tag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post4806703782370402268..comments2024-03-27T06:57:29.776-07:00Comments on IL FENOTIPO CONSAPEVOLE: Tutti per uno, uno per tutti – 1Unknownnoreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-33332991326727361782013-07-13T02:35:22.407-07:002013-07-13T02:35:22.407-07:00<< Probabilmente c'è una dialettica fra ...<< Probabilmente c'è una dialettica fra queste due tendenze, e anche conflitto. Talvolta prevale l'una, talvolta l'altra. >><br /><br />Caro Sergio, forse la storia umana non altro che una eterna oscillazione tra queste due tendenze: l'egoismo del singolo e l'altruismo del gruppo.<br /><br />D'altra parte è un'esperienza che facciamo anche noi, ogni giorno: ci sono momenti in cui abbiamo assoluto bisogno di stare da soli, ed altri in cui cerchiamo avidamente la compagnia degli altri.<br /><br />Parafrasando Ovidio, si potrebbe dire (con riferimento al gruppo): "nec tecum, nec sine te vivere possum".<br /><br />Lumenhttps://www.blogger.com/profile/09577415088030394041noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9195574766629585105.post-91998525637759405872013-07-13T01:45:07.386-07:002013-07-13T01:45:07.386-07:00Non capisco. L'interesse del gene (di ogni ind...Non capisco. L'interesse del gene (di ogni individuo) è di riprodursi a qualsiasi costo - di conseguenza bellum omnium erga omnes. Fin qui ci arrivo. Poi sembra che il gene a un certo punto si renda conto che le alleanze possono servire ai suoi scopi: la solidarietà paga, ma ovviamente lui pensa soprattutto se non esclusivamente sempre a se stesso - e come potrebbe diversamente? Ma inevitabilmente la solidarietà è anche cessione di sovranità, tanto che a un certo punto l'individuo non conta più nulla per il gruppo: quel che conta è la sopravvivenza non del singolo individuo col suo gene egoista, ma quella del gruppo. A questo punto però il gene egoista è fregato: è costretto al suicidio per il "bene comune". <br />Mi sembra che ciò sia ben rappresentato dalle tendenze che via si alternano nella società: da un lato l'individualismo come massima espressione dell'uomo (e quindi vittoria del gene egoista). Dall'altro la spinta all'altruismo per sopravvivere come gruppo (cristianesimo e socialismo sono le espressioni più note di questa tendenza). <br />Sinceramente non so decidermi. Trovo soffocante e persino contro natura l'abbraccio (quasi mortale) del gruppo, il prevalere del cosiddetto "bene comune" che deve per forza conculcare le aspirazioni del singolo. Direi che in questo momento storico stia di nuovo prevalendo questa tendenza, anche per la difficile gestione del gruppo causata dallo straordinario incremento demografico.<br />D'altra parte il gruppo ha quasi sempre riconosciuto il valore dell'individuo creatore e geniale che con le sue invenzioni favorisce lo sviluppo e il progresso e quindi apporta un contributo decisivo alla sopravvivenza e al benessere di tutto il gruppo. Tutte le società hanno infatti interesse al talento dei singoli per la sua utilità collettiva. La scuola aveva (e forse ha ancora) anche la funzione della selezione dei migliori da cui la società si aspetta evidentemente qualcosa.<br />Probabilmente c'è una dialettica fra queste due tendenze, e anche conflitto. Talvolta prevale l'una, talvolta l'altra. Io personalmente non sopporto troppo la retorica del "bene comune" - perché è tendenzialmente contro l'individuo (e quindi contro il mio gene). Il gene si difende così: accusa il gruppo di retorica, di essere contro natura - nel proprio interesse. <br />D'altra parte è anche vero che se vincesse il partito del bene comune (Chiesa, comunismo, buonismo) l'individuo non conterebbe più un accidente. E questo al gene non può piacere, no? <br />Dànilo Mainardi sottolinea però il vantaggio per la nostra specie dell'altruismo. Sperò però che pensi a un altruismo "temperato".Sergio https://www.blogger.com/profile/15653878427001468778noreply@blogger.com