tag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post8557591635378134688..comments2024-03-27T06:57:29.776-07:00Comments on IL FENOTIPO CONSAPEVOLE: Anche l’occhio vuole la sua parteUnknownnoreply@blogger.comBlogger19125tag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-20975686269985392042015-05-18T04:52:42.950-07:002015-05-18T04:52:42.950-07:00Buongiorno,
Volete promuovere il Vs. sito o la Vs...Buongiorno,<br /><br />Volete promuovere il Vs. sito o la Vs. attività? Visitate http://www.seoportale.com e aggiungete il vs. sito nella directory.<br />Offriamo un servizio facile e veloce che vi aiuterà a migliorare il PageRank del vs. sito, avendo ottimi risultati nell'indicizzazione e nei risultati dei motori di ricerca. Il ns. servizio è fatto in modo tale che riceverete un traffico targettizzato con un semplice click.<br />Come funziona?<br />Per suggerire il vs. sito nella directory PortaleSEO dovete semplicemente accedere il seguente link: http://www.seoportale.com/suggest-listing.php?cid=0 e scegliete uno dei piani per la inserzione del vs. sito web. Avete la possibilità di scegliere tramite 3 piani promozione: “Segnalazione gratuita”, “Segnalazione gratuita con link reciproco” e “Segnalazione premium”. 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Noi no da quando abbiamo scoperto l'agricoltura e l'industria, e' solo da allora che viviamo come gli insetti sociali, come le formiche, le termiti e le api.<br />Quanto sotto tutto sommato non e' assolutamente vero, e puo' essere visto come aberrazione memica degli ultimi 10 millenni:<br />http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaM/Marx_14.htm<br />Firmato Winston Diazhttps://www.blogger.com/profile/17133186601036982637noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-4683227209505162302015-05-05T03:37:44.451-07:002015-05-05T03:37:44.451-07:00<< E' interessante come fra i primati fo...<< E' interessante come fra i primati forse solo nell'uomo si fa notare, nel caso dell'identita' di gruppo, la similitudine per molti aspetti con l'organizzazione sociale degli insetti gregari >><br /><br />Una similitudine certamente interessante, ma che si riferisce ovviamente solo agli aspetti più esteriori - diciamo di inquadramento gregario - viste le notevoli differenze che vi sono nel meccanismo di trasmissione del pool genico (noi non abbiamo l'equivalente di un'unica regina fertile). Lumenhttps://www.blogger.com/profile/09577415088030394041noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-83098843964089792502015-05-04T08:46:06.104-07:002015-05-04T08:46:06.104-07:00Nel senso che cosi' come e' impossibile id...Nel senso che cosi' come e' impossibile identificare senza differenziare, e' impossibile indentificarsi senza differenziarsi (poi a seconda dei gusti si pone l'ìdentita' a livello di gruppo (fascismo:nazione/nazismo:razza/comunismo:classe/boh:religione) o di individuo-persona (liberismo) con tutte le variazioni-combinazioni intermedie.Un modo o l'altro va bene lo stesso purche' si raggiunga l'obiettivo dell'identita', dello sviluppo del se', che e' la fase due dell'obiettivo fenotipico, quella software per cosi' dire, dopo quella hardware, l'accozzaglia ordinata di cellule per un fine comune.<br /><br />E' interessante come fra i primati forse solo nell'uomo si fa notare, nel caso dell'identita' di gruppo, la similitudine per molti aspetti con l'organizzazione sociale degli insetti gregari: un percorso evolutivo che si chiude ad anello col ritorno alle origini.Firmato Winston Diazhttps://www.blogger.com/profile/17133186601036982637noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-36847160783817549552015-05-03T11:08:32.872-07:002015-05-03T11:08:32.872-07:00L'identificazione e' inestricabilmente con...L'identificazione e' inestricabilmente connessa alla differenziazione.Firmato Winston Diazhttps://www.blogger.com/profile/17133186601036982637noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-44963758622811584412015-05-03T09:59:31.932-07:002015-05-03T09:59:31.932-07:00George Bernard Shaw ebbe a dire una volta che l...George Bernard Shaw ebbe a dire una volta che l'Inghilterra e l'America sono due paesi divisi dalla stessa lingua.Lumenhttps://www.blogger.com/profile/09577415088030394041noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-33783500144520826582015-05-03T09:36:43.966-07:002015-05-03T09:36:43.966-07:00"... la tendenza inesauribile dei gruppi uman..."... la tendenza inesauribile dei gruppi umani a creare sotto-idiomi e sotto-dialetti ..."<br /><br />Ovvero a sviluppare nuove mode, stili, credenze, miti, insomma: a differenziarsi su un substrato comune, universale. Conta più il sostrato o la differenziazione? Il sostrato è la struttura fondamentale e necessaria (sistema osseo, sanguigno, immunitario ecc.). Ma la sovrastruttura (differenziazione individuale e di gruppo) non è meno importante. Le persone non s'innamorano del sistema osseo o sanguigno di un'altra persona, ma di cose apparentemente secondarie: il timbro di voce, il colore dei capelli e degli occhi, il modo di esprimersi, l'intelligenza, magari qualche tic.<br />C'è però da chiedersi se non stia forse nascendo una cultura umana universale dovuta ai numeri e all'abolizione delle distanze. D'altra parte persino in una città si sviluppano spontaneamente nuove culture o subculture. Ci sono due tendenze fondamentali: l'assimilazione e la dissimilazione che fra parentesi hanno un ruole importante anche nello sviluppo fonetico della lingua (peregrino diventa pellegrino per evitare lo sgradevo ripetersi di due erre; peregrino con una nuova accezione è voce dotta). Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-39410088741012830852015-05-03T08:31:53.221-07:002015-05-03T08:31:53.221-07:00<< Credo però che si sovrastimi l'import...<< Credo però che si sovrastimi l'importanza del linguaggio. (...) Non è che la ricchezza e varietà delle forse 6000 lingue che ancora si parlano siano fondamentali per la sopravvivenza dell'umanità. >><br /><br />Sono d'accordo.<br />Quello che conta è la capacità della specie umana di elaborare ed utilizzare linguaggi, capacità che, essendo innata, non può essere perduta.<br /><br />La varietà delle lingue è importante ma senza esagerare, ed anche ipotizzando un'unica lingua franca mondiale, questa varietà non verrebbe comunque mai meno, data la tendenza inesauribile dei gruppi umani a creare sotto-idiomi e sotto-dialetti (tendenza ben rappresentata dal famoso mito di Babele). Lumenhttps://www.blogger.com/profile/09577415088030394041noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-61558061889380945122015-05-03T03:39:30.130-07:002015-05-03T03:39:30.130-07:00"E soprattutto, perchè uscire dallo schema ca..."E soprattutto, perchè uscire dallo schema causale dovrebbe essere un passo positivo ?"<br /><br />Immagino perché è una gabbia di ferro dalla quale si vorrebbe evadere, un limite insuperabile in cui si cozza sempre la testa e procura bernoccoli.<br />La verginità di Maria spezza per esempio questa insopportabile catena di causa-effetto (a detta di un teologo che io peraltro apprezzo). Finalmente un nuovo inizio assoluto che non dipende da nient'altro. In genere ci muoviamo a nostro agio nel mondo accettando il principio di causa-effetto (senza nemmeno pensarci). Ma ogni tanto battiamo la testa in quel principio e allora ci rendiamo conto che siamo in una catena che non si spezza, sentiamo il peso del limite. Ma il fatto è che anche il famoso Dio è limitato dalla sua natura, anche se gli attribuiamo onniscienza e onnipotenza. Allah è comunque superiore al Dio cristiano perché ha persino il diritto di contraddirsi (e di comportarsi da diavolo!). Il logos greco-cristiano è più cogente e razionale.<br />Interessante sarebbe indagare in quale misura anche il linguaggio ci limita. L'animale "pensa" senza linguaggio (almeno a partire da un certo livello evolutivo): connette infatti certe situazioni e reagisce conseguentemente (istinto a parte). Dispone dunque di segnali di orientamento. Questi segnali e simboli non sono costituiti da parole come nell'uomo. Ma il linguaggio matematico è altamente simbolico e universale (non dipende da credenze e culture locali).<br />Credo però che si sovrastimi l'importanza del linguaggio. Si dice che la scomparsa di una lingua significhi anche la scomparsa, la perdita irreparabile di esperienze. Sì, in parte, ma non si deve nemmeno esagerare. Non è che la ricchezza e varietà delle forse 6000 lingue che ancora si parlano siano fondamentali per la sopravvivenza dell'umanità. <br />Conosciamo il momento esatto della scomparsa del vegliottino (l'ultima persona che parlava questa lingua dalmata saltò su una mina). Be', non è che l'umanità abbia molto sofferto della morte di questa lingua: sono convinto che il 99,99 degli italiani non ha mai sentito parlare del vegliottino (io solo perché ho studiato glottologia).Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-36445793241369364522015-05-03T01:49:04.180-07:002015-05-03T01:49:04.180-07:00<< In questo senso e' interessante lo Ze...<< In questo senso e' interessante lo Zen, che a quel che ho (o meglio avevo) capito cerca di tirarci fuori sia dalla concatenazione causale, che addirittura dalla gabbia della cognizione attraverso il linguaggio. >><br /><br />Caro Diaz, questo è un argomento che, lo confesso, non conosco per nulla.<br />Potresti darci qualche chiarimento in più ?<br />E soprattutto, perchè uscire dallo schema causale dovrebbe essere un passo positivo ?Lumenhttps://www.blogger.com/profile/09577415088030394041noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-24492670190635119682015-05-02T13:58:53.757-07:002015-05-02T13:58:53.757-07:00"Facciamo adesso l'uomo a nostra immagine..."Facciamo adesso l'uomo a nostra immagine e somiglianza". Be', se Dio è simile a noi deve essere proprio un babbeo o un primate eccellente.<br /><br />Infatti, la sensazione e' che e' Dio che l'abbiamo fatto a nostra immagine e somiglianza... Dio in realta' e' lo specchio inconfessato dell'uomo. Chissa'...<br /><br />"Ma ciò che chiamiamo Dio è in realtà la Legge, il principio dell'universo presente in ogni atomo e quindi anche in noi."<br /><br />Condivido. Pero' direi piu' che "la Legge", il bisogno innato che abbiamo in una Legge che renda sensata la nostra continua ricerca di rapporti causali. Del resto un cervello che non cerchi delle relazioni causa-effetto non serve a nulla, dobbiamo convenire. In questo senso e' interessante lo Zen, che a quel che ho (o meglio avevo) capito cerca di tirarci fuori sia dalla concatenazione causale, che addirittura dalla gabbia della cognizione attraverso il linguaggio.Firmato Winston Diazhttps://www.blogger.com/profile/17133186601036982637noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-68345860885471778362015-05-02T12:08:35.153-07:002015-05-02T12:08:35.153-07:00http://it.wikipedia.org/wiki/Georges_Lema%C3%AEtre...http://it.wikipedia.org/wiki/Georges_Lema%C3%AEtreFirmato Winston Diazhttps://www.blogger.com/profile/17133186601036982637noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-67160753472383931742015-05-02T09:44:09.173-07:002015-05-02T09:44:09.173-07:00<< Facciamo adesso l'uomo a nostra immag...<< Facciamo adesso l'uomo a nostra immagine e somiglianza >><br /><br />E' una frase che mi ha sempre colpito molto, perchè mi appare importantissima e fondamentale (per chi crede, ovviamente).<br />Eppure mi sembra che ben pochi fedeli la prendono alla lettera, men che meno i teologi, che sono ancora qui, dopo millenni, a interrogarsi sugli attributi di Dio.<br /><br />E' proprio vero che nei testi sacri non è importante quello che c'è scritto, ma quello che la gente ci vuole leggere.Lumenhttps://www.blogger.com/profile/09577415088030394041noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-20780549682348419852015-05-02T09:18:29.425-07:002015-05-02T09:18:29.425-07:00Eppure N. 2
Non so cosa sia successo al mio messa...Eppure N. 2<br /><br />Non so cosa sia successo al mio messaggio precedente. Avevo aggiunto ancora qualcosa, ma non so più cosa. <br />Aggiungo comunque ancora questo. Elsa Morante, ex moglie di Moravia, voleva scrivere un romanzo o un'opera con un titolo per me suggestivo: "Senza i conforti della religione", ma questo titolo nella lista delle sue opere manca. Sembra che la Morante fosse religiosa, persino molto religiosa (a detta di Moravia). Ma quel titolo cosa significava allora? A me piaceva perché penso che dobbiamo vedercela proprio senza quei conforti. E penso che la cosa sia possibile, anzi per molti è già realtà: si può vivere bene anche senza il mito cristiano. Ma che significa vivere bene? Mi disse una volta uno psicologo: avere la sensazione che le cose stiano bene così come sono, che tutto abbia dunque un senso. Un paria indiano vive nella consapevolezza di essere un essere infimo, servo degli altri. Certamente la sua vita non sarà degna dal nostro punto di vista, certamente sarà sfruttato, ma lo stesso per lui è giusto che sia così (così gli hanno detto, questa è la sua esperienza concreta: siamo la feccia dell'umanità). Non sto naturalmente dicendo che ognuno resti al posto assegnatogli dalla sorte e se ne faccia una ragione, non tenti di cambiare qualcosa. Ma senza ordine non si può vivere. Persino Socrate accettò una sentenza ingiusta perché non crollasse l'ordine stabilito, ciò che sarebbe equivalso al caos, alla fine del mondo.<br />Senza i conforti della religione (per noi cristiana) significherebbe appunto vivere nella consapevolezza della nostra finitudine senza disperarsi. Siamo formiche eppure riusciamo a indagare l'universo, talvolta esaltandoci per ciò che scopriamo e che ci riempie di meraviglia e di gioia. <br />"Facciamo adesso l'uomo a nostra immagine e somiglianza". Be', se Dio è simile a noi deve essere proprio un babbeo o un primate eccellente. Ma ciò che chiamiamo Dio è in realtà la Legge, il principio dell'universo presente in ogni atomo e quindi anche in noi. Sì, ma ... sono tutte belle parole, anzi nemmeno tanto belle, vacui balbettii ... Sì, ma ...<br /><br />"Come dinanzi alla temuta solennità del Mistero, dovunque diffuso, colui che scrive piega qui il capo e, trepido, raccomanda sé e la patria al dio ignoto."<br />Giustino Fortunato<br /><br />Carlo Carena, contemporaneo, ha tradotto su richiesta di Guido Ceronetti queste parole in latino:<br />"Tamquam si ante sacram arcanorum, quae omnia pervadunt, maiestatem nunc sit qui scribit, caput flectit et trepidans seque patriamque DEO IGNOTO commendat." <br />temporaneo, ta<br /> <br /><br /><br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-41518528123481727112015-05-02T08:59:10.456-07:002015-05-02T08:59:10.456-07:00No, non lo sapevo.
Ma per un credente religioso mi...No, non lo sapevo.<br />Ma per un credente religioso mi pare un concetto piuttosto ovvio (fiat lux).<br />Molto meno, per chi arriva a questa ipotesi per via puramente scientifica.<br />Lumenhttps://www.blogger.com/profile/09577415088030394041noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-42422806660158611402015-05-02T06:05:34.706-07:002015-05-02T06:05:34.706-07:00Immagino saprete che il postulatore del big bang e...Immagino saprete che il postulatore del big bang e' stato un gesuita, Lamaitre.Firmato Winston Diazhttps://www.blogger.com/profile/17133186601036982637noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-365760908273131282015-05-02T00:55:59.115-07:002015-05-02T00:55:59.115-07:00<< Accontentiamoci di quello che abbiamo sco...<< Accontentiamoci di quello che abbiamo scoperto >><br /><br />Mi riferisco ovviamente alla cosmologia; perchè negli altri campi (a cominciare dall'antropologia) la Scienza può ancora indagare e scoprire moltissimo.Lumenhttps://www.blogger.com/profile/09577415088030394041noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-44033441437284720122015-05-02T00:43:06.329-07:002015-05-02T00:43:06.329-07:00<< Eppure la nostra esperienza quotidiana e ...<< Eppure la nostra esperienza quotidiana e primordiale è che ogni fenomeno ha un inizio e una fine. >><br /><br />E' proprio questo il punto, caro Sergio.<br />Noi siamo fatti in un certo modo, e ci siamo evoluti così al solo scopo di sopravvivere al meglio anche in circostanze mutevoli (siamo probabilmente la più adattabile tra tutte le specie animali).<br />Ma il modo in cui siamo fatti determina, e quindi limita, la nostra capacità di comprensione del mondo.<br />Essere arrivati a concepire l'esistenza di un big bang è già un'impresa enorme.<br />Chiederci cosa ci fosse prima è inevitabile ma, probabilmente, è anche un po' futile.<br />Accontentiamoci di quello che abbiamo scoperto, che per dei "primati" (curiosi, ingegnosi ed intelligenti, ma pur sempre primati) mi sembra già moltissimo.<br />Lumenhttps://www.blogger.com/profile/09577415088030394041noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-65939391642573969942015-05-01T15:38:48.318-07:002015-05-01T15:38:48.318-07:00Eppure ...
Ricordo la delusione suscitata in me d...Eppure ...<br /><br />Ricordo la delusione suscitata in me da "Il caso e la necessità" di Monod. Già solo sulla nostra piccola Terra gli eventi casuali sono incalcolabili: ogni giorno, ad ogni momento trilioni, quintilioni, sestilioni di elementi cozzano tra di loro dando luogo però a catene di eventi necessari in basi alle leggi fisiche. Se poi moltiplichiamo questi fenomeni terrestri per i 300 - 400 miliardi di stelle della Via lattea - stelle che hanno a loro volta un codazzo di pianeti - e poi per i cento miliardi di galassie attualmente stimati - be', sprofondiamo in un abisso vertiginoso di combinazioni possibili. Difficile, anzi impossibile affermare onestamente che "c'è dietro un piano". La complessità dell'occhio che sembra tanto affascinare i creazionisti è niente rispetto ai numeri del cosmo. C'è una continua oscillazione tra caso e necessità: da un evento necessario in base alle leggi fisiche saltano fuori schegge, scintille di materia a miliardi di miliardi che danno poi luogo ad altri eventi necessari e così via. <br />Eppure questa constatazione non soddisfa (non mi soddisfa). Margherita Hack sosteneva che la domanda relativa a cosa ci fosse prima del big bang è priva di senso. Eppure la nostra esperienza quotidiana e primordiale è che ogni fenomeno ha un inizio e una fine. All'inizio abbiamo un punto ovvero tutta la materia concentrata in una sfera delle dimensioni di una palla da tennis (dicono) da cui è o sarebbe nato il nostro universo col big bang. Ma che cosa ha innescato il big bang? Non credo in un Dio che giochi a biliardo con le tante palle da tennis che costituirebbero tanti e diversi universi. Forse le palle da tennis hanno in sé la potenzialità di esplodere e formare universi - ma è concepibile prescindere da un inizio assoluto? Per noi è difficile fare astrazione dai cocetti di inizio e di fine, ma sarebbe concepibile un'assenza di liebeiuauaiisiuuuü<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />155=--------------π§<br /><br /><br /><br /><br /><br />πøπ4474.Anonymousnoreply@blogger.com