sabato 14 settembre 2013

Puro Vangelo

LUMEN – Abbiamo di nuovo con noi Luigi Cascioli, che ringraziamo per la disponibilità.
CASCIOLI – Ci mancherebbe…

LUMEN – Oggi vorrei parlare della data effettiva a cui risalgono i libri del Nuovo Testamento, che, secondo voi, sarebbero di gran lunga posteriori a quanto preteso dalla Chiesa Cattolica.
CASCIOLI – Senza dubbio. Questi testi sono sicuramente posteriori al 150.

LUMEN – E’ una affermazione molto forte. Quali motivazioni stanno alla base di questa datazione ?
CASCIOLI – Le motivazioni sono parecchie: anzitutto Giustino, autore di due apologie sul cristianesimo, ignora nel 160 l'esistenza del vangeli, facendo allusione soltanto a frasi e detti del Signore che definisce “corte e laconiche”. Inoltre lo stesso Giustino, morto nel 165, ignora gli Atti degli Apostoli.

LUMEN – Interessante.
CASCIOLI – Poi abbiamo Marcione, il quale, continuando a difendere il suo Cristo gnostico dopo l'espulsione dalla comunità di Roma, accusa, intorno al 170, i vangeli ufficiali, che erano stati costruiti servendosi del suo, di essere dei falsi, attribuiti in forma fraudolenta a personaggi e apostoli dei tempi apostolici. Il riferimento è evidentemente a quelli di Marco e di Matteo, che furono i primi ad uscire.

LUMEN – Andiamo avanti.
CASCIOLI - Non vi è nessuna allusione a nessuno dei vangeli canonici né nella “Lettera di Barnaba” scritta nel 140, né nel “Pastore di Erma” scritto nel 150, né nella “Lettera ai Corinti” scritta da Clemente nel 150. In quest’ultima, poi, si parla della passione di Cristo non come di un fatto storico, ma come una profezia che si è realizzata secondo il profeta Isaia.

LUMEN – Proseguiamo.
CASCIOLI - Nel Didaché, documento risalente al II° secolo, si trova la formula del “Pater Noster” ed il “Sermone della Montagna”, entrambi di origine “essena”, ma nulla che parli dei 4 vangeli.

LUMEN – Notevole, direi.
CASCIOLI - Il primo che parla chiaramente dei 4 vangeli è San Ireneo, e siamo già nel 190.

LUMEN – Molto tardi, quindi.
CASCIOLI – Vorrei citare Guy Fau, che diceva: << Questo silenzio da parte di tutti gli autori, sia cristiani che profani, riguardo i vangeli, è la migliore prova della data tardiva della loro redazione. Il Concilio vaticano II per quanto abbia riaffermato le date attribuite ai vangeli, nulla ha cambiato alla verità storica, avendole imposte come verità di fede >>.

LUMEN – Certamente non si può “fare la storia” con le verità di fede.
CASCIOLI – In effetti, i vangeli canonici non sono stati scritti da testimoni oculari che vissero in Palestina, né tantomeno da ebrei quali erano gli autori ai quali sono attribuiti, per i troppi errori geografici che contengono e l'assoluta ignoranza delle leggi Bibliche. Edel Smith, per esempio, ha contato in essi ben 250 errori e tutti così gravi da rendere inutile ogni commento sulla loro falsità di costruzione.

LUMEN – Cosa possiamo dire, quindi, della genesi di questi testi ?
CASCIOLI - I Testi Sacri del Cristianesimo non sono che una composizione di episodi riferentisi a fatti e detti esistenti già da prima dell'epoca attribuita a Gesù, una vera e propria ricopiatura dei libri Esseni e del Vecchio Testamento.

LUMEN – Un semplice richiamo alla tradizione, quindi.
CASCIOLI – Si tratta di una ricopiatura così fedele, che Steudel arrivò a lanciare ai teologi cristiani la seguente sfida: << Sarei riconoscente a quel teologo che mi portasse una sentenza o un fatto che si riferisce a Gesù del quale io non possa dimostrare che già esisteva sin da prima che lui nascesse >>.

LUMEN – E che cosa successe poi ?
CASCIOLI – Nulla, ovviamente. Nessuno si fece mai avanti !

LUMEN – Non avevo dubbi.
CASCIOLI – Occorre inoltre osservare che al Cristo-Messia ebraico venne dato il nome di Gesù soltanto nella seconda metà del II° secolo. A quel punto, una volta confermata la natura umana di Cristo-Gesù, ogni comunità passata alla corrente materialista si costruì il proprio vangelo.

LUMEN – In effetti, se contiamo anche gli apocrifi, i vangeli sono moltissimi.
CASCIOLI - In questa anarchia di vangeli, si parlava anche dell'infanzia di Gesù, della vita della Madonna, e di molte altre cose. Ne sorsero alcuni, di matrice ebrea che, in antitesi ai vangeli del cristianesimo, costruirono addirittura un Gesù negativo.

LUMEN – In che senso ?
CASCIOLI - Nel c.d. “Vangelo del Ghetto”, Gesù sarebbe nato dall'unione di un soldato romano con una prostituta ebrea, e sarebbe stato un uomo geniale, ma cattivo e perfido, tale da rapportarlo a Satana.

LUMEN – Questa non la sapevo.
CASCIOLI - Si andò così avanti per decenni, in un continuo di diatribe e di confusioni, le quali, via via che i concetti si sistemavano, sorgevano in seno agli stessi padri della Chiesa.

LUMEN – Il tipico caos da “stato nascente”.
CASCIOLI – Un caos che regnò in tutto il mediterraneo, finché l’imperatore Costantino non riunì tutte le Ecclesie sotto una sola ideologia. Fu soltanto dopo il concilio di Nicea (325) che fu stabilito quali dovevano essere i testi sacri ritenuti canonici e quali dichiarati falsi e non attendibili (apocrifi e pseudo).

LUMEN – Una scelta che fu anche politica.
CASCIOLI – Certamente. Per dimostrare quanta confusione ci fosse ancora nei concetti religiosi della nuova religione, è sufficiente dire che l'Apocalisse, considerata inizialmente apocrifa, fu annoverata tra i canonici, dopo accese discussioni, soltanto nel VI° secolo.

LUMEN – Ma allora, vi chiedo, come ha potuto imporsi sulle altre una religione, come il Cristianesimo, così basata sulle più assurde incoerenze ed i più evidenti anacronismi ?
CASCIOLI - La risposta ci viene fornita dalle violenze che la Chiesa essa cominciò a praticare contro gli oppositori dopo che Teodosio nel 380 la dichiarerà religione di Stato affidandole l'amministrazione morale dell'Impero. In un continuo di persecuzioni, di ricatti, di anatemi e scomuniche si fecero stragi di tutti gli oppositori, i cui milioni di cadaveri furono ammucchiati e nascosti nei secoli che seguirono dietro quella croce, che oggi si pretende farla passare per il simbolo di civiltà e di cultura occidentale.

LUMEN – Grazie signor Cascioli. In effetti, dietro al successo secolare del Cristianesimo si può scorgere con facilità, chiara ed imponente, l’eredità storica dell’Impero Romano.

8 commenti:

  1. “... dietro al successo secolare del Cristianesimo si può scorgere con facilità, chiara ed imponente, l’eredità storica dell’Impero Romano."

    L'eredità di un popolo guerriero e guerrafondaio che razziava quanto più poteva ovunque? Perché Cesare ammette di essere un ladro, un bandito.
    Sull'altro piatto c'è la "civiltà romana" di cui vediamo ancora ovunque imponenti e ammirevoli vestigia.
    "Parcere victis, debellare superbos" è secondo Virgilio il compito che le divinità hanno assegnato ai Romani. Mah! Banditi o civilizzatori questi Romani? L'una e l'altra cosa. Ma su quanti cadaveri si ergevano gli archi romani. Avevano ben ragione Astérix e Obélix di opporsi ai Romani ... (Ils sont fous, les Romains, e giù botte da orbi ai poveri legionari).

    Quanto a Cascioli, col quale ho avuto uno scambio, ho rinunciato ad "approfondire" non avendone il tempo e forse nemmeno gli strumenti . Ho temuto anche d'imbarcarmi in tante, troppe letture per verificare fonti e tesi.
    Ma diciamo che se le sole cose elencate nel tuo articolo fossero vere - e penso che lo siano - basterebbero e avanzerebbero per demolire duemila anni di esegesi e di teologia. Lo storico Gibbon racconta che una volta per verificare quali dei vangeli fossero autentici alcuni vescovi ne fecero una pila sull'altare e poi con una manata li scaraventarono in terra: quelli rimasti sull'altare dovevano considerarsi autentici e ispirati (perché ovviamente il Signore doveva aver guidato la mano e calibrato l'energia della manata ...).

    Sembra comunque che i primissimi scritti siano quelli di Paolo composti verso il 60 d. C. Alcuni ritengono persino che sia stato Paolo a inventarsi la resurrezione. Non lo so, ma nemmeno lo escluderei. Comunque più si riflette su queste cose, più si affinano gli strumenti della ricerca, più appare chiaro che il cristianesimo si basa su una leggenda, una montatura, una costruzione.
    Se andiamo poi a vedere - spassionatamente e criticamente (ciò che però è oggettivamente impossibile per un credente) - i detti e i fatti del leggendario Gesù non si può non restare perplessi.
    Oggi io inclino a credere che la leggenda di Gesù contenga elementi veri (tra cui la crocifissione - che però era una punizione comminata normalmente: Tito fece crocifiggere mille ebrei in un solo giorno).
    Come mai però queste cose si sono credute per duemila anni? Perché qualcosa della buona novella attirava i credenti: l'uguaglianza di tutti gli esseri viventi, la resurrezione e la vittoria di Cristo sulla morte. Nessuno ha mai dubitato della realtà della resurrezione (mi piacerebbe però sapere se personaggi come Costantino, Teodorico ecc. credessero anche loro fermamente in queste boiate).

    La Chiesa deve rassegnarsi a riconoscere che la storia - tutta la storia - è semplicemente un racconto più o meno attendibile, mai l'intera verità ormai inconoscibile. Penso che la Chiesa possa sopravvivere mettendo la sordina a tutte le questioni storiche e teologiche e presentandosi come istanza morale: quello che fa Bergoglio, con quanto successo si vedrà.

    Si può persino immaginare un recupero d'autorità, anche con l'aiuto dell'altro potere, quello politico. Non è un caso che tutti gli atei che ci governano (Putin, Napolitano, Hollande ecc.) sostengano ancora la Chiesa nonostante le vistose contraddizioni. Come punto di riferimento può ancora servire alla coesione sociale, cioè all'ordine.

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. << Banditi o civilizzatori questi Romani ? L'una e l'altra cosa. >>

    Proprio così, caro Sergio.
    I popoli vincitori non possono che ergersi su cumuli di cadaveri, ma i romani ci hanno lasciato la civiltà giuridica (e quindi, indirettamente, la democrazia), che è l'unica cosa che veramente può consentire agli uomini di convivere senza scannarsi ogni giorno.
    E poi ci hanno lasciato quello che io chiamo il POLITEISMO LIBERALE, ovvero la libertà di culto, a condizione di reciprocità.
    E fu proprio per il mancato rispetto di questo elementare principio che gli ebrei (e poi i primi Cristiani) stavano così tanto sulle scatole ai governatori romani; da cui le ricorrenti rivolte palestinesi, le ricorrenti repressioni romane e le ricorrenti file di crocefissioni (di cui parlavi tu stesso).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma davvero la democrazia è il modello insuperabile di governo? Ho qualche dubbio. Permette la dialettica dei contendenti e garantisce il ricambio senza guerre civili, ma ha anche i suoi limiti e difetti. Intanto la maggioranza non ha sempre e comunque ragione e deve rispettare i diritti inalienabili delle minoranze (questi diritti non possono essere messi in discussione - sono i famosi valori non negoziabili, i diritti umani).

      Un altro aspetto molto problematico è costituito dalle conoscenze delle questioni in gioco da parte degli elettori. Quanti sono davvero informati e in grado di fare le scelte con cognizione di causa, specialmente in un mondo così complesso come quello moderno?
      Non ti sembra poi che la democrazia sia a volte se non spesso solo di facciata? I parlamentari una volta eletti fanno i cavoli propri (il correttivo lo conosciamo: il referendum propositivo alla svizzera, nonché quello abrogativo e confermativo delle leggi).

      L'alternativa alla democrazia sarebbe un governo di saggi, competenti e incorruttibili, di vita specchiata (o anche un regnante sovrano con gli stessi attributi). Ma forse anche questi dovrebbero essere eletti democraticamente.

      Quanto al politeismo dei Romani penso che i vari culti fossero tutti ammessi per la loro innocuità: non minacciavano minimamente il potere costituito, anzi erano un "arricchimento" del pantheon, un ulteriore diversivo per il popolo, insomma folklore. I Romani colti come Cicerone non credevano negli dèi. I soldati di ritorno dalle guerre importavano altri culti, tra cui quello di Mitra che fu un temibile concorrente del cristianesimo.
      Ebrei e cristiani invece erano oggettivamente dei sovversivi perché non riconoscevano il potere. Comunque secondo Gibbon le vittime cristiane furono in tre secoli solo alcune centinaia (due - trecento), non ecatombi immense come hanno far voluto credere i cristiani con la balla delle dieci persecuzioni, da Nerone a Diocleziano (il numero dieci aveva un corrispettivo nel VT, credo con le piaghe d'Egitto).






















      Elimina
  4. Caro Sergio, quando Churchill diceva che la Democrazia era "il sistema peggiore, ad eccezione di tutti gli altri" sapeva bene quello che diceva.
    Certo tutti i limiti ed i difetti che tu citi sono sacrosanti, però molti sono relativi ad un democrazia che non funziona, non ad una che funziona, Ecco allora che bisognerebbe battersi per avere una democrazia più autentica, non per sostituirla con qualcos'altro.

    Per quanto riguarda poi i c.d. diritti delle minoranza (quelli che tu chiami valori non negoziabili) io sono molto più politicamente scorretto di te sull'argomento e dico che devono essere usati con MOLTA CAUTELA, perchè indeboliscono la democrazia e quindi portano, indirettamente, un danno alla convivenza.
    La democrazia, infatti, non vuol dire che la maggioranza ha sempre ragione, ma che la maggioranza decide e tutti si devono adeguare (e se non sei d'accordo, ti batti per cambiare le regole).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. D'accordo sul fatto che chi ha perso le elezioni deve farsene una ragione e accettare che a comandare siano gli altri - in attesa di prendersi la rivincita alla tornata seguente. Anche a me danno un po' fastidio certi ragionamenti tipo: sì, la maggioranza comanda, ma deve rispettare le minoranze. Che significa? Che le minoranze devono partecipare alle decisioni? Evidentemente no, devono fare opposizione, anche virulenta, ma non possono pretendere di co-governare.

      I valori non negoziabili e quindi validi per tutti - maggioranza e minoranza - sono alcuni principi universalmente riconosciuti: i diritti umani e anche il principio democratico dell'alternanza.

      Elimina
    2. << I valori non negoziabili e quindi validi per tutti - maggioranza e minoranza - sono alcuni principi universalmente riconosciuti: i diritti umani e anche il principio democratico dell'alternanza. >>

      Esatto, ma con un distinguo: che i diritti umani, pur essendo importantissimi, sono frutto anch'essi di accordi e negoziazioni e non sono calati dal cielo (ed infatti possono cambiare, a seconda dei tempi e dei luoghi).
      Il secondo principio invece è fondamentale, perchè, senza di esso, la democrazia semplicemente muore.

      Elimina
  5. P.S. - Sulle vittime delle persecuzioni cristiane è ovvio che le cifre sono state notevolmente gonfiate, per evidenti motivi di propaganda.
    Inoltre non va dimenticato che, non appena sono passati dalla parte del potere imperiale, i Crisitiani hanno restituito tutto, E CON GLI INTERESSI.

    RispondiElimina