venerdì 29 novembre 2024

Le origini della Guerra

Il post di oggi è dedicato ad un recente saggio di antropologia, scritto da Harald Meller, Kai Michel e Carel van Schaik, intitolato “L'evoluzione della violenza. Perché vogliamo la pace, ma facciamo le guerre”.
Il testo, tratto dal quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung (NZZ), mi è stato mandato dall'amico Sergio Pastore, che ringrazio.
Si tratta di un argomento di grande interesse, non solo a livello storico, ma anche sociale, che può aiutarci a capire meglio il nostro presente ed il nostro futuro.
LUMEN


<< La guerra non è geneticamente determinata, è un fenomeno tardivo ed eccezionale nella storia umana”, dicono un biologo evoluzionista – Carel van Schaik - e uno storico – Kai Michel. Fino a quando gli esseri umani non divennero stanziali nel Neolitico erano pacifici e cooperativi. Da quel momento è esplosa la violenza collettiva, anche a causa del patriarcato. Ma in una prospettiva evolutiva siamo sulla strada giusta per ridiventare pacifici.

In un libro recentemente pubblicato [con Harald Meller], i due autori espongono questa tesi in modo accattivante e convincente. Naturalmente non pochi troveranno l’associazione di guerra e cultura paradossale come pure poco credibile la fine di tutte le guerre. Ma andiamo con ordine.

Che la guerra sia un fenomeno culturale può suonare strano. Per Hobbes la storia dell’umanità è caratterizzata da guerre continue che hanno o avrebbero una causa precisa nella genetica. Secondo Hobbes l’uomo (ominidi, H. erectus, Habilis, Neanderthalensis, Sapiens) sono esseri aggressivi che sono stati costantemente in guerra.

Questa tesi non è però suffragata da evidenti prove. Hobbes partiva dalla sua esperienza e dalle fonti a cui attingeva (per es. a Tucidide): la guerra era per lui una costante nella storia dell’uomo, la triste realtà era: homo homini lupus. Il Sapiens popola la Terra da 250'000 anni, ma notizie attendibili e anche certe sul suo sviluppo si hanno solo a partire dagli ultimi 5000 anni.

Per le epoche precedenti possiamo però avanzare alcune ipotesi basandoci sui ritrovamenti, sull’archeologia e recentemente anche sull’etnografia. Se si eccettuano i casi di violenza individuale, sempre esistiti, il quadro che si può delineare non è proprio quello di una guerra continua tra gli esseri umani.

Il primo omicidio accertato avvenne 430'000 anni fa, ma casi come questo furono sicuramente rari: non vi è alcuna prova di violenza collettiva, cioè di guerre tra gruppi, per il periodo più lungo dell’evoluzione. Il più antico massacro identificato con certezza ebbe luogo 13.400 anni fa sul Nilo a Jebel Sahaba, nell'attuale Sudan, il secondo 10.000 anni fa a Nataruk in Kenya.

Dopo la fine dell’era glaciale cacciatori e raccoglitori cominciano a sfruttare le ricche risorse in riva a laghi e fiumi. Lavoravano la terra, ma ne negavano l’accesso ad altri gruppi. 

Si tratta di una innovazione nella storia umana: per la prima volta dei gruppi monopolizzano la terra e la dichiarano di loro proprietà, cosa che irrita gli esclusi che provano invidia e desiderio dei beni accumulati da altri. Il nuovo stile di vita si affermò solo nel Neolitico, iniziato nell’Europa centrale 7.500 anni fa. E con esso arriva la guerra.

Con gli stanziamenti nascono l’agricoltura, l’allevamento del bestiame, la ricchezza e la disuguaglianza. All'improvviso gli umani hanno qualcosa da perdere che devono proteggere. Si formano dei clan e oggi gli archeologi come Harald Meller si imbattono regolarmente in fosse comuni. Il nuovo stile di vita fece aumentare enormemente la popolazione e poiché la terra fertile era scarsa, sorsero rapidamente conflitti.

​“La particolarità del nostro approccio – dicono gli studiosi - è che noi tre combiniamo biologia evoluzionistica, archeologia e studi culturali e includiamo anche l'etnografia. Per molto tempo nella storia umana non abbiamo trovato fortificazioni, né armi progettate specificatamente per uccidere altri individui e le pitture rupestri non mostrano scene di violenza. Tutto ciò appare dal Neolitico in poi e diventa normale nei primi stati dispotici che nascono.”

Nel Neolitico appare anche il patriarcato: dominio maschile e guerra si manifestano contemporaneamente e una volta che la guerra si è instaurata come metodo di soluzione dei conflitti non c’è più scampo.

Ma nonostante le guerre attuali, possiamo dire che siamo già sulla strada giusta. Almeno socialmente ed eticamente stiamo diventando di nuovo cacciatori e raccoglitori, cioè più pacifici e cooperativi. Almeno in Occidente c’è più uguaglianza e democrazia.

Fino al XIX secolo inoltrato la schiavitù era considerata del tutto naturale. Ma poi ci si rese conto che era assolutamente disumana. La schiavitù era vantaggiosa solo per i proprietari di schiavi, così come le guerre lo sono per i regnanti e i potenti. Così come il fenomeno culturale della schiavitù è stato cancellato, lo sarà anche il fenomeno culturale della guerra se scacceremo i despoti, gli autocrati e i signori della guerra.

L’enorme sviluppo demografico – siamo passati dai tre miliardi degli Anni Settanta agli otto miliardi attuali, in appena cinquant’anni – potrebbe facilitare paradossalmente uno sviluppo pacifico. Se da un lato l’esplosione demografica ha risvolti preoccupanti per l’ambiente l’interdipendenza di tutti gli Stati può favorire il passaggio a un’era pacifica. Si avvererebbe il detto secondo il quale dove passano le merci non passano gli eserciti. Salvo imprevisti. >>

NEUE ZURCHER ZEITUNG (NZZ)

13 commenti:

  1. Sono d'accordo con gli autori sulla ricostruzione storica (o per meglio dire 'preistorica'), ma sulle speranze future mi sento meno ottimista di loro.
    Perchè la guerra è strettamente correlata col possesso della terra e la nostra società, per quanto possa ancora cambiare, resterà sempre legata alla terra ed al suo possesso.
    Il tutto aggravato dalla notevole densità di popolazione, che – secondo me - rappresenta più facilmente una causa di contrasto e di guerra, che non di pace.
    Anche la schiavitù, che è stata certamente abolita a livello giuridico, continua ad essere praticata, in modo surrettizio, in certe zone ed in certe situazioni.
    A conferma del fatto che certi meccanismi di sopraffazione sono difficili da superare.
    Ovviamente, spero di sbagliarmi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Perchè la guerra è strettamente correlata col possesso della terra e la nostra società, per quanto possa ancora cambiare, resterà sempre legata alla terra ed al suo possesso."

      Caro Lumen, le elite stanno effettuando il lavaggio del cervello all'intera umanità. Non c'è più nessuna verità, vogliono abolire persino il genere maschile e femminile.
      I nuovi nati non saranno più registrati come maschio o femmina, ma il genere sarà opzionale (si parla di "sesso assegnato alla nascita", modificabile a scelta più tardi).
      È chiaro che i soggetti non saranno più nemmeno di nazionalità italiana, tedesca, algerina o neozelandese,
      ma semplicemente esseri umani senza patria e famiglia (alla lettera: senza patria e famiglia, anche la famiglia è ormai un'anticaglia). L'uomo futuro delle elite deve essere produttore e consumatore e si può naturalmente produrre e consumare ovunque, il territorio non ha più nessuna importanza. A questo punto la tua obiezione ("resterà sempre legata alla terra ed al suo possesso) cade e finalmente non ci saranno più guerre per il territorio e le materie prime, i terrestri - tutti bravi e pacifici - si godranno finalmente la vita, la Terra ridiventerà un paradiso terrestre o una Città del Sole campanelliana.

      P.S. Spero che non prenderai troppo sul serio le mie visioni, avrai notato una certa ironia riguardo alle belle sorti e progressive dell'umanità. Però è un fatto evidente che le elite ci stanno lavorando.

      Elimina
    2. Caro Sergio, ho colto la tua ironia e sono anche d'accordo con la prima parte del tuo commento, perché le tendenze attuali dell'occidente sono quelle.
      Nelle altre civiltà, pero, mi sembra che le tradizioni restino ancora salde.
      Inoltre le elites non sono un unico blocco omogeneo, ma sono divise in gruppi, che hanno interessi diversi (soprartutto economici).
      Quindi, temo che di motivi per continuare a farci la guerra ne restino a sufficienza.

      Elimina
  2. L'impostazione di fondo dell'Articolo mi sembra interessante e in gran parte condivisibile, anche se fatico a comprendere la valenza "pacificatrice" dell'esponenziale crescita demografica umana contemporanea e anche se i Notiziari radio-televisivi degli ultimi mesi mostrano abbondantemente scenari di guerra nuovamente caldi e durevoli.
    Positivo il riferimento all'interdipendenza possibile tra tutti gli Stati e al ruolo "calmierante" dei Commerci internazionali, cui si può aggiungere l'importanza di Strutture federali continentali dotate di Sovranità politica devoluta dagli attuali Stati nazionali (il Nazionalismo così come la Crescita demografica incontrollata e l'Identità religioso-confessionale monolitica sono sempre stati tra le cause scatenanti conflitti più o meno cruenti per l'accaparramento delle risorse e per l'egemonia culturale). Saluti!
    Nota a margine: l'ultima puntata di Sapiens (Rai Tre) è stata interamente dedicata al tema qui dibattuto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Condivido la tua analisi, anche per quanto riguarda l'effetto positivo delle strutture federali.
      La UE ha tanti difetti, ma ha reso impensabile una guerra tra le nazioni dell'Europa occidentale.

      Elimina
    2. Però la guerra commerciale continua, l'UE ha come principio base la concorrenza. Tutti vogliono essere competitivi, da America first al made in Italy. Può funzionare? Non so, non credo. Bisognerebbe passare dalla concorrenza o guerra a basso livello e non cruenta alla cooperazione internazionale. Ma ci vorrebbe un governo mondiale, già auspicato da Enrico Berlinguer. Ne siamo ancora lontani, forse lontanissimi, l'instaurazione della pace e cooperazione universale noi non la vedremo. Lumen dice che è impensabile per ragioni genetiche, la contrapposizione tra "noi" e "loro" è insuperabile; del pari Lumen pensa che una religione universale non sia possibile (invece ci stiamo marciando alla grande, Bergoglio ha liquidato il cristianesimo, ma la demolizione iniziò con Vaticano II.

      Intano l'industria bellica fa affari d'oro. Una volta tanto mi è piaciuto Bergoglio che ha esclamato, all'annuncio del riarmo massiccio dell'UE e di altri paesi: ma è roba da pazzi! Don Mattarella condanna la guerra, ma non il riarmo generale di quasi tutti i paesi della Terra.

      Elimina
    3. Bergoglio deve fare il pacifista per mestiere.
      Che altro potrebbe dire ?
      Tanto non lo ascolta nessuno a livello politico (e lui lo sa).

      Elimina
    4. Tra l'altro mi risulta che lo IOR investa in qualsiasi settore, anche quello delle armi.
      Per cui...

      Elimina
  3. Poscritto

    Caro Lumen, l'articolo della NZZ mi aveva colpito e interessato perciò te l'ho segnalato e ho visto che ha interessato anche te tanto da farne un post. Io mi sono persino comprato il libro che ho cominciato a leggere ... dalla fine. Perché dalla fine? Perché gli autori in fondo al libro fanno delle proposte, articolate in dodici punti. E questa conclusione mi è piaciuta meno, è meno convincente e forse anche un po' ideologica. Quanto all'evoluzione del Sapiens, come la vedono gli autori, io non ho nessuna obiezione o critica da fare perché non sono del mestiere, non ne so quasi nulla. Ne prendo nota, ma però qualche dubbio in merito ai costumi pacifici e allo spirito collaborativo dei nostri antenati mi resta. Certe teorie si basano su scarsissimi ritrovamenti, una mandibola, dei denti e qualche altro osso, mah!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. << però qualche dubbio in merito ai costumi pacifici e allo spirito collaborativo dei nostri antenati mi resta. >>

      Anche a me.
      Io continuo a pensare che esistano 2 piani ben distinti della aggressività e della violenza umana, quello infra-gruppo e quello extra-gruppo.
      Seguendo i principi dell'evoluzionismo, si può dedurre che la prima è sempre modesta (altrimenti il gruppo non potrebbe sopravvivere), mentre la seconda può diventare molto elevata in caso di scarisità delle risorse.
      E questo vale oggi come valeva allora.

      Elimina
    2. Leggo su Wikipedia che si sono trovati interi scheletri del Neandertaler, non avremmo dunque solo qualche ossicino di questo Sapiens N.

      Elimina
    3. Una grande fortuna per i paleo-antropologi.

      Elimina
    4. Pensa che ricca messe di reperti troveranno gli studiosi fra diecimila anni! Siamo otto e più miliardi, ci saranno masse di cadaveri o scheletri da studiare, poveracci! Ma forse una guerra atomica o un grosso asteroide polverizzerà tutti questi ingombranti resti umani ...

      Elimina