sabato 19 ottobre 2013

Neanche gli Dei

LUMEN – Professor Cipolla, come state ?
CIPOLLA – Bene, grazie.

LUMEN – Carlo Maria Cipolla, per chi non lo ricordasse, è stato un grande storico dell’economia, eppure è diventato famoso per un breve saggio umoristico, quello sulla "stupidità umana".  Non vi da un po’ fastidio ?
CIPOLLA – Ma no, ma no. La vita va presa con un sorriso.

LUMEN – Giusto. Allora, entriamo un po’ nell’argomento.
CIPOLLA - Le faccende umane si trovano, per unanime consenso, in uno stato deplorevole.

LUMEN – Su questo, non ci sono dubbi.
CIPOLLA - Questa peraltro non è una novità. Per quanto indietro si riesca a guardare, esse sono sempre state in uno stato deplorevole. Il pesante fardello di guai e miserie che gli esseri umani devono sopportare, sia come individui che come membri della società organizzata sin dai suoi inizi.

LUMEN – E’ la condanna di ogni essere vivente.
CIPOLLA – Grazie a  Darwin sappiamo di condividere la nostra origine con le altre specie del regno animale e tutte le specie, si sa, dal vermiciattolo all'elefante, devono sopportare la loro dose quotidiana di tribolazioni, timori, pene e avversità. Gli esseri umani, tuttavia, hanno il privilegio di doversi sobbarcare un peso aggiuntivo, una dose extra di tribolazioni quotidiane, causate da un gruppo di persone che appartengono allo stesso genere umano.

LUMEN – Che sarebbero, appunto, gli stupidi.
CIPOLLA – Esatto. Questo gruppo è molto più potente della Mafia o del Complesso Industriale o dell' Internazionale Comunista. È un gruppo non organizzato, non facente parte di alcun ordinamento, che non ha capo, né presidente, né statuto, ma che riesce tuttavia ad operare in perfetta sintonia come se fosse guidato da una mano invisibile, in modo tale che le attività di ciascun membro contribuiscono potentemente a rafforzare ed amplificare l'efficacia dell' attività di tutti gli altri membri.

LUMEN – Una specie di associazione involontaria.
CIPOLLA – Comunque, anche la stupidità umana, come molte altre cose, ha le sue leggi fondamentali.

LUMEN – Leggi che Voi,  nel vostro saggio, avete evidenziato con grande chiarezza e semplicità. Allora procediamo.
CIPOLLA – Prima legge: Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.

LUMEN – Agghiacciante.
CIPOLLA – Seconda legge: La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona, sia etnica che culturale. Ogni gruppo umano, comunque individuato, ha la stessa percentuale di stupidi, che è indipendente da ogni altra considerazione.

LUMEN – E questo fa piazza pulita di ogni sospetto di razzismo.
CIPOLLA – Terza legge: Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.

LUMEN – Una definizione ineccepibile.
CIPOLLA – Quarta legge: Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.

LUMEN – Come diceva Schiller: “contro la stupidità, anche gli Dei combattono invano”.
CIPOLLA – Grande Schiller ! Aveva già capito tutto.

LUMEN – Eh sì. Ma andiamo avanti.
CIPOLLA – Quinta e ultima legge: La persona stupida è il tipo di persona più pericolosa che esista.

LUMEN – E se poi esercita anche il potere, poveri noi…
CIPOLLA – Esatto. Non è difficile comprendere come il potere politico o economico o burocratico accresca il potenziale nocivo di una persona stupida. Ma dobbiamo ancora spiegare cosa essenzialmente rende pericolosa una persona stupida; in altre parole in cosa consiste il potere della stupidità.

LUMEN – Sentiamo.
CIPOLLA - Essenzialmente gli stupidi sono pericolosi e funesti perché le persone ragionevoli trovano difficile immaginare e capire un comportamento stupido. Una persona intelligente può capire la logica di un bandito.

LUMEN – Sicuramente.
CIPOLLA - Le azioni del bandito seguono un modello di razionalità. Il bandito vuole un "più" sul suo conto. Dato che non è abbastanza intelligente per escogitare metodi con cui ottenere un "più" per sé procurando allo stesso tempo un "più" anche ad altri, egli otterrà il suo "più" causando un "meno" al suo prossimo. Tutto ciò non è giusto, ma è razionale, e se si è razionali lo si può prevedere. Si possono insomma prevedere le azioni di un bandito e le sue sporche manovre, e spesso si possono approntare le difese opportune.

LUMEN – Difese che spesso, per fortuna, funzionano.
CIPOLLA – Appunto. Con una persona stupida, invece, tutto ciò è assolutamente impossibile. Come è implicito nella Terza Legge Fondamentale, una creatura stupida vi perseguiterà senza ragione, senza un piano preciso, nei tempi e nei luoghi più improbabili e impensabili. Non vi è alcun modo razionale per prevedere se, quando, come e perché, una creatura stupida porterà avanti il suo attacco. Di fronte ad un individuo stupido, si è completamente alla sua mercé.

LUMEN – Terribile.
CIPOLLA - Poiché le azioni di una persona stupida non sono conformi alle regole della razionalità, ne consegue che: a) - generalmente si viene colti di sorpresa dall'attacco; b) - anche quando si acquista consapevolezza dell'attacco, non si riesce ad organizzare una difesa razionale, perché l'attacco, in se stesso, è sprovvisto di una qualsiasi struttura razionale; è come cercare di difendersi sparando ad un oggetto capace dei più improbabili e inimmaginabili movimenti.

LUMEN – E’ impossibile, in effetti.
CIPOLLA – Occorre poi tenere conto anche di un'altra circostanza.

LUMEN – Quale ?
CIPOLLA - La persona intelligente sa di essere intelligente. Il bandito è cosciente di essere un bandito. Lo sprovveduto (ovvero chi danneggia sé stesso) è penosamente pervaso dal senso della propria sprovvedutezza. Al contrario di tutti questi personaggi, lo stupido non sa di essere stupido. Ciò contribuisce potentemente a dare maggior forza, incidenza ed efficacia alla sua azione devastatrice.

LUMEN – Una specie di arma in più.
CIPOLLA - Lo stupido non è inibito da quel sentimento che gli anglosassoni chiamano self-consciousness. Col sorriso sulle labbra, come se compisse la cosa più naturale del mondo, lo stupido comparirà improvvisamente a mandare a catafascio i tuoi piani, distruggere la tua pace, complicarti la vita ed il lavoro, farti perdere denaro, tempo, buonumore, appetito, produttività; e tutto questo senza malizia, senza rimorso, e senza ragione.

LUMEN – In una parola: “stupidamente”.
CIPOLLA – Proprio così.

LUMEN – Grazie professore. Per quanto difficile, cercheremo di fare tesoro dei suoi consigli.
 

4 commenti:

  1. "Grazie professore. Per quanto difficile, cercheremo di fare tesoro dei suoi consigli."

    Cercheremo ma non ci riusciremo purtroppo. Difatti io non ci sono riuscito pur avendo letto il trattatello di Cipolla una ventina d'anni fa (di lui non ho letto nient'altro, a parte una intervista in cui contestava che si producessero oggetti inutili e stupidi: se qualcuno acquista l'oggetto che gli "intelligentoni" decrescisti considerano stupido, superfluo e nocivo - quell'oggetto ha una sua ragione di essere, una sua dignità - debbo dire che questa sentenza "cipolliana" mi colpì, ma la ritenni anche ambigua: Cipolla si dichiarava così incrementista, sviluppista, mercatista ecc.).

    Comunque delizioso il tuo riassunto o presentazione delle leggi fondamentali della stupidità di Cipolla buonanima. Il suo libretto ce l'ho sempre a portata di mano, ma come detto è difficile trarne profitto: come don Abbondio non si poteva dare il coraggio, l'individuo non può darsi l'intelligenza - o ce l'ha o non ce l'ha. E l'individuo medio non deve essere particolarmente intelligente, anche se non è proprio stupido (e pericolosissimo!). Per fortuna però l'istruzione (se buona), il paziente addestramento, l'impegno possono sopperire almeno in parte alla mancanza d'intelligenza.
    Ma l'intelligente sa davvero di essere intelligente? Da che cosa lo deduce? Dal fatto che si comporta in genere razionalmente? E uno può darsi davvero la patente d'intelligente? Non è presunzione? Diceva una volta Eco che segno d'intelligenza è dubitare - almeno occasionalmente - della propria intelligenza. Siccome io ne dubito spesso debbo essere particolarmente intelligente (eh eh).

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  2. << Ma l'intelligente sa davvero di essere intelligente? Da che cosa lo deduce? >>

    Bella domanda, Sergio, e meno banale di quello che può sembrare.
    Penso che tutti siamo convinti di essere abbastanza intelligenti e in fondo, in quanto homini sapiens, lo siamo davvero.
    Ma come misurare il suo livello che è ovviamente variabile ?

    Se a livello oggettivo si può usare il Q.I. (ma molti ne contestano la fondatezza) come possiamo fare per valutare noi stessi, nella vita quotidiana ?
    Io credo che il sistema ci sia e consista nel verificare (ma in modo onesto, senza cercare scuse o scappatoie patetiche) quanto spesso le nostre azioni ci portano davvero ad ottenere gli obiettivi che ci siamo prefissi.
    Che ne dici ?
    In fondo, a cosa ci serve l'intelligenza, se non a risolvere nel modo migliore i problemi che la vita, giorno per giorno, ci propone ?

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    1. «In fondo, a cosa ci serve l'intelligenza, se non a risolvere nel modo migliore i problemi che la vita, giorno per giorno, ci propone?»

      Nei test per valutare il Q.I. io risulto quasi sempre un subumano! Ma come definire l'intelligenza? La mia risposta pratica e di buon senso (anche se non esaustiva): è la capacità di risolvere i problemi che ci si presentano e di fare progetti. Un sostegno all'intelligenza viene dall'istruzione. L'istruzione è erudizione, nozionismo - utilissimi, checché se ne dica. Certamente l'intelligenza è molto più importante dell'erudizione, ma l'erudizione torna comodo anche all'intelligenza (sarebbe assurdo reinventare la ruota!).
      L'intelligenza è quasi sicuramente una dote innata, ma non può fare astrazione dei risultati già conseguiti e che la tradizione tramanda. Rispetto all'individuo medio l'intelligente ha certamente un vantaggio, riesce ha raggiungere prima e meglio gli obiettivi prefissi.
      Io ahimè mi considero più erudito (istruito, addestrato - e anche con molte lacune, doppio ahimè) che intelligente.

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    2. Mi oppongo vostro onore.
      il teste minimizza la propia intelligenza, ben dimostrata dalle tante osservazioni e considerazioni fatte in questo blog.
      Si chiede pertanto una ferma condanna per falsa testimonianza, anzi no, per falsa modestia....

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