PIL
E BENESSERE
Il
PIL non discrimina la spesa per il superfluo dalla spesa sanitaria,
l’acquisto di cibo dall’azzardo più o meno legalizzato.
Il
PIL misura quello che i mercati hanno interesse a misurare: quanta
moneta corrente viene scambiata, perché è sul totale che si
ricavano le percentuali che vanno ad arricchire gli investitori e gli
azionisti.
Paradossalmente
un paese di gente in buona salute sarà meno portato a produrre
reddito di una popolazione affetta da diverse patologie.
I
primi potranno permettersi di lavorare meno, e questo per i mercati
non è accettabile.
MARCO
PIERFRANCESCHI
FUGA
DI CERVELLI
Chi
parte [per l’estero], nella stragrande maggioranza dei casi, lo fa
per sé o per i propri cari più immediati, che sono un’estensione
di sé.
Questo
vale per il profugo come per il ricercatore.
Nel
momento in cui si decide di andare altrove, oltre a tutte le grandi
motivazioni nobili che la nostra era individualista è così rapida
nel trovare, c’è quasi sempre il senso che la dimensione umana
fondamentale non sia quella della società, ma dell’individuo.
Non
necessariamente questo porta a cattivi risultati, ma, come in ogni
cosa, il pendolo dondola ed è ora che torni indietro.
L’individualismo
è stata una reazione a secoli di limitazioni dell’autonomia e
libertà delle persone, oltre che a nuove opportunità economiche che
rendevano molto allettante il pensare per sé, ma resta il fatto che
la dimensione fondamentale umana è quella sociale.
GAIA
BARACETTI
MENTALITA’
SCIENTIFICA
La
mentalità scientifica è nata in Europa con Talete, con Archimede,
con Aristotele, ma perfino con la mitologia greca.
Questa
infatti è un insieme di favole (è questo il significato della
parola “mito”) ma sono favole che danno una spiegazione dei
fenomeni naturali.
E
se la spiegazione fantastica non vale nulla, vale ancora molto
l’averla cercata.
Questo
bisogno di darsi conto del reale ha dato all’Europa la sua
preminenza nel mondo.
La
scienza è un prodotto italiano, inglese, francese, non giapponese o
cinese, per quanto grandi siano state quelle due civiltà.
GIANNI
PARDO
CULTO
MARIANO
Quasi
assente nei primi due secoli di cristianesimo, il culto mariano si
diffonde poco dopo, strettamente legato al concetto di protezione in
un periodo di disordine politico ed economico.
In
altre parole, si sviluppa con la popolarizzazione del cristianesimo e
durante quella che viene chiamata dagli storici la "crisi del
III secolo": le prime invasioni barbariche, le secessioni
dall'impero, l'anarchia militare etc. (…)
Da
quel punto in poi, anche i vertici della Chiesa fanno propria la
devozione per la Madonna (e nasce una disciplina teologica, la
mariologia appunto, già discussa al Concilio di Nicea del 325, con
livelli di complessità via via crescenti nei secoli successivi).
A
livello popolare invece il culto rimane molto semplice: la Madonna è
una figura materna (con le sue radici nelle devozioni pagane per la
Dea Madre, presente in tutto il Mediterraneo) e come ogni madre è
sinonimo di protezione, rifugio, riparo, tutela.
Caldo
affetto materno che ti difende dalle intemperie della vita e del tuo
tempo, specie se il tempo in cui si vive è irto di pericoli.
Con
la caduta dell'impero, le invasioni barbariche, le scorribande arabe
o ungariche o vichinghe, la fine dei commerci e poi le spaventose
carestie dell'Alto Medioevo, diventa - inevitabilmente - fortissimo.
ALESSANDRO
GILIOLI
MENZOGNA
E UTOPIA
Rimane
tenace la superstizione secondo cui la verità rende liberi; e induce
alla rivoluzione.
Il
che è un errore madornale. Decisivo. La verità non smuove niente.
La menzogna, sotto le belle forme dell’utopia, smuove.
La
Marcia su Roma, la Marcia del Sale, il Treno di Lenin, la Birreria di
Monaco: credete che qui in moto e in marcia fossero uomini e donne a
cui si era rivelata la verità?
Ma
no, essi credevano. Tendevano.
Avere fede. Puntare lo sguardo in un futuro da modellare secondo il proprio desiderio. Colmare il cuore di folle desiderio: ecco, questo smuove; alla marcia, alla protesta, a sopportare il dolore e la morte.
Avere fede. Puntare lo sguardo in un futuro da modellare secondo il proprio desiderio. Colmare il cuore di folle desiderio: ecco, questo smuove; alla marcia, alla protesta, a sopportare il dolore e la morte.
La
verità, ammesso che ne esista una, è assai indesiderabile.
Il
condottiero sa che la verità deve essere celata dalla bellezza delle
mire celesti: il Paradiso Terrestre, le Vergini, El Dorado, la Terra
del Prete Gianni, il Catai, la Greenland.
ALCESTE
A proposito di verità e utopia, mi viene in mente la celeberrima frase attribuita a Gesù nel Vangelo di Giovanni (8,32): << "veritas vos liberat", ovvero "la verità vi rende liberi".
RispondiEliminaFrase che in ambito religioso appare fuori luogo come poche altre e che comunque la Chiesa, nei suoi due millenni di vita, si è sempre ben guardata dall'applicare.
FUGA DI CERVELLI
RispondiElimina"(...) Resta il fatto che la dimensione umana fondamentale è quella sociale"
Mah, secondo me (peraltro sulla base di gran parte del pensiero scientifico-sociale cont.neo: dall'antropologia alla psicologia) nell'essere umano la dim.ne individuale e quella sociale sono strettamente intrecciate ed è assai opportuno un costante e "dinamico" bilanciamento reciproco.
Privilegiare tout court la dim.ne sociale può invece spalancare le porte a furbesche, retoriche e pericolose "scorciatoie" autoritarie clericali collettiviste demagogico-populiste identitario-nazionaliste socialcomuniste e gener.te illiberali e irrazionaliste... Saluti
<< nell'essere umano la dim.ne individuale e quella sociale sono strettamente intrecciate ed è assai opportuno un costante e "dinamico" bilanciamento reciproco. >>
EliminaVerissimo.
Forse il vero problema della vita, direi quasi il suo scopo principale, è proprio quello di trovare il giusto bilanciamento tra queste due dimensioni, entrambe findamentali.
Un poeta latino (mi pare Ovidio) diceva: nec tecum, nec sine te vivere possum.
Lui lo diceva a proposito di una donna, ma lo si può applicare anche al nostro rapporto con la società che ci circonda.