Ho già parlato, in alcuni post precedenti, dei libri di Mauro Biglino e della sua interpretazione letterale della Bibbia.
Un'interpretazione che non solo rivoluziona il significato degli eventi narrati, ma, soprattutto, trasforma la Bibbia da libro sacro, che parla di un unico Dio, in una narrativa epica, ricca di personaggi e di avventure, come accade per l'Iliade, l'Odissea e gli altri testi leggendari delle culture antiche.
Portata alle sue estreme conseguenze, la storia della Bibbia sarebbe il racconto della discesa sulla Terra di una civiltà aliena molto progredita e della sua interazione con gli esseri che ci vivevano.
A questo argomento è dedicato il pezzo di oggi, che mi è stato mandato dall'amico Roberto Duria.
Io, personalmente, non credo a questa teoria, perchè la presenza degli alieni è scientificamente molto improbabile, ma è certo che la versione ufficiale della Bibbia, oltre che incoerente, è ancora più improbabile.
La mia conclusione pertanto, (usando il rasoio di Occam), è che la Bibbia sia semplicemente un'opera di fantasia.
LUMEN
<< Nel 2009 Gian Antonio Stella pubblicava un libro in cui ho trovato un accenno alla doppia creazione, quella meglio conosciuta e descritta nel primo libro della Bibbia e quella sottaciuta, di molto anteriore ma che ha una sua precisa ragion d’essere. Quando Caino fu maledetto per aver ucciso suo fratello e fu allontanato dal recinto in cui i suoi genitori erano stati creati, si lamentò dicendo: “Chiunque m’incontrerà potrà uccidermi”. Se fossero stati solo in quattro sulla Terra, anzi in tre visto che Abele era appena stato tolto di mezzo, chi avrebbe potuto uccidere Caino? Sembra ovvio che dovevano esserci altre popolazioni umane, da qualche parte, non precisamente amichevoli verso gli occupanti del recinto sacro chiamato Giardino dell’Eden.
Che ci siano state due creazioni anziché una, l’ho imparato da Mauro Biglino, anche se non saprei dire quando sia avvenuta la seconda, quella che conosciamo meglio, né tanto meno la prima, che probabilmente risale alla notte dei tempi. Ad operare tali interventi di manipolazione genetica erano sempre gli stessi, quegli Elohim che i sumeri chiamavano Anunnaki e che, letteralmente, “caddero dal cielo”. Tra di essi non c’erano solo militari, ingegneri e piloti, ma anche scienziati genetisti, ed è a questi ultimi che si deve attribuire la presenza della specie umana su questo pianeta, poiché strutturalmente siamo mezzi Dei e mezze bestie, una via di mezzo, un ibrido umano-alieno.
Siccome per me, come metodo d’indagine, sono importanti i “riscontri incrociati”, ovvero che ci siano due fonti, diverse e separate, che giungono alle stesse conclusioni, mi sembra altamente verosimile che le manipolazioni genetiche atte a creare bipedi senzienti siano state due, e non una sola. L’idea non se l’è inventata Biglino, ma nasce già nel Diciassettesimo secolo, o forse anche prima, e viene così riportata da Gian Antonio Stella:
“Nel 1655 il francese Isaac La Peyrère, un protestante discendente da ebrei, fornì la prima esposizione completa della teoria che Adamo non fosse il primo uomo ma solo il primo ebreo. La teoria della poligenesi, o delle origini umane multiple, sfidava la dottrina ortodossa di una creazione unica e di “un solo sangue” per tutta l’umanità, e poteva dar luogo ad applicazioni di carattere decisamente razzista. Se Adamo ed Eva dovevano essere ritenuti semplicemente bianchi piuttosto che specificamente ebrei, e se i predecessori di Adamo venivano considerati neri e inferiori (da collocarsi in una posizione intermedia tra i discendenti di Adamo e le bestie del campo create in precedenza), gli africani potevano essere privati delle prerogative di esseri umani in maniera ancor più efficace che evocando la maledizione camitica”.
L’ipotesi poligenetica fu respinta dai padri della Chiesa perché poteva fornire una base razzista a quanti volessero trarre profitto dalla schiavitù, ma nella vita reale del mondo, sia cattolico che protestante, non servì a nulla ribadire che l’umanità fu creata una sola volta e che dunque siamo tutti fratelli, perché il soldo comanda e quando ci fu da guadagnare, gli schiavisti non si tirarono indietro per motivi morali, ma trattarono i negri alla stregua di bestie, spesso anche con l’avallo del clero cristiano.
E in fatto di razzismo, più o meno convalidato dalle Sacre Scritture, non c’era differenza tra ebrei, cristiani e musulmani, i primi perché si consideravano popolo eletto, i secondi perché hanno sempre fatto dell’ipocrisia la loro colonna portante in quanto a dottrina e i terzi, i musulmani, perché anche Maometto aveva servi, serve, dromedari, asini, pecore, capre e altre risorse umane, in maniera del tutto coerente con la visione del mondo allora conosciuto, greco e romano.
E’ noto quanto Aristotele, il più grande scienziato filosofo dell’antichità, fosse favorevole all’uso degli schiavi. Nulla di scandaloso, dunque, se degli uomini rendevano schiavi altri uomini e a ben guardare, se facciamo un giro nelle campagne del Meridione d’Italia, potremmo informarci su cosa sia il cosiddetto Caporalato e su quanto guadagnano all’ora i contadini di colore impiegati nei campi di pomodori.
Ma torniamo alla doppia creazione. Che scopo aveva la prima, quella non descritta nella Bibbia ma che sicuramente deve esserci stata? Si dice che agli alieni appena sbarcati serviva mano d’opera e per i loro scienziati non ci fu niente di più facile che sbizzarrirsi con gli incroci tra scimmie, magari immettendo in esse parte dei loro stessi geni. E’ probabile che tali manipolazioni siano andate avanti per un bel po’, attraverso tentativi ed errori. Pasticciando con i geni, facendo con essi taglia e cuci, non si sapeva cosa sarebbe saltato fuori, se prole funzionale o inadatta a sopravvivere, cioè se nascevano bambini con tutti gli organi a posto o dei mostri che erano destinati a morire entro breve tempo.
Di passaggio, volendo sperimentare a casaccio, per non dire ludicamente, avrebbero potuto creare ibridi mezzi umani e mezzi bestie, tipo centauri o minotauri, fauni o cinocefali. Avrebbero potuto strafare con le dimensioni, tipo giganti di varie misure, oppure anche grandi come puttini, quegli amorini alati che ritroviamo in molti dipinti dei pittori venuti secoli dopo. Si dice, riguardo a questi ultimi, che non sapessero parlare, ma che erano sempre fra i piedi e sempre in movimento come cagnolini. Che fine hanno fatto, ammesso e concesso che siano esistiti? Probabilmente, la stessa fine che hanno fatto tutti gli altri, ma se del Minotauro o dei centauri non sono mai stati trovati scheletri, che io sappia, dei giganti ne sono stati trovati parecchi, in varie parti del mondo, Sardegna compresa.
Abbiamo detto che lo scopo della prima creazione fu quello di produrre mano d’opera bruta, ma allora quale fu lo scopo della seconda, quella che ebbe per protagonisti una coppia ben precisa, ma che secondo Biglino non era l’unica, bensì una di diverse coppie di cavie? Sembra che lo scopo fosse quello di creare una casta di eletti più intelligenti dei precedenti, da utilizzare come gruppo privilegiato e da guidare alla conquista dei territori, come successivamente si legge nella Torah.
In questo senso, gli ebrei hanno, o per meglio dire avevano, ragione a considerarsi il popolo eletto. Gli Elohim che s’impegnarono nella loro creazione avevano bisogno di rapportarsi con gente dotata di intelletto, non di ottusi minatori che erano avvezzi solo ai lavori di fatica. Considerato che uno degli Elohim scelse una famiglia di discendenti da Adamo ed Eva, quella di Giacobbe, si capisce perché li addestrò militarmente allo scopo di conquistare la maggiore estensione di territorio possibile.
Ciò che Geova fece nel Medio Oriente, forse altri Elohim fecero nelle altre parti del mondo, dato che la guerra fra tribù e gruppi etnici è una costante della Storia, nonché patrimonio culturale di tutti i popoli, dai più selvaggi, che vivono nudi nelle foreste, ai più civilizzati che si sono organizzati in società gerarchiche, dotati di tecnologia militare sofisticata e micidiale. La guerra, insieme all’agricoltura, alla metallurgia e alla medicina, ce l’hanno insegnata gli Dei, i quali, dopo esser passati dal politeismo al monoteismo, hanno avuto la faccia tosta di presentarsi come un... d’amore. Niente di tutto ciò. Gli Dei hanno sempre fatto i loro propri interessi. >>
ROBERTO DURIA