mercoledì 8 marzo 2017

Nero come il carbone

Un breve post di Ugo Bardi (tratto dal suo blog) sull’importanza del carbone nell'Europa nell'ottocento ed il suo impatto sulla storia politica dell’Italia, con una breve digressione dalla “cronaca nera“ (nel senso di nero-carbone) alla “cronaca rosa”. 
LUMEN


<< All'inizio del XIX secolo (1800), la rivoluzione industriale era in pieno svolgimento, alimentata dalle miniere di carbone dell'Europa settentrionale, principalmente Inghilterra, Francia e Germania. Questa rivoluzione aveva creato uno squilibrio economico, rendendo i paesi settentrionali molto più ricchi e più potenti di quelli del sud.

Non era solo una questione di avere o non avere il carbone. Era questione di trasportarlo. Il carbone è pesante ed ingombrante e, a quel tempo, il solo modo pratico per trasportarlo su lunghe distanze era via mare. Le navi potevano portare il carbone ovunque nel mondo, ma, quando si trattava di portarlo nell'entroterra, servivano fiumi navigabili.

Niente fiumi navigabili, niente carbone. Niente carbone, niente rivoluzione industriale. E' stata questa la ragione dello squilibrio: i paesi dell'Europa meridionale, proprio come quelli nordafricani, non potevano avere fiumi navigabili a causa della mancanza d'acqua. Per cui, non si sono potuti industrializzare e sono rimasti economicamente e militarmente deboli.

Le sole regioni mediterranee che avevano fiumi navigabili e si sono potute industrializzare sono state Francia e Nord Italia, Piemonte in particolare.

Delle due, la Francia è stata di gran lunga la più potente e, già nel 1848 (…) aveva occupato l'Algeria, strappandola via all'Impero ottomano. Il resto della regione nordafricana era matura per essere sottomessa e persino il Regno di Napoli, nell'Italia meridionale, era militarmente ed industrialmente debole, una preda facile per qualsiasi paese industrializzato.

Cosa poteva quindi fermare i francesi dal trasformare l'intero mare Mediterraneo in un lago francese ? Questa, apparentemente, era stata l'idea di Napoleone quando ha invaso l'Egitto, nel 1798. Non ha funzionato quella volta, ma era stata un'intuizione strategica che, in seguito, i governi francesi avrebbero potuto portare avanti.

Ora, mettetevi nei panni dei britannici. Nel grande gioco strategico del XIX secolo, avevano adocchiato l'Egitto, che avrebbero poi occupato nel 1882, ma avrebbero potuto fare poco o niente per impedire alla Francia di occupare l'intera costa nordafricana, fino all'Egitto e forse oltre ad esso.

Niente di diretto, cioè, ma se avessero potuto creare un contrappeso strategico per bilanciare il potere francese ? E cosa poteva essere quel contrappeso ? L'Italia, naturalmente, se poteva essere unificata e trasformata in un unico paese, dalla pletora di staterelli che era a quel tempo.

Così, a metà del XIX secolo, i pezzi strategici del gioco mediterraneo erano tutti al loro posto, come in una enorme scacchiera. L'obbiettivo britannico era condiviso dal Piemonte: unificare l'Italia il più presto possibile e fermare l'ulteriore espansione della Francia. Dall'altro lato della scacchiera, l'obbiettivo della Francia era altrettanto chiaro: evitare ad ogni costo l'unificazione dell'Italia e prendersi quanto più Nord Africa possibile, il più presto possibile.

Chiaro, perfettamente chiaro. E facile per la Francia. Non dovevano fare quasi niente, solo tenere sotto controllo il Piemonte, cosa che potevano fare agevolmente. E' vero che il Piemonte era una piccola superpotenza industriale per i suoi tempi, ma non c'era partita per la più grande, molto più potente e vicina Francia.

Ma il presidente francese ed imperatore di quel tempo, Luigi Napoleone, o “Napoleone III”, ha fatto esattamente l'opposto, anche impegnando l'esercito francese a sostegno dell'espansione del Piemonte nell'Italia del nord in una serie di battaglie sanguinose contro gli austriaci, nel 1859.

Non che la Francia abbia aiutato il Piemonte per niente, naturalmente. In cambio, i francesi hanno ottenuto una fetta di terra sul lato occidentale delle Alpi, che prima faceva parte del Piemonte. E' stato un guadagno territoriale ma, in termini strategici, non era niente in confronto a quello che la Francia stava perdendo.

Un anno dopo aver sconfitto l'Austria con il sostegno della Francia, il Piemonte partiva per un'altra impresa strategica, questa volta con il sostegno dei britannici. Dal Piemonte, partiva un esercito condotto da Giuseppe Garibaldi ad invadere il Regno meridionale di Napoli. I napoletani hanno contrapposto una resistenza strenua ma, da soli, non potevano farcela e Napoleone III non ha mosso un dito per aiutarli.

Col collasso del Regno Meridionale, la completa unificazione dell'Italia è diventata inevitabile, nonostante un ultimo disperato tentativo da parte di Napoleone III nel 1867, quando ha mandato truppe in Italia per impedire a Garibaldi di prendere Roma.

E quindi Italia fu. Ed è ancora. La cosa curiosa è che poteva non essere. Se Napoleone avesse fermato Garibaldi nel 1860 allo stesso modo in cui lo ha fatto nel 1867, probabilmente avremmo ancora un regno di Napoli e il paese che oggi chiamiamo “Italia” sarebbe più che altro un protettorato francese. E, molto probabilmente, il francese sarebbe la lingua dominante in gran parte del paese.

Invece, la Francia aveva perso un'occasione storica per diventare la potenza dominante nel Mediterraneo. In seguito, la Francia è riuscita comunque a ritagliarsi alcuni altri pezzi di Nord Africa, occupando la Tunisia nel 1881 e il Marocco nel 1904, ma tutti gli ulteriori avanzamenti nella regione mediterranea sono stati fermati quando, nel 1911, l'Italia ha rivendicato ciò che gli italiani vedevano come la loro fetta legittima dell'Impero Ottomano in declino: la regione che oggi chiamiamo Libia.

Quindi, come mai Napoleone III ha fatto un errore strategico colossale del genere ? In un certo senso, possiamo dire che è piuttosto normale: i sovrani degli stati spesso sono terribilmente incompetenti nel loro lavoro (…). Ma, per Napoleone III, potrebbe esserci stata una ragione che va oltre la semplice incompetenza.

I francesi hanno inventato la frase “Cherchez la femme” (cercate la donna) come spiegazione di molti eventi altrimenti inspiegabili. E, nella storia dell'unificazione dell'Italia, c'è coinvolta una donna: Virginia Oldoini, Contessa di Castiglione. Era la cugina del Conte di Cavour, primo ministro del Piemonte a quel tempo, ed era stata mandata a Parigi da lui, pare, con l'idea specifica di influenzare Napoleone III.

Lei era una fedele patriota italiana e capiva molto bene quello che sarebbe stato il suo ruolo come amante del presidente francese ed imperatore. Doveva convincerlo a fare qualcosa che i francesi non avrebbero mai dovuto permettere: aiutare il Piemonte ad invadere e conquistare il resto della penisola italiana.

Secondo quello che si può spesso leggere sui libri di storia, ha adempiuto al suo ruolo e, dai ritratti e dalle fotografie che abbiamo di lei, forse possiamo anche capire come. Naturalmente, possiamo legittimamente pensare che questa storia sia solo una leggenda. Ma potrebbe essere che Virginia Oldoini abbia davvero convinto Luigi Napoleone a fare quello che ha fatto ?

In questo caso, la Contessa dovrebbe essere considerata una delle donne più influenti della storia moderna. Ma non saremo mai in grado di saperlo. Ora, lei si trova dall'altra parte dello specchio, forse guardandoci da lì e ridendo di noi. > >

UGO BARDI
 

55 commenti:

  1. A proprosito di Francia e di donne (ma sono un po' O.T.), tra poco i nostri cugini andranno a rinnovare il loro presidente e la rampante madame Le Pen è tra le favorite.
    Vincerà, non vincerà ?
    E sopratuttto, se mai dovesse vincere (alla Trump), cambierebbe davvero qualcosa per la Francia e per l'Europa ?

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    1. Se vincesse penso che qualcosa cambierebbe sì, sia per la Francia che per l'Europa. Ma è impossibile che vinca, non è nemmeno sicuro che arrivi al secondo turno. Ma se ci arrivasse l'intera sinistra voterebbe contro. Il concorrente vincerebbe alla grande, oggi è dato persino al 62% al ballottaggio. A me ha fatto piacere sia il Brexit che l'elezione di Trump e voterei anche per la Le Pen che è gratificata da tutti come estremista di destra. Vorrei tanto sapere perché il Front National è di estrema destra. È un movimento nazionalista e identitario che ha una certa visione dell'Europa e dell'economia. Per favore non tiratemi adesso fuori che è un movimento razzista. Se mi dite che è un'idiota perché rovinerà la Francia con la sua politica mi va bene. Ciò che non accetto è la criminalizzazione dell'opposizione da parte dei regnanti e degli ex comunisti, tutti angelotti animati dalle migliori attenzioni. Quali sono i crimini della destra o estrema destra? Ma certo, razzismo omofobia e antisemitismo, massì sono anche fascisti e/o nazisti, gentaglia della peggior specie. Dicono che destra e sinistra sono categorie sorpassate, il mondo si divide oggi in globalisti aperturisti (bravissima gente, produttiva, innovatrice a tutti i livelli, anche antropologici) e protezionisti isolazionisti come lo scemo del villaggio Trump e i legaioli nostrani, gente che fa profondamente schifo ovviamente, razzisti è il minimo. Ma com'è che tanti italiani, dalle alte cariche in giù, ha una così cattiva idea di molti italiani che detestano. Purtroppo è così che gli antirazzisti sono a loro volta razzisti in quanto si reputano migliori e demonizzano gli altri. Apprendiamo oggi dalla stampa quanto si mettono in tasca i nostri "onorevoli". La più ricca è la deficiente Fedeli con licenza elementare e ministro o ministra dell'istruzione, ma anche Grasso e Boldrini non scherzano, la presidenta dichiara 149000 euro (non so se lordi o se sia l'imponibile). Ma che cosa ha una persona che guadagna tanto in comune con il povero cristo italiano (e sono tanti tanti i poveri cristi) che certe somme se le sognano, non le hanno mai viste e non le vedranno mai. Uno della Fiat ci mette quasi dieci anni per guadagnare quanto la Boldrini.
      Tanti saluti dall'omofobo fascista razzista antisemita estremista ecc. ecc. e in più anche scemo. Ah se mi deste solo dello scemo, ringrazierei pure.

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    2. Sì, confesso di essere antisemita. Lotto per la libertà d'espressione anche dei negazionisti e quindi commetto un reato, anche l'Italia si è piegata al mainstream (però ho
      o avevo l'appggio di Intini, socialista, ve lo ricordate, craxiano, brava persona che non voleva i negazionisti in galera). Io ho incontrato in tutta la mia vita due ebrei e mezzo, un israeliano che aveva fatto la guerra dei sei giorni e che mi era parso una persona normale, quasi ebreo controvoglia, poi un francese con cui ho discusso a lungo e che mi sembrava afflitto da paranoia, voleva lasciare anche la Francia. Ma gli ebrei, o meglio certi ebrei come gli ortodossi con quelle ridicole basette o come si chiamano, mi stanno un po' sulle palle, al contrario di Einstein, Mendelssohn (il musicista), Mahler, Freud, Zweig e tanti altri. Adesso la dico grossa: l'ebreo chiagne e fotte, gli piace far la vittima. Vabbè, denunciatemi pure. Del resto questo messaggio è già stato intercettato e sono sulla lista nera dei servizi segreti, un elemento già classificato come nemico da eliminare.

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    3. Errata corrige:

      ho scritto sopra "gente dalle migliori attenzioni", ovviamente intendevo "intenzioni". Dovrei rileggere i messaggi prima di spedirli, ma mi secca. Però li leggo dopo stampati e vedo tanti refusi, mannaggia.

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    4. "cambierebbe davvero qualcosa per la Francia e per l'Europa?"

      Sicuramente cio' creerebbe un'instabilita' con ondate speculative da cui qualche paese piu' debole della Francia potrebbe uscire con le ossa rotte. Se la Francia venisse interpretata dai mercati come vincente attirerebbe capitali e ne sarebbe favorita, ma a prezzo del disastro di qualche altro paese da cui quei capitali fuggirebbero, e quel qualche altro potremmo essere, tanto per cambiare, noi.
      Finora la crisi degli spread non ha intaccato la francia se non marginalmente, il che significa che non e' un anello debole della catena.

      La Francia ha 57 reattori nucleari, l'energia elettrica che costa un quarto che nella fotovoltaica italia (conosco gente che ci vive), una rete di ex-colonie di lingua francese ricche di materie prime (fra cui appunto uranio se non ricordo male, nel niger), ed e' l'unico paese europeo che credo potrebbe essere davvero autosufficiente in campo agricolo-alimentare. Insomma e' un paese ricco di risorse, non solo di cultura.
      Anche se a sentire certe cose sul suo presente si ha qualche dubbio sul suo futuro:
      http://traffic.libsyn.com/iltruffone/IT032.mp3

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    5. << Se la Francia venisse interpretata dai mercati come vincente attirerebbe capitali e ne sarebbe favorita, ma a prezzo del disastro di qualche altro paese da cui quei capitali fuggirebbero >>

      Guarda che l'afflusso di capitali esteri è un'arma a doppio taglio, molto più pericolosa di quanto sembra.

      I capitali esteri portano benessere all'inzio, ma i guadagni se ne vanno comunque oltre forntiera ed inoltre, se le cose vanno male (per qualsiasi motivo), i capitali se ne tornano a casa, lasciando dietro di sè poco più che macerie.

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    6. Occhio che capitali non vuol dire solo "soldi", vuol dire anche tutto il resto.

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    7. Certo, certo.
      Ma capitale vuol dire comunque investimento, e quindi la ricerca di un (legittimo) guadagno, da riportare per la gran parte in madrepatria.
      E' vero che nel paese beneficiato può rimanere il know-how, ma spesso si tratta di procedimenti coperti da brevetto.

      Sono convinto che, tutto considerato, in una economia "adulta" sia sempre meglio fare con le proprie forze, che non con gli investimenti altrui.

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    8. "Ma capitale vuol dire comunque investimento"

      Insomma... capitale in fuga nel nostro caso pero' vuol dire capitale alla ricerca di lidi in cui possa non tanto moltiplicarsi, quanto sopravvivere tranquillo, cosa che nella madrepatria gli risulta impossibile. In essa, sparirebbe comunque. E questo vale tanto per i soldi che per le persone preparate e imprenditorialmente intraprendenti, qui andrebbero incontro a fine sicura: conosco diversa gente che se n'e' andata e non ha piu' nessuna intenzione di ritornare, se non al massimo per le ferie. Anche Sergio in qualche modo probabilmente e' uno di questi. I tempi sono cambiati, il mondo e' diventato piccolo. Dopo aver scoperto che si puo', scappano via persino i pensionati... (fino a un paio di decenni fa ogni esportazione di valuta nazionale era proibita, in qualche modo si era economicamente legati al proprio territorio, un po' come i servi della gleba russi di prima della rivoluzione).

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  2. In Svizzera esiste un gruppo GSOA (Gruppe für eine Schweiz ohne Armee) che lotta da quarant'anni per la soppressione dell'esercito. È ovviamente di sinistra, la sinistra è sempre stata antimilitarista. Che ne dite, possiamo o dobbiamo sopprimere l'esercito? A che serve tanto, non difende nemmeno più i confini, il territorio, la patria (ahi ahi ahi, ho detto la patria - il GSOA sparerebbe a zero contro di me, con tutto che sono brava gente che odia le armi. Massì, eliminiamo l'esercito, non serve e istruisce i bravi giovani a sparare, uccidere (born to kill c'era scritto sugli elmetti dei combattenti americani in Vietnam, almeno nel film di come si chiama, il regista di Arancia Meccanica, che film pazzesco).
    In fondo l'uomo è buono, ma è la società che lo travia (diceva quel fesso di Rousseau). Oltre all'esercito bisognerebbe dunque sopprimere anche la polizia, chiudere le carceri, i tribunali, le facoltà di giurisprudenza.

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    1. << la sinistra è sempre stata antimilitarista. >>

      Caro Sergio,
      ma loro vogliono costruire l'uomo nuovo !
      E' l'uomo vecchio che ha bisogno dell'esercito e della polizia, perchè è bacato.
      Ma non appena giungerà il "sol dell'avvenire", ed avremo l'uomo nuovo, che sarà virtuosissimo (avento interiorizzato tutti i buoni propositi della sinistra), non ce ne sarà più bisogno.

      E nel frattempo ?
      Nel frattempo, gli eserciti e la polizia forse è meglio se ce li teniamo.
      Ed infatti, nei paesi del comunismo reale, gli uni e gli altri sono ancora lì (e sono pure tra le elites della società, guarda che strano...).

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    2. "la sinistra è sempre stata antimilitarista"

      Lo e' solo finche' e' debole e sta all'opposizione, cioe' finche' gli conviene. Quando va al governo diventa intanto iperpoliziesca, e poi ipermilitarista, lo dimostra fra l'altro la deriva giustizialista dell'italia, o il fatto che molti "compagni", non appena si sono trovati all'opposizione un partito che gli rubava voti ed era visceralmente antirisorgimentale, la lega, si mettevano a cantare l'inno di mameli all'inizio dei consigli comunali, o ad allegare le versioni dello stesso inno alla loro stampa piu' arrabbiata e faziosa (l'espresso, con un CD, cose da lasciare di stucco chi ne ha seguito la parabola).

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    3. << Lo e' solo finche' e' debole e sta all'opposizione, cioe' finche' gli conviene. Quando va al governo diventa intanto iperpoliziesca, e poi ipermilitarista >>

      Giusto.
      Ma quando arriva al potere, imho, non è più "sinistra", nel senso ideologico del termine.
      Diventa un'altra cosa, e si comporta come una qualsiasi struttura di governo autoritaria.

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    4. "non è più "sinistra", nel senso ideologico del termine."

      Mah, molti della nostra generazione sono abituati a dare a "sinistra" significato intrinsecamente positivo, e il contrario a "destra" (e il contrario accadeva negli anni '30). Ecco, almeno in questo forse destra e sinistra non sono mai esistite come diverse: nel senso che hanno lo stesso ammontare di difetti tali da renderle ugualmente indesiderabili.

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  3. Ho appena letto un testo veramente interessante, direi profetico, di Ralf Dahrendorf, un testo di 22 anni fa, e che vi propongo. Avevo molta simpatia per Dahrendorf, un vero liberale ma con simpatie a sinistra come appare anche in questo testo, simpatie che allora mi piacevano (di più di adesso). Un gran signore questo Dahrendorf.

    «The overriding task of the First World in the decade ahead is to square the circle of wealth creation, social cohesion and political freedom.»
    «The humiliating experiences of asylum-seekers in many countries of the First World are an indictment of the latter’s claims to civilization, and yet there is no simple answer to the predicament. Rather, there is only one answer, and it is not simple. It is the universalization of the benefits of the First World — what has come to be called development.»
    «It has become hard, and for most impossible, to hide in this world. All economies are interrelated in one competitive market-place, and everywhere the entire economy is engaged in the cruel games played on that stage.»

    «Flexibility means in the first instance the removal of rigidities. Deregulation and less government interference generally help create flexibility; many would add a lighter burden of taxation on companies and individuals. Flexibility has increasingly come to signify the loosening of the constraints of the labour market. Hiring and firing become easier; wages can move downwards as well as upwards; there is more and more part-time and limited-term employment; workers must be expected to change jobs, change employers, change locations of employment. They have to be flexible themselves. So do entrepreneurs of course; Schumpeter’s idealized figure of the entrepreneur and his «creative destructiveness» is invoked. Flexibility also means the readiness of all to accept technological changes and respond to them quickly. In marketing terms, flexibility is the ability to move in wherever an opportunity offers itself. The story is familiar enough, as is its accompanying language of structural adjustment, efficiency gains, competitiveness and seemingly unending increases in productivity.»

    (continua)

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    1. "«It has become hard, and for most impossible, to hide in this world. All economies are interrelated in one competitive market-place, and everywhere the entire economy is engaged in the cruel games played on that stage.»"

      Non so se comprendo correttamente l'inglese, ma questa mi pare l'unica frase davvero interessante dell'articolo, perche' rimarca l'unica cosa che tutti danno per scontata e che invece andrebbe messa in discussione, perche' essa sola fa la differenza: che e' impossibile non restare coinvolti e travolti da questo stupido mondo in cui viviamo, perche' esso non prevede il diritto di recesso: come decide (inconsciamente) di muoversi la maggioranza, numerica o economica o militare, tutti gli altri si devono adeguare al passo, e se non ce la fanno resteranno schiacciati.

      «It is possible that a new Asian — essentially Chinese — balance will be found which combines world competitiveness in economic terms with a social cohesion that is traditional rather than civil, and with authoritarian political régimes.»

      Non e' alla Cina che doveva riferirsi politicamente, il tipo di regime che descrive e' esattamente quello fascista, il cui "trademark" e' senza dubbio italiano, non cinese. Regime che infatti qui italia gia' molti, specie fra i no-euro e i no-global di estrazione sia di sinistra che di destra, rimpiangono. La differenza fra quelli di destra e quelli di sinistra e' solo che quelli di sinistra non lo sanno che e' del fascio che hanno nostalgia (non tanto perche' siano piu' stupidi, solo perche' piu' ignoranti: la retorica antifascista in cui li ha cresciuti il loro partito gli ha completamente impedito di sapere cosa fosse davvero il fascismo e quante strette parentele avesse con la loro stessa sinistra).


      Il libro originale di dahrendorf e' stato tradotto col titolo "quadrare il cerchio" nel 1995.

      Autore Ralf Dahrendorf
      Titolo Quadrare il cerchio
      Sottotitolo Benessere economico, coesione sociale e libertà politica
      Edizione Laterza, Bari, 1995, il nocciolo 17
      Originale Economic opportunity, civil society, and political liberty
      Traduttore Rodolfo Rini
      Lettore Renato di Stefano, 1997
      Classe politica , economia

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    2. "... il loro partito gli ha completamente impedito di sapere cosa fosse davvero il fascismo"

      Già, cosa fu davvero il fascismo? Confesso di non saperlo nemmeno io. Eppure fascista è, assieme a nazista, l'epiteto oltraggioso che i sinistri rivolgono agli avversari, una volta si diceva nemici di classe (e in un momento storico poi che le classi - fra la mitica classe operaia - non esistono forse più). Essendo un sessantottino ho dato anch'io del fascista ad altri pur non sapendo cosa sia stato davvero il fascismo. Da tanto tempo ovviamente non do più del fascista a nessuno.

      "come decide (inconsciamente) di muoversi la maggioranza, numerica o economica o militare, tutti gli altri si devono adeguare al passo"

      Ma è davvero la maggioranza che decide, e inconsciamente, o è eterodiretta (e lo sa pure!)? Dicono che a quell'epoca in Italia fossero tutti fascisti (come in Germania quasi tutti nazisti). Affascinati dalle figure carismatiche di Hitler e Mussolini.

      "è impossibile non restare coinvolti e travolti da questo stupido mondo in cui viviamo"

      Totale e cupo pessimismo. Ma allora perché continuare a studiare, istruirsi, cercare di capire? Mi viene in mente er caffettiere fisolofo (sic) di Belli: siamo tutti chicchi di caffè, alcuni più grossi, altri più piccoli, ma che finiamo tutti macinati. Proprio tutti? "Nous mourrons tous" - hélas! (Philippe Ariès - che però non dice hélas).

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    3. << Già, cosa fu davvero il fascismo? >>

      Il fascismo fu tante cose insieme, tutte figlie del particolare periodo storico in cui nacque e prese il potere.
      La mia impressione è che fosse sostanzialmente inevitabile, viste le condizioni dell'Italia dell'epoca e la figura di Mussolini servì solo da catalizzatore (ma al posto suo avrebbe anche potuto esserci un altro).

      Per una analisi acuta ed interessante di questo fenomeno, ti consiglio il libro FASCISTI di Giordano Bruno Guerri, che ho appena letto, apprezzandolo molto.

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    4. Siccome apprezzo G. B. Guerri forse comprerò questo libro e così apprenderò qualcosa di più preciso sul fascismo che credo fosse sostanzialmente una dittatura, ma meno feroce della variante germanica (Mussolini mandava i dissidenti al confino, cioè in vacanza secondo Berlusconi - però effettivamente non mi sembra che Carlo Levi ne tornasse distrutto, profondamente provato, anzi ci ricavò un bestseller). Dittatura con elementi sociali o socialisti (Mussolini veniva dalla sinistra estrema ed anticlericale). Ed è indubbio che qualcosa di buono il fascismo fece (superfluo elencare). Ma non sono mica un nostalgico, io sono classe '44.
      Ho ereditato da mio padre (classe '21) alcune pubblicazioni fasciste. Divertente, un libro dello stesso Mussolini è intitolato "Il fascismo è l'Italia". Magari lo leggo
      pure.

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  4. (continuazione)

    «For one thing, income inequalities have grown. Some regard all inequalities as incompatible with a decent civil society; this is not my view. Inequality can be a source of hope and progress in an environment which is sufficiently open to enable people to make good and improve their life chances by their own efforts. The new inequality, however, is of a different kind; it would be better described as inequalization, the opposite of levelling, building paths to the top for some and digging holes for others, creating cleavages, splitting. The income of the top 10, or even 20 per cent is rising significantly, whereas the bottom 20, indeed 40 per cent see their earnings decline (…) The systematic divergence of the life chances of large social groups is incompatible with a civil society.»

    «They opt out of a society which has pushed them to the margin already. They become a threat.»
    Und:
    «Worse still, the truly disadvantaged and those who fear to slide into their condition do not represent a new productive force, nor even a force to be reckoned with at present. The rich can get richer without them; governments can even get re-elected without their votes; and GNP can rise and rise and rise.»
    «And how are the dreaded Western values supposed to be kept out? By strong government, is the answer. Authoritarianism is not totalitarianism. Authoritarian rulers will not brook active opposition, but they leave people alone as long as they do not attack the powers that be. Law-abiding citizens who assiduously attend to their own affairs and otherwise live inoffensive private lives need not fear the wrath of their leaders (…) But those who criticize government for its unaccountable power, those who use their freedom of speech to expose nepotism, those who dare put up alternative candidates at elections, are in trouble. The limits of civic freedom are tightly drawn.»
    «It is possible that a new Asian — essentially Chinese — balance will be found which combines world competitiveness in economic terms with a social cohesion that is traditional rather than civil, and with authoritarian political régimes.»

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  5. Post acuto & istruttivo, (anche) perchè contribuisce a "demitizzare" un concetto storiografico come quello di 'Risorgimento nazionale', tuttora circondato da un ampio alone idealistico-romantico; aggiungo solamente che forse a "cherchez la femme" converrebbe affiancare l'immarcescibile e ubiquo "follow the money"...

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    1. << forse a "cherchez la femme" converrebbe affiancare l'immarcescibile e ubiquo "follow the money" >>

      Giusto.
      Gratta, gratta, i soldi saltano semrpe fuori, quando si tratta di politica o di governo dello stato.
      D'altra parte un noto ex presidente degli USA (mi pare Clinton, ma non ne sono sicuro) aveva come suo motto elettorale: "It's the ecoonmy, stupid".

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    2. "It's the economy, stupid".

      E infatti con le sue politiche ha posto le basi della maggiore crisi economica dal 1929... (vi ricordate i rally di borsa degli anni '90, dovuti anche all'ingresso nella finanza speculativa dei piccoli capitali privati, con la abolizione della separazione fra banche commerciali e banche d'investimento voluta proprio da clinton e che era stata istituita dopo il '29, nel tentativo di frenare le oscillazioni eccessive e autodistruttive del mercato finanziario)

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    3. Ma lui parlava dell'economia da "politico", ovvero come oggetto della propaganda più efficace per la propia rielezione.
      E tu sai bene che ai politici interessa più l'apparenza immediata, che non la realtà a medio-lungo termine.

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    4. Non solo parlava, faceva!
      A parte che ho seri dubbi che gli economisti farebbero meglio: quali economisti? Ci sono economisti che sostengono le opinioni piu' opposte e disparate, dal liberismo piu' spinto al nazisocialismo piu' completo, e tutti riescono facilmente a dimostrarti che, entro il loro orticello interpretativo, hanno ragione. Non te ne accorgi solo se ne ascolti uno solo, tipo quello in alto a destra.

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    5. Comunque sia, alla Presidenza Clinton-Gore credo vada (quantomeno) riconosciuto il merito di avere prestato attenzione alle problematiche ambiental-climatiche e soprattutto di avere dedicato fondi all'implementazione di politiche di birth control & family planning in numerose aree del 'Terzo Mondo': fondi che non a caso hanno fatto "storcere il naso" alla Chiesa di Roma (Giovanni Paolo II regnante) e che sono stati puntualmente revocati dalla successiva Presidenza Bush jr.

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    6. "soprattutto di avere dedicato fondi all'implementazione di politiche di birth control & family planning in numerose aree del 'Terzo Mondo'"

      Questo i democratici americani lo fanno dagli anni '60, infatti sono odiati dalle destre, religiose e no, in giro per il mondo, anche per questo.

      Le destre invece prima si oppongono ad ogni forma di investimento in birth control, anche all'estero, poi si lamentano dei risultati (immigrazione a fiumi).

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    7. << alla Presidenza Clinton-Gore credo vada (quantomeno) riconosciuto il merito di avere prestato attenzione alle problematiche ambiental-climatiche e soprattutto di avere dedicato fondi all'implementazione di politiche di birth control & family planning in numerose aree del 'Terzo Mondo' >>

      E' vero.
      Forse le destre sono prigioniere della propria stessa ideologia: non puoi esaltare la massima fecondità come un valore assoluto (per averla in casa tua) e poi combatterla in casa d'altri.

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    8. ""demitizzare" un concetto storiografico come quello di 'Risorgimento nazionale'"

      E se leggi "il sangue del sud" di giordano bruno guerri c'e' ben altro...

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  6. "ai politici interessa più l'apparenza immediata, che non la realtà a medio-lungo termine"

    Si' dev'essere stato proprio quello il senso della frase, anzi piu' precisamente ora mi pare di ricordare che Clinton intendesse dire che se le cose vanno male in un dato momento, il politico che sta al potere viene punito comunque, anche se sta facendo le cose giuste. Quindi non e' tanto al politico che sta a cuore l'apparenza immediata, quanto all'elettore, che decide se punire o meno un politico in base a quella.

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    1. << Quindi non e' tanto al politico che sta a cuore l'apparenza immediata, quanto all'elettore, che decide se punire o meno un politico in base a quella. >>

      Beh, sì, in effetti la sequenza è quella.

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  7. Una botta di ottimismo

    Il Foglio, lunedì 13 marzo 2017

    La Repubblica del futuro

    Invenzioni incredibili, imperi invisibili, idee geniali, nuovi capitalisti, soldi a palate. La nuova rivoluzione industriale non è una balla, né un sogno. I primi quattro mesi di Michele Mesneri in California, appunti da un domani possibile chiamato San Francisco.


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    1. "Una botta di ottimismo"

      Per quelli del nostro giro questi sono annunci e conferme di catastrofi imminenti :)

      CHe poi e' una triste constatazione che il "bias" culturale, la weltanschauung, l'ideologia, il frame, l'inconscio collettivo (ci sono stati cento modi nella storia del pensiero di definire questa faccenda) deformano fino a ribaltare il significato di qualsiasi notizia secondo la loro "formella".

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Sotto illink a un bellissimo articolo, che richiama un po' il discorso sull'uomo come giardiniere della terra che abbiamo fatto a suo tempo (l'ho trovato adesso proprio cercando "giardiniere"), e che tutto sommato mi fa ritenere piu' nel giusto e preveggente il pazzo rousseau che il superrazionalista voltaire: e' vero che a Lisbona non ci sarebbero stati tutti quei morti senza la tecnica che permise di impilare le persone in abitazioni il cui crollo uccide tutti.

      Come al solito la presunta soluzione di un problema (tecnica, ma e' la tecnica che ha sempre il paraocchi e che vende le sue soluzioni come fa un piazzista), di problemi ne genera altri di peggiori, eccetera eccetera, in un circolo vizioso.

      Il tecnici dicono che la tecnica e' neutra, e che tutto dipende dall'uso che se ne fa, ma quando mai se ne e' fatto un uso diverso da un uso che genera piu' problemi di quelli che risolve, ammesso poi che il contrario sia mai possibile? Mai!

      Noi poi sappiamo che e' stata proprio la rivoluzione industriale messa in moto dall'atteggiamento illuminista-razionalista di voltaire che ha direttamente provocato il picco della popolazione tuttora in crescita verticale, e la cui unica causa e' nel crollo della mortalita', non nell'aumento della natalita', che nella storia dell'umanita' in realta' pare che sia sempre stata attorno ai 6 figli per donna.

      http://www.ilfoglio.it/articoli/2011/03/19/news/filosofia-dellapocalisse-65921/

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    4. Perché l'hai eliminato? È effettivamente un bell'articolo (di sei anni fa, dove l'hai pescato? Nell'archivio del Foglio?). Comunque Voltaire, che non era un "grande filosofo", ne viene fuori abbastanza bene, meglio degli altri (Rousseau, Kant e Leopardi, quest'ultimo addirittura imbarazzante).
      Voltaire è stato uno dei miei santi, ma ultimamente sono stato costretto a farlo scendere almeno un po^.

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    5. << ma quando mai (della tecnica) se ne e' fatto un uso diverso da un uso che genera piu' problemi di quelli che risolve, ammesso poi che il contrario sia mai possibile? Mai! >>

      Ma questo è pessimismo cosmico !
      Possibile che non ci siano degli esempi positivi ?
      Te ne butto lì uno terra terra: gli occhiali.
      Se ci sono delle controindicazioni, non mi vengono in mente... ;-)

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    6. "Perché l'hai eliminato?"

      Ho fatto qualche piccola correzione e aggiunto qualche altro errore.

      "Te ne butto lì uno terra terra: gli occhiali."

      "È un mondo sempre più miope.
      La causa? Non guardiamo più l'orizzonte
      Uno studio di due ricercatori di Cambridge: nei paesi avanzati si soffre sempre di più per questo disturbo della vista che colpisce un miliardo e mezzo di persone nel mondo. Ma la colpa non è di pc o televisori. È che stiamo troppo poco tempo all'aria aperta."
      http://www.repubblica.it/salute/medicina/2011/10/26/news/miopia_aperto-23869200/


      Comunque a prescindere dall'articolo di repubblica, il problema e' molto piu' grosso, intrinseco e pervasivo: nel momento in cui la tecnologia corregge i difetti e permette anche ai portatori non solo di sopravvivere ma anche di lasciare discendenti, la quantita' di difetti aumentera' sempre di piu'. Quindi ANCHE in questo caso la tecnologia crea immensamente piu' problemi di quanti ne risolva. Per un bene limitato e circoscritto qui ed ora, crea un male enorme in prospettiva.

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    7. "nel momento in cui la tecnologia corregge i difetti e permette anche ai portatori non solo di sopravvivere ma anche di lasciare discendenti ecc."

      Ma non c'è alternativa. Chissà quante nuove invenzioni, quanti brevetti ogni giorno che migliorano effettivamente le nostre vite nell'immediato. Adesso siamo miliardi a inventare e a voler migliorare le nostre condizioni. Moltiplicando così quasi all'infinito i problemi di domani.

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    8. "Adesso siamo miliardi a inventare e a voler migliorare le nostre condizioni."

      Miliardi di piazzisti che devono piazzare la loro paccottiglia, tutti in azione col principio delle cartucce delle stampanti: sembra che ti regalano la stampante perche' poi ti venderanno a peso d'oro l'inchiostro per le cartucce. Tutta fuffa.

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  8. Un Guerri molto deludente:

    http://www.ilgiornale.it/news/politica/papa-e-4-anni-rivoluzione-parole-1374428.html

    Addirittura augurarsi una papessa (magari la Bonino o la Boldrini)!
    Certi laici sono a volta penosi. Il filosofo Marcello Pera scriveva articoli di fuoco anticlericali sulla prima pagina del Corriere (oltre ad esaltare Mani Pulite). Si lamentava di essere ormai l'ultimo anticlericale d'Italia. Gli scrissi dicendogli che eravamo almeno in due, lui ed io, e ne ebbi persino un gentile riscontro. Poi divenne famoso, da oscuro professorucolo di filosofia acquistò visibilità con la presidenza del senato (nel frattempo si era smarcato da Mani Pulite ed era diventato berlusconiano). Ma poi fu fulminato sulla via di Damasco: gli apparve papa Ratzinger e mutò completamente pelle tanto da rispolverare anche lui il vieto e trito "non possiamo non dirci cristiani". Però papa Imbroglio non gli piace: lui è un veterocristiano ... Non ci si capisce più nulla.

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    1. L'ho letto, ma non mi pare che l'articolo di Guerri sia molto accondiscendente, solo che e' un articolo da storico, non da anticlericale in servizio permanente effettivo, anche se l'augurio ad una papessa si avvicina a quest'ultimo sebbene con una certa ironia:

      https://it.wikipedia.org/wiki/Papessa_Giovanna

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  9. Beh, direi che la storia della (presunta) Papessa Giovanna è così divertente, che merita qualche breve citazione direttamente qui:

    << La papessa Giovanna sarebbe stata l'unica figura di papa donna, che avrebbe regnato sulla Chiesa con il nome di Giovanni VIII dall'853 all'855.
    È considerata dagli storici alla stregua di un mito o di una leggenda medievale, probabilmente originato nel mondo ortodosso antipapale, e poi sicuramente ripresa dal potere temporale francese in conflitto col papato. >>

    << Parte essenziale della leggenda è un rito mai svoltosi, ma fantasticato e ripreso ... da autori protestanti del Cinquecento: s'immaginò che ogni nuovo papa venisse sottoposto a un accurato esame intimo per assicurarsi che non fosse una donna travestita (o un eunuco).
    L'esame avveniva con il nuovo papa assiso su una sedia di porfido rosso, nella cui seduta era presente un foro.
    I più giovani tra i diaconi presenti avrebbero avuto il compito di tastare sotto la sedia per assicurarsi della presenza degli attributi virili del nuovo Papa. >>

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    1. Sembra che il diacono esaminatore proclamasse poi:

      "Tenet duas, bene pendentes."

      Credo che la traduzione o interpretazione siano superflue.

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    2. Certo, la traduzione non serve.
      Ma, se mi passi la goliardia, la frase potrebbe essere usata anche per definire l'attuale situazione della Chiesa, che si trova con due Papi (due "guide", tanto per restare nel femminile) contemporanemente... pendenti.

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    3. Ho citato male mannaggia, scusate. Mi chiedevo il perché del femminile (duas) e Wikipedia mi corregge. Il diacono annunciava ai cardinali (trepidanti):

      "Habet duo [testiculos] et bene pendentes."

      Ma questa storia della papessa Giovanna è tutta una balla. E pur tuttavia il suo ritratto figura in una chiesa con le effigi di tutti i papi (non so se in S. Paolo fuori le mura o nel duomo di Siena), veramente strano. Poi che un evento del nono secolo sia citato per la prima volta nel tredicesimo dimostra l'inattendibilità del fatto molto curioso e massimamente improbabile. È anche nel tredicesimo secolo che fa la sua apparizione la sacra sindone di Torino (sacra maddeché), una delle tante (se ne contano quattordici). L'esposizione di quella di Torino fu persino vietata da un vescovo francese (la sindone finita a Torino proveniva dalla Francia). Quante balle. Adesso apprendiamo dal generale dei gesuiti che anche il vangelo è molto fantasioso ("In fondo non sappiamo ciò che Gesù abbia veramente detto."). Un'affermazione semplicemente incredibile che quasi azzera duemila anni di riflessione teologica. E il gesuita Bergoglio che non fa una piega!

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    4. Si' pero' la balla n.1 e' che la chiesa sia e debba essere un'istituzione monolitica e dalla dottrina immodificabile e immodificata da 2000 anni. Si tratta solo di un'istituzione conservatrice, che in quanto tale si adatta con ritardo ai cambiamenti sociali, che ora peraltro avvengono a velocita' da comiche di ridolini, in un crescendo rossiniano, tanto da scandalizzare spesso anche molti che solo qualche decennio fa erano ben disposti verso qualsiasi cambiamento (quando erano loro a promuoverlo). Quindi, dov'e' lo scandalo? Troppo comodo forgiarsi il nemico a convenienza delle proprie idiosincrasie.
      ;)

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    5. A proposito di crescendo rossiniano del cambiamento, non so se avete mai visto la clip video che introduce ogni puntata della serie "the big bang theory": mostra con efficacia la faccenda.

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    6. "Si' pero' la balla n.1 e' che la chiesa sia e debba essere un'istituzione monolitica e dalla dottrina immodificabile e immodificata da 2000 anni."

      Il Credo - che contiene praticamente tutti i dogmi del cristianesimo, più quelli di Pio IX e Pio XII - è lo stesso di Nicea (IV s.) e che si recita ancora oggi (quanti bilioni o trilioni di volte si sarà recitato da allora?). I cambiamenti o adattamenti dell'istituzione sono stati modestissimi, tanto è vero che Wojtyla si è presentato come un novello Pacelli, fin dal "Sia lodato Gesù Cristo" dalla loggia di S. Pietro. Bergoglio invece si è presentato con un buona sera molto cordiale, ma poco papale. Sia Wojtyla che Ratzinger sono stati l'espressione della Chiesa più tradizionale e conservatrice (dunque fino a ieri, fino alle dimissioni del tedesco). La Chiesa di Bergoglio è un'altra cosa, non so se si può chiamare rivoluzione. Ma che i vecchi cattolici, che sono ancora tanti, siano sconcertati e scandalizzati si può anche capire, non li chiamerei come hai scritto vecchi bigotti. Non è un caso che questo papa piaccia ai massoni e a certi non credenti come Scalfari, Boldrini e Napolitano.
      Meno a Pera che è in sintonia con Ratzinger e meno anche a Ferrara a cui non piace il pauperismo o il francescanesimo. Che il primo papa gesuita si sia dato il nome di San Francesco non è privo di ironia.

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    7. Ok, ma teniamo presente che fino a pochissimi decenni fa il mondo funzionava piu' o meno uguale, specialmente in italia fra i paesi cristiani/occidentali, che 1500 anni fa.

      La vita nell'italia di prima dell'ultima guerra era sotto tutti gli aspetti, anche materiali, in poco o nulla diversa da quella medioevale, la maggior parte della popolazione viveva di poco piu' che di sussistenza nelle campagne producendo appena poco piu' di quanto consumava, e era un onore per chiunque mettere al mondo piu' figli che poteva (la piu' grande citta' italiana nel mondo e' san paolo del brasile, che ha dieci milioni di figli di italiani).

      La rivoluzione e' avvenuta nel paio di decenni del "miracolo economico" del dopoguerra, sono appena 50 anni, un nulla temporale, tant'e' che molti, con "tempi di risposta" non molto diversi dalla chiesa, non riescono ancora a capacitarsi che nel frattempo sia avvenuto un vero e proprio crollo epocale della natalita' nel giro di sole due generazioni, evento mai successo in modo spontaneo nell'intera storia dell'uomo sulla terra. ;)

      Crollo che SEGUE quello della mortalita' da cui e' causato, il quale ultimo e' il vero unico motivo dell'esplosione demografica nel mondo, anch'essa fenomeno unico, in queste proporzioni, nella storia. E che e' "colpa", nel senso di effetto, della tecnologia medica e agricola, indubitabilmente.

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    8. La vita nell'italia di prima dell'ultima guerra era sotto tutti gli aspetti, anche materiali, in poco o nulla diversa da quella medioevale ..."
      Forse ancora negli anni Cinquanta, dunque persino nel secondo dopoguerra. Noi in casa stavamo abbastanza bene, non facevamo la fame, ma non eravamo benestanti,
      il nonno mi comprava il cono gelato da dieci lire ... Non avevamo il telefono, né l'acqua calda, né il riscaldamento.
      A Caserta battevo i denti nell'inverno del '56, mezzo metro di neve, si girava tutto il giorno col cappotto, avevo i geloni (oggi la gente non sa nemmeno più cosa siano i geloni, nemmeno in farmacia ...).

      "La rivoluzione e' avvenuta nel paio di decenni del "miracolo economico" del dopoguerra, sono appena 50 anni, ..."
      Proprio così, poi mettici anche la pillola e il caso italiano è bell'e spiegato.

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    9. La rivoluzione è esplosa quando abbiamo scoperto l'uso tecnologico del petrolio e la sua eccezionale resa energetica.
      Ci ha cambiato la vita in un modo talmente grande e repentino, che non riusciamo più ad immaginare cosa voleva dire vivere senza.
      E per questo che la storia del picco del petrolio ci fa così paura.

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    10. Non e' solo questione di petrolio.
      Un secolo e mezzo fa non esistevano ne' la chimica ne' l'elettricita', e scusate se e' poco. Come non esisteva nemmeno la consapevolezza che le malattie derivano da microrganismi.
      Il petrolio e' la fissazione monotematica dei picchisti.
      A parte che gli stessi secondo i quali i combustibili fossili porteranno al disastro l'ecosfera, sono terrorizzati dal fatto che possano finire. Boh, a me paiono dei pazzi (pazzi nel senso di squilibrati, fissati su un unico aspetto della conoscenza).
      Io non vedo l'ora, che il petrolio finisca ;)

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    11. << Io non vedo l'ora, che il petrolio finisca ;) >>

      Io invece no, o meglio non so cosa augurarmi veramente.
      Perchè va bene l'inquinamento, ma il petrolio nella nostra società è letteralmente ovunque: non c'è più un'attività umana che sia disgiunta dall'utilizzo del petrolio o di uno dei suoi mille derivati (molti dei quali non sappiamo neppure che esistano).
      Quando dovesse finire (ovvero, quando finirà), non so proprio con cosa potremo sostituirlo.

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  10. La filosofia di Emanuele Severino spiegata dallo stesso in cinque minuti:

    http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/tecnica-e-follia-vi-racconto-leterno-tramonto-delloccidente-1375232.html

    Buona lettura e buon divertimento. Mi direte.

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