alzo bandiera bianca: tutto sbagliato, gli è tutto da rifare - diceva Bartali. Godiamoci per quanto possibile quei pochi giorni che ci restano sotto il sole (orecchiato da Qohélet). E chi s'è visto s'è visto.
      Buona continuazione, il Signore vi benedica.

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    8. "E adesso, che il rubinetto si sta prosciugando, ci tocca pure accogliere le loro "eccedenze" di popolazione.
      Grazie no, non mi sta bene."

      Eppero' fatto il danno bisogna rimediare, chiunque l'abbia fatto, altro che "chi s'e' visto s'e' visto".
      Magari! :)

      Consideriamo ad esempio la shoa', come esempio macroscopico... di quelli in mezzo a quella situazione, senza il senno di poi e senza la piena conoscenza della situazione reale, chi azzecco' di fare la cosa giusta?

      Come il passato dimostra, quando la situazione si aggrava, tirarsene fuori diventa impossibile, o meglio anche tirarsene fuori e' una scelta di campo, e fare la cosa giusta fra le alternative possibili un terno al lotto. Pensiamo alle ultime guerre mondiali: la neutralita' e' facile finche' se ne parla in teoria, stando ben al di fuori: da dentro la situazione, e' impossibile, essere neutrali significa essere collaborazionisti del nemico secondo il proprio gruppo di appartenenza.

      Verissimo questo, che condivido:
      "Godiamoci per quanto possibile quei pochi giorni che ci restano sotto il sole"

      Ma, considerati i miliardi di obblighi e impegni che funestano la nostra vita quotidiana comunque ci si sforzi di restarsene fuori, temo che di giorni debbano restarcene davvero pochi affinche' sia possibile passare in pace gli ultimi.

      Io sono qua che faccio continuamente i conti per capire quando potro' davvero cominciare a infischiarmene di tutto per poter campare tranquillo e felice per almeno qualche giorno, o minuto, finale, della mia vita, e augurare il "buona continuazione", ironico, comprensivo di gesto dell'ombrello, ai restanti. Ma sono sicuro che sbagliero' i conti, e iniziero' o troppo in anticipo, o troppo in ritardo, cosi' da rendere ancora piu' squallido e tragico il finale.

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    9. @ Sergio

      << Mah, francamente sono un po' stufo di tutto, penso di ritirarmi a vita privata. >>

      Ehi, non facciamo scherzi !
      (ma non stavi proprio parlando sul serio, vero ?)


      @ Diaz

      << Io sono qua che faccio continuamente i conti per capire quando potro' davvero cominciare a infischiarmene di tutto per poter campare tranquillo e felice >>

      Prima cominci, meglio è. Non sarai sempre tranquillo e felice (è umanamente impossibile) ma se incominci a non arrabbiarti sei già a buon punto.

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